Trento - Covid-19, la crisi dell'economia trentina. Uno studio dell'Universitò di Trento misura la temperatura del PIL.
Un nuovo metodo ancora più preciso messo a punto all’Università di Trento analizza i dati sui consumi elettrici per fotografare in tempo reale l’andamento dell’economia e l’impatto delle misure di confinamento legate alla pandemia. Pubblicato ieri sulla rivista “Environmental and Resource Economics” lo studio di Carlo Fezzi e Valeria Fanghella del Dipartimento di Economia e Management. Le loro prime stime sono in linea con quelle di Eurostat e Ocse, che però sono rese note con mesi di distanza, uno strumento prezioso a disposizione dei decisori per favorire interventi più veloci e mirati.
Nel primo trimestre del 2020 i dati Eurostat e Ocse hanno fotografato per l’Unione europea un calo del prodotto interno lordo del 5.3%. I dati sono stati resi noti, come di consueto, a distanza di circa tre mesi. Un lasso di tempo che non aiuta a capire in tempo reale come sta andando l’economia e a prendere decisioni rapide. Soprattutto in situazioni di crisi come quella portata dal confinamento causato dalla pandemia. Misurare in tempo reale l’impatto sulle attività produttive del Covid-19 e di ogni altro shock di tale portata è possibile. Lo dimostra uno studio dell’Università di Trento pubblicato ieri sulla rivista scientifica “Environmental and Resource Economics”. La chiave del nuovo metodo di analisi della salute del Pil in tempo reale sono i dati di consumo del mercato elettrico. Si tratta di indicatori non nuovi all’utilizzo in chiave di analisi di scenario, ma integrati ad altri dati, perfezionati e messi direttamente in correlazione con l’andamento del Pil.
A condurre lo studio, Carlo Fezzi e Valeria Fanghella, rispettivamente professore associato e ricercatrice post doc al Dipartimento di Economa e Management dell’Ateneo trentino, in collaborazione con il centro LEEP (Land, Environment, Economics and Policy Institute) della University of Exeter Business School. Accurato e facilmente accessibile, il nuovo sistema di controllo potrebbe in futuro orientare in tempo reale le decisioni in caso di eventuali ulteriori lockdown, ma potrebbe essere utile in generale come strumento di analisi aggiuntivo dei trend in corso. «L’uso dell’energia elettrica ormai coinvolge potenzialmente ogni attività umana» spiega il professor Carlo Fezzi. «La connessione tra i consumi e lo sviluppo economico è già stata ampiamente dimostrata e impiegata in altre occasioni per analisi e approfondimenti sullo scenario economico. Ma il nostro è un modello statistico formale più elaborato, che tiene conto di indicatori diversi e include test placebo svolti nelle settimane precedenti al lockdown per escludere l’interferenza di altri fattori che potrebbero falsare il risultato.