TRENTO - Sì unanime alla mozione sui servizi educativi I lavori d’Aula dell’ultima giornata della tornata di inizio giugno sono ripresi questa mattina dalla trattazione delle mozioni. Ne sono state affrontate due: approvata all’unanimità quella di
Francesca Parolari (Pd) sui servizi educativi per l’infanzia, come emendata in accordo con l’assessora
Francesca Gerosa; respinta invece quella di
Roberto Stanchina (Campobase) sugli aiuti per i piccoli negozi.
Francesca Parolari (Pd) - Tutti abbiano accesso ai servizi educativi per l’infanzia (emendata e approvata all’unanimità)
La mozione (emendata) della consigliera del Pd riguarda i servizi educativi all’infanzia e intende impegnare la Giunta ad effettuare un’analisi dei livelli e delle modalità di erogazione di questi servizi sul territorio, compresi quelli conciliativi; ad avviare un percorso per approfondire (anche sotto il profilo dell’impatto finanziario) come dare corpo alla legge provinciale 4 del 2002 per favorire la fruizione generalizzata dei servizi. La proposta prevede la promozione di un’interlocuzione con il Ministero dell’istruzione, anche in collaborazione con UniTrento, per l’attivazione di percorsi formativi dedicati a formare nuove figure professionali necessarie al sistema integrato zerosei. La proposta come emendata prevede inoltre che si effettui un’analisi sui servizi conciliativi previsti dalla legge 1 del 2011, per valutare la possibilità di ricomprendere quelli che abbiano le caratteristiche per rientrare tra i servizi educativi alla prima infanzia disciplinati dalla legge 2 del 2002.
L’assessora Francesca Gerosa ha descritto la gran parte delle cose dette da Parolari come condivisibili. È impegno della maggioranza, ha aggiunto, cercare di ridurre e rendere omogenee le tariffe sui territori. Ci sono già state interlocuzioni sull’istituzione di nuove figure istituzionali: il Ministero è già stato interpellato dalla Struttura competente e ha confermato la competenza esclusiva. Un conto per l’assessora è sostenere quello che ha detto la consigliera che è condivisibile, ma serve onestà intellettuale. Ha ricordato in questo senso la proposta emendativa già fatta alla consigliera, non accolta. Non si vorrebbe che il tema fosse strumentalizzato, ha affermato prima di richiedere una sospensione dei lavori per un ulteriore confronto. Al rientro in emiciclo Gerosa ha ringraziato la consigliera per la collaborazione, spiegato l’intesa trovata ed espresso parere favorevole alla proposta così modificata.
Favorevole il parere al testo emendato di Mirko Bisesti (Lega) che ha ricordato l’investimento della maggioranza anche nella scorsa legislatura, e in controtendenza rispetto al passato, sui servizi conciliativi (mantenendoli sul territorio, incentivando la costruzione, anche con deroghe) e l’importanza di proseguire su questa linea per arrivare a un Trentino sempre più a misura di famiglia. Contenta per la mediazione anche Vanessa Masè della Civica (“La preoccupazione è trasversale, dobbiamo dare risposte alle famiglie e per i bambini. Ci stiamo tutti lavorando e credendo”).
Si è detta felice del coinvolgimento dei conciliativi e ha detto di credere molto nel punto 4, tema inserito anche nella prima formulazione del ddl zerosei: certo ci vuole una certa voglia di collaborazione del Ministero che aveva già manifestato una prima apertura sul fatto che il Trentino potesse sperimentalmente aprire a un nuovo curriculum, ha ricordato.
Christian Girardi (FdI) ha espresso un plauso alla sintesi che si è riusciti a fare: tutte le famiglie, ha ricordato, devono fare i conti (anche economici) con questo
tema; bene anche che si sia accettato un ragionamento di approccio comprendendo i servizi conciliativi che in alcuni territori hanno sopperito per anni alla mancanza di servizi pubblici. Chiara Maule (Campobase) ha parlato di un tema dirimente, perché molto collegato alla denatalità, ma non solo. Per Maule la possibilità di frequenza al nido è un modo per dare pari opportunità di crescita. Ha chiesto a Gerosa di rimettere al centro il tema delle insegnanti che rinunciano alla professione e la possibilità di reperire persone che incarnano il servizio. Lucia Coppola (AVS) ha rimarcato come il lavoro di conciliazione sia ancora un nodo focale, di cui ci si deve seriamente occupare perché il lavoro delle donne è ancora molto penalizzato, a partire dalla necessità del lavoro di cura. Ha sottolineato l’importanza del punto relativo all’attivazione di nuove figure professionali.
In replica Parolari ha parlato di un investimento rivolto ai servizi educativi in particolare per la fascia 0-3. Ha ringraziato l’assessora per l’interlocuzione per trovare un testo che esprime un impegno concreto. La consigliera ha detto si monitorerà l’impegno in un quadro di politiche relative per il welfare. Bene riflettere anche sui servizi conciliativi; Parolari ha invitato Gerosa a prendere in mano il tema dei nidi privati che non fanno richiesta dei beni di servizio, ad oggi non ci sono controlli e autorizzazioni per l’apertura di realtà private. Infine: lo zerosei passa prima di tutto dal lavoro di formazione e accompagnamento del personale.
Roberto Stanchina (Campobase)
Sgravi fiscali e aiuti per i piccoli negozi (emendata e respinta - 16 no, 13 sì e 3 astensioni)
La mozione del consigliere di Campobase, emendata dallo stesso consigliere, riguarda i piccoli esercizi commerciali e intende impegnare la Giunta a verificare e nel caso implementare gli sgravi fiscali per chi apre o mantiene un’attività nei quartieri e nei centri più colpiti dalla desertificazione commerciale. A conferire più poteri ai sindaci per tutelare il commercio locale e infine ad attuare politiche abitative e urbanistiche per rendere i quartieri attrattivi per le famiglie. L’emendamento presentato aggiunge “la sicurezza” alle finalità indicata per l’auspicata istituzione di un fondo per la rigenerazione urbana.
L’assessore Roberto Failoni ha espresso parere negativo della Giunta. Carlo Daldoss ha ricordato l’apertura nelle città di grandi centri commerciali e la collegata concorrenza in termini di pluralità di servizi e di prezzi.
Il vero tema è come si è programmata la crescita di questi centri commerciali che spopolano i centri della città e i quartieri, ha detto e ha citato le ricadute delle concentrazioni e dell’e-commerce sul contesto. Non si sa se interventi puntuali siano in grado di invertire un trend ormai molto avviato, diverso è essere in una frazione di montagna, dove la presenza di un multiservizi ha rilevanza sociale ha detto, anche se in alcuni casi si compra la prima necessità in loco e il resto altrove. Per Andrea de Bertolini (Pd) è innegabile il grido di aiuto delle associazioni di categoria che non si riverbera solo sul sostegno alle imprese ma che si sostanzia anche sui fenomeni di insicurezza sociale. Acuzie rispetto alle quali ha proposto di ragionare non solo in termini di retoriche repressive, ma di costruire modelli preventivi che consentano di mettere in sicurezza il territorio. Ha annunciato il sostegno alla mozione, come punto di innesco di un percorso proattivo per il futuro. Luca Guglielmi (Fassa) ha parlato di una proposta dall’obiettivo condivisibile: mantenere la gente in montagna e i servizi con le possibilità che la Provincia ha a norma di legge. Ha citato la premessa che prevede di “valutare” le azioni. Non si vorrebbe, qualora il testo fosse votato che ci fosse il titolone sui giornali: “Aiuti alle zone disagiate”, ha sottolineato. Ha citato RiUrb e RiVal, quanto fatto dagli assessori Tonina e Segnana: l’attenzione è di tutti e si sta lavorando da diversi anni per affrontare il tema. Ha annunciato voto negativo perché il documento non risolve nulla.
In replica Stanchina non si è detto stupito della risposta netta: ha parlato dell’“arroganza” e dell’“essere Cesare” dell’assessore nel dare un parere negativo senza motivarlo. L’obiettivo era aprire un ragionamento, un confronto su un commercio che sta radicalmente cambiando, ha detto, che ha bisogno di modifiche di pensiero rispetto a quello che era una volta.
L’assessore dimentica che non è una battaglia personale tra Stanchina e Failoni, ha aggiunto, ma si parla della gestione pubblica: dicendo di no a una mozione che apre un ragionamento non fa uno sgarro al consigliere che ieri è stato duro sugli impianti sciistici. Il lavoro dell’assessore non è solo quellodi andare in giro e fare post, bisogna capire che c’è un’Aula che fa proposte, ha detto Stanchina che ha preteso delle motivazioni, anche a nome delle categorie professionali.
In dichiarazione di voto Christian Girardi ha detto che si tratta di una serie di argomenti vasti che rendono difficile poi approvare il dispositivo. Non si possono paragonare i piccoli centri delle valli con il centro storico e anche gli aiuti, qualora fossero messi in campo, dovrebbero essere diversi. Ha ricordato l’ordine del giorno presentato durante la discussione del bilancio 2025 in questo senso e l’astensione di Campobase. Mirko Bisesti ha ripreso le parole di Stanchina e il riferimento al ddl sugli impianti sciistici: usare i termini usati è sconveniente quando non c’è una prova al di là della mozione. Dare a un assessore dell’arrogante mina l’interlocuzione che c’è stata, non fa bene al dialogo, non si può far sì che un voto su una specifica mozione si trasformi in un attacco di questo tipo. Stanchina ha chiarito che rifarebbe lo stesso intervento: se si ritiene che “parere negativo” sia una risposta sufficiente rispetto al lavoro facendo da un consigliere si mente sapendo di mentire. Sul richiamo a un dispositivo poco cogente Alessio Manica (Pd) ha ricordato che il tentativo era di aprire una mediazione, con una premessa non puntuale. Liquidare come aria fritta è un po’ ingeneroso la proposta; da 7 anni si vivono le dinamiche di bocciatura aprioristiche, forse Stanchina è meno rassegnato di qualcun altro. Sarebbe brutto veder tornare una proposta dopo 15 giorni. Il tema c’è, le dinamiche sono mondiali e la rassegnazione non può essere soluzione: se 25 anni fa non fosse nata la norma sulla multiservizi si sarebbero avuti svuotamenti ancora maggiori nelle valli; lo sforzo ostinato di immaginare strumenti per rallentare il percorso va fatto costantemente. Manica ha ricordato che è l’Aula che ha fatto le indicazioni urbanistiche, una riflessione su questo piano va fatta.
Roberto Paccher (Lega) ha annunciato voto d’astensione per poter parlare ed esprimere dissenso nei confronti dell’intervento di Stanchina. Ha chiesto al presidente di tutelare la dignità di chi fa parte del Consiglio: l’assessore Failoni non merita le critiche perché ha dimostrato sempre equilibrio. Dire che si mente sapendo di mentire non è accettabile, a meno che non sia riferito a se stessi come autocritica. La polemica è più rancorosa del solito, ha detto riferendosi alle parole di Stanchina: ieri non è riuscito a sfogare le sue rabbie e oggi usa un odg a per sfogare un rancore personale. Luca Guglielmi ha ricordato di aver detto che si apprezza che si tratti il tema condivisibile, ma di aver espresso dubbi sul dispositivo. Anche ieri Zanotelli ha detto “parere favorevole” sulla proposta sulla Marmolada, ha ricordato e ha indicato come il tema sia trasversale e di competenza di diversi assessori, non solo di Failoni. Ha ricordato affermazioni degli assessori delle maggioranze delle legislature precedenti la scorsa e invitato a non guardare la pagliuzza nell’occhio degli altri quando si ha una trave nell’occhio. Il punto 2 e 4 sono già stati attuati in finanziaria. Ha anticipato voto negativo.
Francesco Valduga (Campobase) ha espresso voto a favore e indicato l’interesse sui temi del suo gruppo. Sul merito: le dinamiche purtroppo sono molto più ampie di quello che si può controllare. Guardando al Nord Europa non si vede che ci sono politiche che escludono i centri commerciali; si deve cercare che c’è una modalità di commercio per ogni esigenza e devono coesistere in una logica “e-e”, non esclusiva.
Sul metodo: non ci si stupisce del parere negativo, ma un po’ di spiegazione sulla contrarietà dovrebbe esserci perché altrimenti rimane il dubbio che sia stata per partito preso. Ha auspicato si possa trovare convergenza su temi importanti.