Trento - I fondi strutturali europei FSE e FESR sono diventati, in particolare con l'ultima programmazione 2014-2020, non più mere risorse aggiuntive al bilancio provinciale ma sostegni essenziali per la realizzazione delle diverse politiche poste in essere dal Trentino. Il totale delle risorse stanziate con i due programmi è pari a circa 220 milioni di euro, in sette anni: in gran parte si tratta di risorse provenienti appunto da Bruxelles, ma anche da Roma, a cui si aggiunge una quota provinciale distribuita sui vari assi e sulle azioni via via programmate dal parternariato, ovvero dai diversi soggetti coinvolti.
Nei giorni scorsi si è riunito, per la prima volta in videoconferenza, il Comitato congiunto di sorveglianza, introdotto dall’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli e presieduto da Nicoletta Clauser, responsabile del Servizio Pianificazione strategica e programmazione europea della Provincia, nella sua veste di Autorità di gestione. Il Comitato vede la partecipazione di rappresentanti della Commissione europea, dei Ministeri competenti e delle parti economico-sociali e rappresentati del Consorzio dei Comuni e delle strutture provinciali interessate. Obiettivo della riunione, fare il punto sullo stato di avanzamento dei programmi operativi nel 2019 e 2020.
Il Trentino ha raggiunto lo scorso anno - e in parte per la verità anche superato - sia gli obiettivi di spesa sia quelli relativi alle performances.
Importante l'azione di contrasto alla crisi dovuta al COVID-19: il Trentino è subito sceso al fianco dei suoi cittadini investendo 51 milioni, provenienti dal Fondo Europeo per lo Sviluppo regionale (FESR) e dal Fondo Sociale Europeo (FSE) a favore di operatori sanitari, imprese, famiglie, cittadini e sistema scolastico.
Ma quella dei giorni scorsi è stata anche l'occasione per discutere di futuro, ovvero della programmazione 2021-2027, alla luce del recente accordo preliminare fra Parlamento europeo e Consiglio dell'Ue, che prevede un pacchetto complessivo di 1,8 trilioni di Euro per i prossimi 7 anni.
L'incontro si è aperto con l’introduzione dell’assessore Spinelli, che ha sottolineato l’impegno dell’Amministrazione per fronteggiare la situazione di emergenza attuale e le nuove sfide per il territorio, di cui si terrà conto anche nella programmazione europea 2021-2027 allo scopo di far diventare il Trentino più intelligente, più verde, più connesso, più sociale e più vicino.
La manovra 2021-2023 della Provincia sarà l'occasione per condividere riflessioni che faranno da sfondo al processo di definizione della programmazione, per il quale l'assessore Spinelli richiede la responsabilità e lo sforzo di tutti, affinché la sfida che abbiamo davanti in questo contesto di pandemia divenga l'occasione per rendere sempre più innovativo, competitivo e resiliente il sistema socio-economico del Trentino nel post COVID.
Adelina Dos Reis, capo unità per l’Italia, Danimarca e Svezia presso la Commissione europea direzione generale Occupazione, ha illustrato le iniziative messe in campo per fronteggiare l’emergenza, in particolare React EU che metterà a disposizione finanziamenti aggiuntivi per la programmazione 2014-2020, il Fondo per la ripresa e la resilienza, nonché lo strumento SURE. Sono poi intervenuti per illustrare le linee che si stanno sviluppando per l’FSE e il FESR Gordon Buhagiar Direzione generale Politica Regionale e Urbana della Commissione Europea, Luciano Russo Agenzia per la coesione territoriale, Marianna D’Angelo Agenzia nazionale politiche attive del lavoro, Maria Barbara Feudale in rappresentanza di IGRUE-Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l'Unione Europea. Roberta Ceccaroni, del Dipartimento per le politiche di coesione, ha illustrato l’Accordo Provenzano sottoscritto dalla Provincia nell’estate 2020, con il quale si prevede la destinazione di 51 milioni di euro dei Programmi operativi FSE e FESR per fronteggiare l’emergenza.
Francesco Pancheri, direttore dell’Ufficio Fondo sociale europeo, ha quindi relazionato sulle principali modifiche introdotte per il PO FSE che prevedono un aumento di risorse pari a 16,5 milioni (corrispondenti a pari riduzione del PO FESR), che saranno destinate in primis a sostenere i lavoratori in difficoltà a causa del COVID-19, con 15,3 milioni. Più di 10 milioni serviranno ad integrare il reddito di chi è stato sospeso per il blocco delle attività produttive e sono già oltre 11.500 le domande già presentate. 4,5 milioni andranno ad attivare la Cassa integrazione in deroga mentre i restanti aiuteranno i liberi professionisti che hanno cessato la propria attività.
Capitolo conciliazione famiglia-lavoro: 5 milioni e mezzo sono stati destinati in favore delle madri-lavoratrici sotto forma di buoni di servizio Fse per il babysitting domiciliare e per i servizi di custodia estivi.