St.Moritz conta anche in questi giorni turisti e anche italiani.
Come per altri fronti, la Svizzera si è dimostrata ancora una volta un modello di realismo e di efficienza partendo settimane prima dei "cugini" austriaci che hanno aperto per Natale: nonostante le ingenti perdite per le norme di distanziamento e i divieti ad alcune attività (come ad esempio la consumazione enogastronomica 'sul posto' e il tradizionale happy hour post-sci), i principali comprensori elvetici progressivamente a partire da novembre hanno ospitato svizzeri e turisti senza grandi contro-indicazioni dal punto di vista epidemiologico e sanitario date da questa scelta di aprire.
Nonostante il lockdown nazionale, il periodo natalizio è stato infatti "salvato" in diversi Cantoni nelle zone montane, evitando lo spettro dello stop allo sci toccato ad altri Paesi quali Italia, Francia e Germania: in Engadina gli operatori stimano la perdita di circa metà della clientela abituale soprattutto a causa delle regole di quarantena imposte dai Paesi limitrofi che hanno scoraggiato gli amanti della neve a giungere in una delle patrie dello sci europeo.
Ora preoccupano le prossime settimane, tradizionalmente contrassegnate da un'abbondanza di turisti esteri che però quest'anno non ci saranno. Le strutture ricettive guardano già oltre e sperano nel finale di stagione, nel periodo primaverile.
Intanto per mercoledì 13 sono attese le nuove decisioni del Consiglio Federale elvetico che dovrebbe uniformare le limitazioni in tutta la Svizzera. Con comprensione rispetto alla situazione generale dell'epidemia anche nel territorio elvetico, come nel resto d'Europa, avendo limitato le perdite nel periodo di Natale ora l'obiettivo degli operatori è arrivare nel migliore dei modi in un'altra fase "clou" della stagione, dalla seconda parte di febbraio, e chiudere al meglio verso la primavera tra i periodi di carnevale e Pasqua.