C’è il rischio più che concreto, infatti, che la questione energia, non solo il caro bollette ma anche le possibili difficoltà di approvvigionamento in inverno, abbiano un impatto sul tessuto economico e producano il rallentamento delle attività produttive”.
I DATI - La flessione, per la verità, è minima e pari rispetto a giugno 2021 a un calo di 92 assunzioni per una variazione negativa dello 0,4% (nel precedente mese di maggio le assunzioni erano diminuite invece di 467 unità per un 3,6% in meno). Rispetto a giugno 2021 la flessione si origina in agricoltura, nel secondario nel manifatturiero (-135 assunzioni; il primo calo dopo una lunghissima fase di forte crescita) e all’interno del terziario nei servizi alle imprese e seppur per poche unità nei pubblici esercizi. I comparti con un leggero aumento delle assunzioni sono invece quelli dell’estrattivo, delle costruzioni, del commercio e in misura più sostenuta degli altri servizi del
terziario
Il calo degli ultimi due mesi non ha cambiato tuttavia il segno di più lungo periodo, che vede le assunzioni delle Imprese trentine crescere nella prima metà del 2022 di ben 15.379 unità e del +23,6%. In questo caso è solo l’agricoltura a rimanere, e leggermente, in territorio negativo (-23 assunzioni per un -0,3%), mentre le assunzioni crescono in tutti i comparti del secondario (+983 e +9,0%) e in specie in quelli del terziario (+14.419 e +31,2%).
Nello specifico, rispetto a gennaio-giugno 2021, nel secondario le assunzioni aumentano di 47 unità nell’estrattivo, di 300 nelle costruzioni, e infine di 636 nel manifatturiero.
L’incremento nel terziario, nonostante il calo degli ultimi due mesi, è particolarmente significativo nei pubblici esercizi, che rispetto l’anno prima registrano 7.955 maggiori assunzioni per una variazione del +44%. Un fortissimo aumento, che per larga parte si deve al fatto che nell’inverno 2020-21 per contrastare il diffondersi della pandemia e ciò a differenza del 2021-22, gli impianti sciistici erano rimasti chiusi. La crescita delle assunzioni rispetto a un anno prima è forte anche nel commercio (1.328 unità in più per un +31,8%), nei servizi alle imprese (+817 e più 16,5%) e, infine, nei rimanenti comparti del settore (+4.319 e +22,7%).
Da segnalare come il numero di assunzioni rilevato tra gennaio e giugno del 2022 sia, e di molto, superiore a quello rilevato nella prima metà di un anno prepandemico come il 2019 (per 11.368 unità e un +16,4%).
Nei primi sei mesi del 2022, crescono anche le cessazioni lavorative, che passano dalle 43.142 di un anno fa, alle attuali 72.551, per un aumento di 29.409 unità e una variazione del +68,2%.
Bisogna però considerare che in larghissima parte questo aumento di cessazioni si è originato nel terziario e in particolare nei pubblici esercizi. Trattandosi di un comparto dove i movimenti di personale sono fortemente stagionali, è normale che le assunzioni non effettuate nella precedente stagione invernale per la chiusura degli impianti non si siano poi tradotte in cessazioni lavorative (a differenza del forte flusso, prima in entrata e poi in uscita, che ha invece interessato la stagione invernale 2021/22).