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Qualità di vita per generazioni: Trento si difende per le buone pratiche

Trento - La classifica delle città in base alla qualità della vita per generazioni. La nuova classifica del Sole 24 Ore basata sulla qualità della vita premia le province con il miglior contesto di vita per fasce di età. In vetta alla classifica generazionale ci sono Aosta (bambini) Piacenza (giovani) e Cagliari (anziani). Trento si posiziona in buona posizione tra le città medio piccole e spicca per le buone pratiche.


Pubblicato sull’edizione odierna de Il Sole 24Ore: questi tre indici documentano la capacità delle istituzioni di mettere in campo servizi efficienti, le relative condizioni di vita, le lacune nei confronti dei più fragili e le aspettative dei più giovani, e offrono alle istituzioni la possibilità di intervenire per migliorare. I dati sono stati commentati da Mariangela Franch, Università di Trento, e Alessandro Rosina al Festival dell'Economia di Trento.
Il colpo inferto dalla pandemia ha messo le nostre città davanti all’evidenza di accelerare il proprio ripensamento dentro una matrice che triangoli tra sostenibilità ecologica, sociale ed economica. Allo stesso tempo, le città medie e “intermedie” sono finite al centro della riflessione politico-sociale e urbanistica come non accadeva da decenni. La classifica del Sole24 Ore sulla Qualità della vita, alla sua seconda edizione quest’anno, fa emergere il benessere in modo mirato, andando oltre il Pil, nell’intento di orientare al meglio le politiche nazionali e locali. Quel che risulta è un affresco dei principali “gap” da superare, attraverso una progettazione sempre più attenta alla famiglia ed anche attraverso l’attuazione del Pnnr.
Michela Finizio, giornalista de Il Sole 24Ore, insieme alla collega Marta Casadei hanno presentato i punti salienti di questa classifica che si basa su 12 parametri (tra cui servizi, sport, servizi, occupazione e disoccupazione, impresa e molto altro) e tre indicatori principali (bambini, giovani, e anziani). Perché presentare un’indagine di qualità della vita per fasce generazionali? “Perché stiamo vivendo tantissime dinamiche socio-economiche che questi dati ci raccontano” - hanno spiegato le giornaliste. Rispetto allo scorso anno alcuni dati risultano stabili, altri in crescita. Colpisce, ad esempio, che il numero dei posti a disposizione dell’asilo nido sia in aumento, anche a Trento. Ma una città come Bolzano, che tutto sommato si posiziona a un livello medio alto nella classifica del benessere e della qualità di vita, ha invece un numero basso di posti disponibili in asilo nido, ovviamente a fronte di un reddito medio alto delle famiglie, che permette alle donne di stare a casa durante i primi anni di infanzia, e di poter rientrare agilmente nel mondo del lavoro data la vivacità del settore.
Il demografo Alessandro Rosina, nel commentare i dati, ha sottolineato che “viviamo un mondo in continuo cambiamento, dobbiamo continuamente aggiornare le nostre coordinate. Se il secolo scorso è stato il secolo della quantità (PIL), le sfide di questo secolo si vincono con la qualità della crescita, e quindi avere un insieme di coordinate che ci fa capire dove e come andare". Incertezza nei confronti del futuro e le condizioni oggettive del presente, sommate alla carenza di politiche pubbliche, sono elementi che condizionano la scelta dei giovani nel formare una famiglia e nel fermarsi a lavorare nel nostro Paese.
Mariangela Franch, ha spiegato che i dati, se interpretati correttamente, possono aiutare i decisori pubblici ad orientare gli investimenti e le politiche di welfare. Trento, ad esempio, esce dalle classifiche con un posto forte nella fascia di età sugli anziani.

Ma questo risultato è l’esito di una lunga storia che ha visto in campo una serie di politiche supportate da un’analisi attenta dei dati sull’invecchiamento della popolazione supportati da provvedimenti legislativi e poi regolamentativi. Troppo spesso si temono le classifiche quasi fossero segnali di valore, ma ci si dimentica che invece sono indicatori utili nel tempo per valutare l’impatto di un’azione o di un percorso.
I numeri, ovviamente, riescono a raccontare solo in parte i differenti livelli di qualità della vita di anziani, giovani e bambini. La scarsa disponibilità di statistiche capaci di indagare questi aspetti non aiuta. I tre indici, però, mentre il futuro dell’Italia si gioca tra inclusione e coesione sociale grazie ai fondi del Pnrr che vanno in questa direzione, vogliono proporre un primo tentativo di analisi delle disuguaglianze generazionali, a cui sempre più spesso i decisori dovranno guardare per attuare le politiche di investimento.


Terre alte da valorizzare e continuare a rendere attrattive


Un tema al centro del dibattito dedicato alla macroregione alpina, nell’ambito del Festival dell’economia di Trento, al quale hanno preso parte l’assessore provinciale all’istruzione, università e cultura della Provincia autonoma di Trento, Mirko Bisesti (nella foto), il capoeconomista Nomisma Lucio Poma, l’autrice e manager del turismo Valentina Boschetto Doorly e l’antropologa Michela Zucca, intervistati dal giornalista del Sole 24 Ore Giovanni Trovati.


La più giovane strategia macroregionale dell’Unione europea è Eusalp, di cui Trentino e Alto Adige condividono la presidenza: “Un contesto territoriale tra i più produttivi a livello europeo, caratterizzato da una grande diversità per quanto concerne lingua e storia. Lavoriamo per garantire un futuro specialmente ai giovani delle vallate, contrastandone lo spopolamento: ci impegniamo affinché le regioni operino insieme per dare una risposta univoca e concreta alle esigenze delle persone” ha spiegato l’assessore Bisesti. L’esponente della Giunta provinciale ha peraltro osservato come sia necessario continuare a lavorare sul fronte della formazione giovanile: “Puntiamo sul loro coinvolgimento anche all’interno del percorso decisionale di Eusalp, attraverso il Consiglio dei giovani”. E ancora: garantire l’apertura anche delle piccole scuole - presidio fondamentale per mantenere la vitalità delle comunità locali - sostenere l’agricoltura che ha la capacità di conservare e valorizzare il paesaggio e continuare a garantire le condizioni favorevoli all’insediamento di imprese e nuovi nuclei familiari. Il progetto co-living di Luserna ne è un esempio.


Secondo Poma, periferia e centro non vanno considerati come modelli alternativi: “Il Trentino ne è un esempio: questo è infatti un territorio dal respiro internazionale. Continuiamo dunque a costruire il cambiamento che desideriamo e non a subirlo”. La scrittrice Boschetto Doorly ha indicato i cosiddetti “megatrend” che nel post-Covid stanno creando condizioni inedite per favorire il cambiamento e dunque il ritorno alla montagna e ai piccoli centri, a partire dall’infrastrutturazione digitale, che consente a tutti di accrescere la propria conoscenza e di lavorare da remoto in qualsiasi momento. Inoltre l’inarrestabile fenomeno dei cambiamenti climatici appare allo stesso tempo tragico e affascinante: “Spingerà le persone verso le terre alte”. È peraltro già in corso un vero e proprio controesodo, che parte dalle città. Tanto che è stato coniato il termine “metromontagna”: le persone che lasciano i centri stanno portando linfa e attività nelle terre alte. “Il motivo? Migliorare la propria qualità di vita viene percepito come aspetto più attrattivo del fattore economico” ha osservato la scrittrice. L’antropologa Zucca si è dunque focalizzata in particolare sul ruolo delle donne nel favorire il cambiamento: sono il perno attorno al quale ruota il nucleo familiare.

Ultimo aggiornamento: 06/06/2022 01:22:13
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