Oggi l'ennesima retromarcia annunciata da uno degli esponenti del Governo.
Infatti a sorpresa - forse per assecondare un malumore crescente negli appassionati di sport, in concomitanza con gli eventi nella penisola legati a Formula 1, Motogp e soprattutto gli Internazionali di Tennis a Roma - il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, dopo mesi di provvedimenti, annunci e azioni che di fatto hanno rallentato e messo in ginocchio ulteriormente il calcio italiano - analogamente a quanto accaduto per tutto il resto del Paese per le misure anti-Covid - ha annunciato la riapertura "a mille spettatori per eventi sportivi all'aperto, a partire dalle semifinali degli Internazionali d'Italia di Roma (in programma domenica, ndr.)".
Mille spettatori, senza distinzioni di strutture (da San Siro ai campetti dei dilettanti, il distanziamento appare ben differente), senza una minima progettualità, dopo aver negato per mesi ai tifosi l'accesso agli stadi. Un annuncio ancora una volta tra mille contraddizioni, che a cascata ha fatto scaturire un primo provvedimento: l'Emilia Romagna ha infatti permesso mille spettatori per le sfide di Parma e Sassuolo valide per la 1a giornata di Serie A con l'ennesimo scontro alle porte tra Governo e enti locali.
Anche la Lega Serie A non ci sta e ha divulgato poco fa una nota riguardante l'apertura degli stadi: “La situazione che stiamo vivendo, alla vigilia della partenza della nuova stagione, è surreale. Abbiamo presentato a luglio un protocollo dettagliato di oltre 300 pagine per la riapertura parziale in massima sicurezza degli stadi, dettagliando per ciascun impianto le modalità attuative di ingresso, permanenza e deflusso dei tifosi - ha detto l'Amministratore Delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo -. Al netto delle sacrosante deroghe concesse dalla Regione Emilia Romagna oggi, alla ripartenza del Campionato, il caos regna ancora sovrano. La Lega Serie A chiede, per il rispetto che merita la nostra industria e i nostri tifosi, che al più presto si faccia chiarezza sulla riapertura dei nostri stadi, seppur parziale e condizionata al rispetto delle condizioni di sicurezza per il pubblico”.