Ma riusciranno i nostri giovani protagonisti a sovvertire pregiudizi radicati e dare inizio ad una nuova era di libertà e consapevolezza del proprio valore, a prescindere dalle gabbie delle definizioni di genere?”.
Sono soltanto alcune delle sceneggiature dei cortometraggi ideati e realizzati dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado della Toscana e della Lombardia (circa 300 studenti) che stanno partecipando al progetto “Che genere di film”, promosso dalla Fondazione Stensen con l’intento di educare alla diversità e abbattere gli stereotipi. Un progetto che intende soffermarsi sul tema degli stereotipi di genere e su come questi risultino spesso amplificati dalla raffigurazione cinematografica e audiovisiva.
Un progetto la cui finalità consiste nell’offrire ai cittadini del futuro gli strumenti concettuali, emotivi e tecnici per prendere consapevolezza degli stereotipi di genere che ancora oggi esistono nella nostra società e per imparare a riconoscerli, grazie ad una prima alfabetizzazione del linguaggio delle immagini e dell'audiovisivo.
Parte integrante del progetto, realizzato grazie alla selezione riconosciuta dal bando Miur-Mibact “Il cinema e l’Audiovisivo a scuola – Progetti di rilevanza territoriale” per il quale l’istituto don Giovanni Antonioli, sulla spinta del Cinema Alpi di Temù, è diventato partner di una rete nazionale, sono stati i workshop sulle tematiche di genere e un percorso per imparare i fondamenti di storia del cinema e di linguaggio filmico, con un focus sul ruolo della donna dai primordi ai giorni nostri, che hanno avuto spazio sin dallo scorso anno scolastico.
Gli studenti sono poi stati chiamati a vestire i panni di una troupe cinematografica, e girare un cortometraggio che racconti una storia coerente con il tema del progetto, tutto questo attraverso il coordinamento e la guida di un team di registi coordinati da Duccio Chiarini in Toscana e Nicola Zambelli in Lombardia, per le Scuole Secondarie di Ponte di Legno e Vezza d’Oglio e in stretta collaborazione con il Cinema Alpi di Temù.
"La società contemporanea - ha spiegato Chiara Bettarini, responsabile del progetto per la Fondazione Stensen - si fonda sull’immagine: in particolare le nuove generazioni fruiscono e producono contenuti audiovisivi costantemente. Fornire agli studenti strumenti e competenze idonei per decodificare il linguaggio delle immagini e dare loro l’opportunità di sperimentare concretamente quali siano le fasi di elaborazione di un prodotto audiovisivo professionale, significa primariamente renderli più consapevoli di ciò che li circonda”.