Il 27 luglio scorso avevano anche protestato con un presidio fuori dal Santa Maria del Carmine.
“E’ un importante risultato – ammettono soddisfatti Luigi Bozzato, Gabriele Goller e Alessia Tedeschi che per Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno affiancato le lavoratrici -. La decisione dell’azienda si traduceva in un taglio delle buste paga anche per 90 euro al mese. Cifre importanti per chi non arriva nemmeno a 800 euro di retribuzione mensile. Le loro proteste sono servite a far tornare Dussmann sui propri passi e ad aprire un confronto che ha portato a raggiungere l’obiettivo”.
Il contratto medio di una lavoratrice in appalto per servizio mensa e cucina è di 20 ore settimanali con una busta paga che arriva a 750 euro al mese. Chi ha un’anzianità di 25 anni di servizio in appalto avrebbe perso 90 euro al mese, chi ne ha 20 di anzianità 73 euro al mese. “Dussmann aveva messo in atto una scelta illegittima e del tutto discrezionale che penalizzava fortemente le lavoratrici. Purtroppo come spesso accade il cambio appalto si rivela una vera e propria “roulette” per le addette e gli addetti, che rischiano di perdere diritti e retribuzioni. Questa volta siamo riusciti a fare argine e a difendere i diritti delle lavoratrici facendo rispettare la legge provinciale e la clausola sociale che è costata anni di mobilitazione alle lavoratrici e ai lavoratori ”, concludono i sindacalisti.