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Non c'è pace per il Vanoi: il comitato di difesa alza la voce

La questione discarica è centro del dibattito

PRIMIERO (Trento) - Il torrente Vanoi sembra non avere pace: dopo il famigerato progetto di diga che ha visto opporsi le popolazioni locali assieme a quelle dell'asta del Brenta, ora sulla sua sponda sono portati già oltre 50.000mila metri cubi di materiale inerte proveniente dall'ex Scalo Filzi di Trento, tristemente noto per essere un'area contaminata per contiguità con le ex fabbriche della Sloi e della Carbochimica, siti che da decenni si dice di voler bonificare e che mai lo sono stati.

Terre contaminate da Idrocarburi Policiclici Aromatici (sostanze notoriamente cancerogene) oltre che dal piombo. A Trento Nord esiste addirittura un comitato di medici che ha reso pubblica l'alta incidenza di tumori in tutta l'area e i quartieri adiacenti l'ex Scalo Filzi. Lo scandalo riguardava solo, si fa per dire, la città di Trento, finché RFI non decide di progettare due nuove linee ferroviarie di alta velocità, che insistono proprio sulla zona contaminata (costo complessivo dell'opera: più di un miliardo di Euro); come intoppo si trovano migliaia di metri cubi di terreno superficiale avvelenato (metà area è posta sotto sequestro dalla magistratura).
Cosa fare? Si stabilisce di portare centinaia di migliaia di metri cubi di quelle terre, subito vicine a quelle poste sotto sequestro, alla discarica del Ponte di Ronco, in Comune di Canal San Bovo, a 5 km dal confine Veneto, a 20 metri dalla sponda del torrente Vanoi.

"Come Comitato scopriamo che nel 2014, dall'allora sindaco, sono stati triplicati i valori limite di accettazione per sostanze nocive presenti nei rifiuti (tra cui gli IPA) che possono essere conferiti nella discarica, cosicché un impianto nato per il conferimento di materiali inerti di prevalente origine edile, diventa una discarica per materiali contaminati, nella fattispecie rifiuti provenienti da attività di scavo in ambito di bonifica. Si viene a sapere che il valore della discarica passa in qualche settimana da poche centinaia di migliaia di euro a 2,5 milioni con l'acquisto della nuova società che subentra nella gestione. In una riunione svoltasi a Canal San Bovo l'APPA, la massima autorità di controllo ambientale trentina, ammette la presenza di sostanze nocive nei materiali conferiti, ma sotto la soglia prevista per legge (come detto, precedentemente triplicata)… quindi le povere genti di Canal San Bovo si vedono passare quotidianamente per le strette strade del centro storico oltre due decine di camion che fanno 100 km per scaricare a Ronco questi rifiuti contaminati, in una discarica che abbiamo accertato avere nemmeno un fondo impermeabile incompleto e che potenzialmente fa percolare liquidi insalubri ad ogni pioggia.
Abbiamo quindi una bomba a orologeria proprio a 20 metri dal Vanoi, che poi si getta sul Cismón per finire nella Brenta e giungere al mare: una minaccia che riguarda anche tutto il Veneto! Stiamo cercando di rendere noto il grave problema agli amministratori e alle popolazioni che vivono a valle della discarica perché si avviino indagini esterne e autonome sull’adeguatezza del sito specifico e sui materiali conferiti, in modo da salvare, ancora una volta, uno dei pochi fiumi rimasti a corso libero di tutto l'arco alpino",
il comitato per la Difesa del Torrente Vanoi e delle Acque Dolci.
Ultimo aggiornamento: 18/09/2025 00:00:21
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