TRENTO - La salute mentale non è (ancora) sul podio: il
Trentino rifletta sul lato oscuro dei risultati di performance in tema di sanità.
“Il Trentino che primeggia sui giornali deve anche avere il coraggio di guardare dove ancora è fragile. Senza salute mentale, non esiste vera eccellenza.

Il Trentino festeggia il secondo posto nella classifica
Crea Sanità 2025 come miglior sistema sanitario d’Italia, dietro solo al Veneto. Un risultato di cui essere orgogliosi, certo.
Ma mentre si esulta per le performance strutturali, ospedaliere e ambulatoriali, si tace su un’emergenza silenziosa e meno celebrata: la salute mentale", sostiene la consigliera provinciale Paola Demagri (Casa Autonomia.eu) che prosegue chiedendo "Può davvero dirsi eccellente un sistema sanitario che registra ogni anno un aumento costante di accessi ai servizi psichiatrici e un numero allarmante di giovani in difficoltà? La risposta è più complessa dei punteggi percentuali".
"Per questo - aggiiunge Paola Demagri - ho depositato in Consiglio provinciale una mozione che punta a colmare questo vuoto, chiedendo alla Giunta azioni urgenti, concrete e multidisciplinari per affrontare in profondità il disagio psicologico nella nostra comunità.
Tra le richieste:
1. L’istituzione di una struttura dedicata all’interno dell’APSS, incaricata di monitorare la salute mentale in Trentino e pubblicare un rapporto annuale.
2. La creazione di un tavolo tecnico stabile, che coinvolga enti pubblici, ordini professionali,
3. L’avvio di una riflessione normativa sull’obbligo per le imprese con più di 15 dipendenti di dotarsi di linee guida interne sulla salute mentale, da condividere con l’APSS.
I numeri parlano chiaro:
• Nel 2023, 8.718 persone si sono rivolte ai Centri di Salute Mentale, contro 8.213 nel 2022.
• I ricoveri psichiatrici sono saliti a 1.010, con 4.544 accessi ai pronto soccorso psichiatrici.
• Tra i giovani (14-24 anni), gli utenti sono aumentati da 709 a 829.
• Si contano 46 suicidi nell’anno, in calo rispetto al 2022 ma ancora sopra i livelli pre-pandemici.
L’OMS ha già tracciato la rotta, chiedendo agli Stati di riconoscere la salute mentale come una dimensione trasversale delle politiche pubbliche, soprattutto sul lavoro. Ansia, depressione e fenomeni come il quiet quitting e la great resignation mostrano l’urgenza di un cambiamento culturale.
Questa mozione è un invito al pragmatismo e alla responsabilità, affinché il benesserepsicologico dei cittadini non resti fuori dalle classifiche, ma diventi una priorità assoluta dell’agenda politica".