Le prossime settimane sono di incertezza assoluta: solo con il ritorno e la permanenza in zona gialla i locali di ristorazione avrebbero potuto tornare a servire al tavolo e al bancone: quindi, oltre 1100 tra ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi in provincia di Sondrio sono costretti, di fatto, a resistere ancora, con la prospettiva di navigare ancora a vista”.
In questo scorcio di inizio anno, peraltro, sono state molte le strutture che per le difficoltà e la situazione di incertezza hanno deciso di non riaprire nemmeno nei due giorni consentiti della settimana appena trascorsa (7 e 8 gennaio) prima della nuova scure di “zona arancione” per il weekend e per la settimana a venire.
Intanto, Coldiretti stima che i consumi fuori casa per colazioni, pranzi e cene fuori casa siano crollati quasi della metà nel corso del 2020 anche in provincia di Sondrio, con una drastica riduzione dell’attività che pesa sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dai formaggi al vino, dalla carne all’ortofrutta, che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco.
In alcuni settori, come ad esempio quello vitivinicolo, la ristorazione – continua la Coldiretti provinciale – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.
Come detto, le difficoltà della ristorazione – continua la Coldiretti – si trasferiscono a cascata sulle 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole lungo la filiera nazionale impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,8 milioni di posti di lavoro in Italia.
“Si tratta di difendere la prima ricchezza del Paese e dei nostri territori, con la filiera agroalimentare nazionale che vale 538 miliardi pari al 25% del PIL nazionale ma è anche una realtà da primato per qualità, sicurezza e varietà a livello internazionale. Occorre salvaguardare un settore chiave per la sicurezza e la sovranità alimentare soprattutto in un momento in cui con l’emergenza Covid il cibo ha dimostrato tutto il suo valore strategico”.
“In questo momento difficile chiediamo ai cittadini di privilegiare il consumo di prodotti alimentari made in Valtellina per aiutare l’economia, il lavoro ed il territorio” conclude il presidente di Coldiretti Sondrio Silvia Marchesini nel sottolineare l’importanza che “misure di ristoro adeguate siano previste per l’intero sistema agroalimentare su cui ricadono gli effetti negativi delle chiusure e delle limitazioni del canale ristorazione”.