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In Trentino firmato il protocollo di intesa del comparto Sanità

Trento - Firmato il protocollo di intesa con il comparto sanità - area della categorie. L’assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana, insieme al dirigente generale del dipartimento salute Giancarlo Ruscitti, al dirigente generale del Dipartimento organizzazione e personale Luca Comper e ai funzionari del Dipartimento, ha incontrato i rappresentanti delle organizzazioni sindacali con i quali è stato sottoscritto un protocollo di intesa destinato all’area delle categorie del comparto sanità.


"Abbiamo lavorato per superare le divergenze e trovare punti di raccordo con i rappresentanti delle diverse sigle sindacali su aspetti fondamentali per continuare a garantire servizi qualificati ed efficienti ai cittadini in ambito sanitario”, ha sottolineato l’assessore Segnana.


Alla luce della proposta fatta dai sindacati a inizio novembre e dopo un proficuo confronto avvenuto nelle scorse settimane, la Provincia si è impegnata ad impartire entro 90 giorni gli atti di indirizzo per dare avvio alle trattative sindacali per la realizzazione del nuovo ordinamento professionale sulla base del contratto collettivo nazionale 2019-2021 garantendo nel bilancio 2023 la somma di un milione di euro e impegnandosi a reperire ulteriori risorse entro il limite massimo dello 0,9% del monte salari. Contestualmente la Provincia attraverso Apran definirà i criteri di utilizzo di 5 milioni delle risorse una tantum disponibili nel fondo per il riconoscimento delle progressioni economiche orizzontali del comparto sanità.


Altro impegno assunto dalla Provincia riguarda la possibilità di riportare all’interno dell’azienda sanitaria i servizi sanitari e di supporto tecnico-economali/manutenzione attualmente esternalizzati, anche secondo quanto sarà previsto dal piano triennale del fabbisogno del personale.

È stato poi concordato di riprendere la valutazione e la revisione delle norme che regolano il part time e la conciliazione vita lavoro per i dipendenti del comparto.


L’interlocuzione tra le parti prosegue, sulla base del confronto delle reciproche istanze e rappresenta un punto importante che segue la firma dell’accordo economico relativo agli arretrati stipendiali avvenuto nella mattinata di ieri, rispetto al quale i rappresentanti dei lavoratori confermano il loro impegno a non intraprendere azioni conflittuali. L’accordo è stato sottoscritto da Cisl, Uil Fenalt e Nursing Up.


Fp Cgil firma per gli arretrati ma è “no” all’accordo politico


Fp Cgil ha firmato per il riconoscimento degli arretrati 2019-2021 e delle indennità, ma ha detto “no” – unico sindacato a muoversi in tal senso - al testo proposto dall’Assessorato Salute per chiudere il triennio 19/21 e traguardare la nuova stagione contrattuale 22/24. "Ci è stato sottoposto un Protocollo di intesa che, condivisibile nelle premesse che riportano in parte le richieste avanzate unitariamente, non recepisce il perno delle istanze che provengono dall’Area del personale non dirigenziale", spiega il segretario generale Luigi Diaspro.


Entriamo nel dettaglio. Primo punto, il testo pone un limite alle risorse per il finanziamento della revisione dell’Ordinamento Professionale (0,9% del monte salari pari a ca 2,3 milioni, più 1 milione nella Legge di Bilancio in discussione, pari complessivamente a 477,00 euro circa pro-capite) che Fp Cgil giudica insufficiente per questo fondamentale strumento di valorizzazione del personale, necessario a riconoscere competenze e professionalità profondamente mutate da vent’anni a questa parte e dare attrattività all’intero comparto.


Secondo, non si rifinanzia il fondo per le progressioni il cui residuo, quantificato a spanne in 5 milioni, verrà ripartito “una tantum” tra il personale (grazie peraltro a quanto richiesto reiteratamente al tavolo “arretrati” e ribadito nella relativa nota congiunta). In buona sostanza vengono sbloccate risorse che sono già dei lavoratori – e questo è positivo – ma non viene stanziato un euro per ripristinarle, quindi il costo è tutto a carico delle risorse contrattuali.


Infine la questione prioritaria: non c’è alcun impegno né nella manovra 2023 né per l’assestamento di giugno per finanziare il Contratto 2022/24, seppure richiesto più volte sia a livello di Categoria sia da Cgil, Cisl e Uil confederali in relazione all’imminente manovra di bilancio provinciale. Si tratta di una scelta grave già sperimentata negativamente in Trentino: non finanziare i contratti pubblici provinciali vuol dire ignorare le difficoltà delle famiglie in una fase inflazionistica che supera il 13%, con ulteriore perdita del potere d’acquisto dei salari. Ciò ha determinato e determina perdita di senso di appartenenza e dell’attrattività del sistema pubblico, oltre che mobilitazione e conflitto.

Ultimo aggiornamento: 07/12/2022 12:26:57
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