Trento - La seduta del primo giorno della sessione di giugno del Consiglio sì è aperta con la comunicazione del presidente Fugatti sulla questione Gerosa e la nuova ripartizione delle competenze all’interno della Giunta. Fugatti ha affermato che il presidente ha, in base alla legge elettorale, la facoltà di delegare le competenze agli assessori quindi e implicito anche il potere di revoca. La legge, ha detto, non impone una comunicazione al Consiglio e ha chiuso il suo intervento ricordando come sono state ripartite le competenze.
Valduga: il Consiglio ha il diritto di capire i perché
Francesco Valduga (Campobase) ha detto di non voler ringraziare il presidente per la comunicazione, perché si è limitato a leggere il dettato della legge e ha ripetuto quello che già si sa. E’ vero che il presidente distribuisce le deleghe e le può ritirare, ma il tema è che questo potere non è qualcosa di avulso dalla comunità. Pur essendo eletto direttamente, deve comunque dar conto alla comunità di una decisione come questa. I trentini hanno la necessità di capire quali sono le motivazioni di questa decisione. Per questo l’aula deve sapere quali sono le ragioni, i perché. Perché la vicepresidenza e lo sport sono passati da Gerosa a Spinelli, se ci sono ragioni legate alle Olimpiadi o quant’altro. Perché se non ci sono quindi queste motivazioni, significa che ci si limita a terzo mandato sì o terzo mandato no. Avevamo detto, ha aggiunto Valduga, che era un provvedimento
ad personam e quando i destini personali vengono messi prima degli interessi della comunità allora la questione ha un grande interesse per il Consiglio che ha il diritto di discuterne. Fratelli d’Italia ha sempre detto no al terzo mandato, quindi lo si sapeva fin dall’inizio e lo si sapeva anche prima delle elezioni comunali 2025, ma si è fatta comunque una scelta che ha tolto serenità. Non voglio pensare, ha aggiunto, che per questo motivi il Trentino venga penalizzato per i mondiali di ciclismo, ma ci sono comunque altre partite che rischiano di risentirne.
Degasperi: E’ stato Fugatti a portare al potere i post - fascisti
Filippo Degasperi (Onda) ha invece ringraziato il presidente perché con questa comunicazione ha confermato la scarsa considerazione che avrebbe per il Consiglio. Un’informativa, ha aggiunto, che è quasi una presa in giro e che mette in imbarazzo un po’ tutti. Nelle scorse settimane, inoltre, si è collegato al tema dell’Autonomia quello del terzo mandato. E, ha aggiunto, il presidente ha usato le sue prerogative per gli affari suoi. Inoltre, in democrazia gli atti, tutti gli atti, devono essere motivati. Invece, la comunicazione ha confermato l’oscurità di questa scelta. Degasperi ha ricordato che è stato Fugatti a portare al governo del Trentino i post – fascisti quindi avrebbe dovuto sapere che avrebbero condizionato l’autonomia alle corporazioni romane. Gente, ha concluso, che per venire in Trentino ha bisogno di google – maps, ma che vuole insegnarci, lo si è visto con la sfilata di ministri al Festival dell’Economia, cosa dobbiamo fare.
Biada: coalizione nata con l’accordo sulla vicepresidenza a Gerosa
Daniele Biada (FdI) ha detto che si è partiti con una coalizione che aveva già deciso che Francesca Gerosa sarebbe stata la vicepresidente. Ha poi ricordato che Fratelli d’Italia ha raddoppiato i voti a scapito di altri che li ha dimezzati. Comunque, nel programma di governo il terzo mandato non c’era e questa è stata una scelta del direttivo provinciale. Infine, Biada ha affermato che da questa comunicazione ci si aspettava chiarezza.
Demagri: prevale la logica del o con me o contro di me
Paola Demagri (Casa Autonomia) ha detto che la logica del presidente è: o sei con me o contro di me. Vero che il presidente dà e toglie le deleghe, ma deve motivare queste decisioni. Invece qui anziché governare si comanda. Poi ha aggiunto che Fugatti ha atteso i ballottaggi prima di togliere la vicepresidenza a Gerosa per non perdere i voti di FdI. Tra l’altro Francesca Gerosa non era valutabile, visto che non ha mai esercitato la funzione di vicepresidente.
Gerosa: non ho mai posto i miei interessi davanti a quelli dei trentini
Francesca Gerosa ha detto di non compiacersi della richiesta di informativa perché questa può essere strumentalizzata politicamente. Quindi, si è dissociata dall’iniziativa della minoranza e ha aggiunto che le questioni del centro destra andrebbero trattate all’interno della coalizione. Ma, ha aggiunto, nella risposta del presidente ci sono tanti non detti che dicono molto. La prima cosa che ho fatto, ha detto, è stata quella di chiedere dove e quando non avrei lavorato bene. E Fugatti ha assicurato che sul suo lavoro non c’era nulla da da dire.
Una riposta che l’ha rassicurata ampiamente e ha aggiunto che mai ha posto e porrà gli interessi personali a quelli dei trentini, per questo non si è dimessa, perché prima di tutto viene il servizio ai trentini. Nonostante quella che è stata definita un’ umiliazione, ha detto ancora, continuerò, bene o male lo giudicheranno i trentini, a lavorare con più determinazione di prima. Rivolgendosi a Fugatti ha detto che non è togliendo qualche delega che si può cambiare la visione del Trentino di un assessore. Gerosa ha concluso: continuerò a lavorare a testa alta occupandomi con le deleghe che ho, di sport e famiglia, anche perché oggi l’azione di governo, per rispondere a sfide complesse, deve essere trasversale. Questo, ha chiuso, sarà il modus con il quale lavorerò in giunta finché Fugatti me ne darà la possibilità.
Coppola: si è trattato di una ritorsione
Lucia Coppola (Avs) ha ricordato il braccio di ferro di inizio legislatura per la vicepresidenza Gerosa, un gioco delle parti che è tornato dopo due anni. Una questione che non è solo interna al centro destra e non solo riguarda tutti i consiglieri, ma anche i cittadini e le cittadine che hanno a che fare con gli assessorati. Per non far figurare quello che è stata una ritorsione o una vendetta, qualcosa di pre politico quindi, secondo Coppola, il presidente, ha preferito non spiegare se e perché e in quale modo Gerosa non avrebbe esercitato bene le sue competenze. Insomma, il perché e per come non si è capito, o meglio lo abbiamo capito tutti.
Cia: Gerosa vicepresidente, la scelta è stata fatta a Roma
Claudio Cia (Misto) ha detto di essere tra i pochi a conoscere i dietro le quinte della scelta della vicepresidente. Non si è deciso a Trento, ma si è deciso a Roma, ha affermato. E proprio a Roma, davanti all’on. Donzelli, Cia ha ricordato di avere espresso le sue perplessità sulla scelta che però non vennero prese in considerazione. E da lì iniziarono le azioni per mettere in difficoltà Fugatti, ad esempio sui grandi carnivori. Poi, sempre a Roma i tre partiti nazionali decisero, senza interpellare, Patt, Civiche e Fassa, per non tirare troppo la corda decisero che Gerosa sarebbe stata la vicepresidente. E ciò dimostra che la linea è stata decisa a livello nazionale e questa scelta è stata subita dai trentini. All’inizio della legislatura, ha ricordato, la Pat è stata bloccata per 40 giorni, ma quando Cia è stato sostituito da Fugatti l’opposizione non ha chiesto una comunicazione per capire cosa stava accadendo e i motivi di quella scelta. Infine, ha detto che non si veda a dire che non ci sono interessi personali perché ci sono stati e ci sono ancora eccome.
Botta e risposta tra Cia e Gerosa
Gerosa è intervenuta per fatto personale e ha ribattuto a Cia dicendo di ricordare bene come sono andare le cose. Nel 2022 Cia chiedeva l’istituzione di una commissione contro Fugatti e a Roma di stopparlo come candidato presidente perché non coinvolgeva la maggioranza. E, ha aggiunto Francesca Gerosa, dovrebbe anche ricordare che la posizione del partito era nota e non che nessuno lo ha obbligato a far parte della lista nella quale ha voluto essere messo al primo posto. Cia ha replicato affermando che Gerosa le affermazioni di Gerosa non sono vere e ha ricordato di aver portato, la scorsa legislatura, il partito in Consiglio provinciale e regionale. Biada è intervenuto affermando che la coalizione vince solo se unita e, basti pensare al 20% di Cles, FdI ha dimostrato la sua forza.
Manica: con questa vicenda la maggioranza ha toccato il fondo
Manica del Pd, come battuta, ha detto che si dovrebbe dare un incarico al Museo storico per capire come sono andate le cose tre anni fa. Ma al di là questo servirebbe capire i motivi per i quali Fugatti ha tolto la vicepresidenza a Gerosa; una necessità, ha aggiunto, che non tocca il Patt visto che in aula non c’è nessuno di quel partito. Quello che è successo negli ultimi due mesi sono la dimostrazione lampante degli effetti distorsivi del sistema maggioritario che il legislatore ha cercato di contrastare limitando i mandati. La scelta di Fugatti deriva dal no alla norma che doveva mettere in sicurezza il presidente e una parte fedele della maggioranza. Quindi, ha detto ancora Manica, le istituzioni sono state usate come un campo di battaglia tra Lega e FdI. Battaglia che è andata avanti fino ad oggi e non pare per nulla finita. Una coabitazione che si fonda sulla distribuzione delle poltrone. Infine, si è arrivati alla ritorsione dopo che il Governo ha fatto esattamente il suo mestiere. Inoltre, ha aggiunto, incrinare i rapporti con Roma per il terzo mandato non è certo una decisione saggia. Nelle istituzioni sono entrati criteri come la fedeltà e la riconoscenza e peggio di così la maggioranza non potrebbe fare. Al punto che la vetrina del Festival dell’Economia è diventata una berlina per il Trentino. Infine, si deve essere preoccupati per l’insofferenza nei confronti della Costituzione che da alcuni di maggioranza è stata definita come l’elastico delle mutande. Con questa storia ha concluso, si è toccato un livello bassissimo.