Trento - Cosa è successo durante questa pandemia quando si sono chiusi gli uffici con una estensione mai sperimentata prima d’ora? Quale è stato in particolare l’impatto del lavoro da casa sulla produttività durante il lockdown della scorsa primavera? Attorno a queste domande si è focalizzato il webinar tenuto da Bruno Lepri, responsabile dell’Unità ICT-MobS della Fondazione Bruno Kessler, nell’ambito del percorso “LAVORARE SMART. Buone pratiche e strumenti per guidare insieme il cambiamento”organizzato da FBK Academy questo autunno.
“Gli studi pre-pandemia”, specifica Lepri, “avevano quasi sempre dimostrato che il lavoro da casa – preferisco chiamarlo così perché non si tratta in questo caso di vero e proprio smart working – faceva decrescere le performance e la medesima previsione era stata fatta da molti leader negli ambiti lavorativi, i quali in generale si aspettavano un calo nel rendimento”.
E invece la sorpresa. “Il lavoro da casa”, ha detto Lepri, “ha mostrato ottime performance tanto che grandi aziende come Twitter hanno dichiarato di voler far proseguire i propri dipendenti in questo modo per sempre, anche oltre l’emergenza della pandemia, e uno studio di Manpower dice che in generale 8 lavoratori su 10 sarebbero d’accordo a continuare così”.
Ovviamente per quelle attività per cui è possibile farlo, chi ha lavorato da casa si è dimostrato più produttivo e ha migliorato il livello di efficienza, di attenzione e di concentrazione rispetto a quando si lavora in sede. Non solo, rispetto al lavorare in ufficio, si sono ridotti i livelli di stress, di emozioni negative e di conflitti legati all’ambito lavorativo. I dati illustrati durante il webinar sono il risultato di uno studio condotto dalla Harvard Business School, la Austin Business School e l’azienda Humanyze, pubblicato sulla Harvard Business Review. Uno degli autori dello studio è Ben Waber con cui Bruno Lepri aveva lavorato al MIT Media Lab negli USA. L’analisi è stata condotta su 680 lavoratori. “I risultati”, sottolinea Lepri, “riguardano il periodo marzo-maggio perché sono quelli finora pubblicati. Ma lo studio sta ancora proseguendo e con questo andamento.”
Fra i lati positivi emersi anche la possibilità di evitare inutili viaggi di lavoro, meeting più brevi e più focalizzati, più flessibilità per gestire la famiglia e soprattutto la totale eliminazione del tempo impiegato per andare e tornare dal lavoro.
I motivi per cui la situazione si è mostrata evoluta rispetto al passato sembrano essere principalmente due.