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Sanità trentina: piani, direttive e finanziamenti decisi dalla Giunta provinciale

Per il 2026 sono previste risorse per un totale di 1.6 miliardi di euro

TRENTO - Ammonta a 1.617.327.665,23 euro il finanziamento per il 2026 del Servizio sanitario provinciale: la Giunta provinciale, su indicazione dell'assessore alla salute e politiche sociali, Mario Tonina, ha approvato le direttive per garantire le risorse necessarie al funzionamento del Servizio per il triennio 2026 - 2028, definendo contestualmente una quota a copertura del fabbisogno del primo trimestre 2026, pari a 404 milioni di euro.

"Fra pochi giorni - commenta l'assessore Tonina - l’attuale Azienda provinciale per i servizi sanitari diventerà l’Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino: un passaggio epocale per il nostro sistema sanitario. Con questa delibera impartiamo le prime direttive alla nuova ASUIT e definiamo il quadro di riferimento per il piano degli investimenti dell’azienda, rafforzando l’integrazione tra assistenza, formazione e ricerca. Il finanziamento comprende risorse rilevanti e strutturali destinate alla Scuola di medicina e chirurgia dell’Università di Trento, un investimento strategico sul futuro del nostro sistema sanitario, e rafforza in modo deciso l’impegno sul fronte del recupero delle liste di attesa, attraverso la continuità e il potenziamento dell’offerta, l’ampliamento delle attività e il consolidamento delle misure già messe in campo, con l’obiettivo di garantire ai cittadini tempi di risposta più rapidi e un servizio sanitario pubblico sempre più solido ed efficiente".

Con il provvedimento approvato oggi, la Giunta provinciale definisce le prime disposizioni per il funzionamento e il finanziamento del Servizio sanitario provinciale, a garanzia dei livelli essenziali e aggiuntivi di assistenza previsti dalla normativa nazionale e provinciale, procedendo al riparto delle risorse per l’anno 2026, e vengono impartite le prime direttive alla costituenda Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino. Il processo di trasformazione che, dal 1° gennaio 2026, porterà alla nascita della nuova Asuit potrà comportare ricadute sull’operatività e sulla gestione delle attività sanitarie, di didattica e di ricerca, con possibili effetti sul fabbisogno complessivo del Servizio sanitario provinciale. Anche alla luce degli atti di programmazione in corso, tra cui il protocollo d’intesa tra Provincia autonoma di Trento e Università degli studi di Trento e le relative linee di indirizzo, sono previsti momenti di valutazione in corso d’anno, in particolare in occasione della presentazione dei preconsuntivi al 30 giugno e al 30 settembre.

Il finanziamento del Servizio sanitario provinciale per il 2026 comprende, tra l’altro, uno stanziamento di 3,6 milioni di euro annui a favore della Scuola di medicina e chirurgia dell’Università di Trento e risorse pari a 6,5 milioni di euro destinate al proseguimento delle misure per il recupero delle liste di attesa, in continuità con le linee di indirizzo per il potenziamento dell’offerta. Del finanziamento complessivo, 653,5 milioni di euro sono inoltre destinati alla spesa per il personale.
Oltre 195 milioni di euro per rafforzare i servizi residenziali e semi residenziali per le persone anziani non autosufficienti
Più servizi di prossimità, più sostegno alle famiglie e attenzione, ogni qual volta possibile, a garantire la permanenza nel proprio domicilio. La Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina, ha approvato le Direttive 2026, e la relativa copertura finanziaria, per i Centri diurni anziani e per le Residenze sanitarie assistenziali (RSA), prevedendo ulteriori misure di sostegno della rete dei servizi a favore delle persone anziane non autosufficienti.
“Con queste nuove proposte – sottolinea l’assessore provinciale alla sanità Mario Tonina – rafforziamo in modo concreto la rete dei servizi per le persone anziane non autosufficienti, puntando sul sostegno degli strumenti che possono favorire la domiciliarità, l'integrazione territoriale e la qualità dell’assistenza. Investiamo risorse importanti per ampliare i posti nei Centri diurni, innovare l’organizzazione delle RSA e valorizzare il lavoro del personale, che rappresenta il cuore del nostro sistema di welfare. È una scelta di responsabilità verso una comunità che invecchia e che ha bisogno di risposte sempre più personalizzate e vicine ai bisogni reali ma anche di consapevolezza dei bisogni delle famiglie e della comunità e alle sempre più importanti esigenze di conciliazione”.

Centri diurni anziani: più posti, più assistenza e integrazione con il territorio
Le Direttive provinciali 2026 per la gestione e il finanziamento dei Centri diurni anziani confermano il ruolo centrale di questi servizi nel favorire il mantenimento al domicilio delle persone parzialmente non autosufficienti. I Centri diurni si inseriscono in una rete sempre più integrata di interventi territoriali, anche attraverso il ruolo di Spazio Argento, in coerenza con le priorità della legislatura.
Già a partire dal bilancio 2025, la Provincia ha stanziato risorse significative per rafforzare l’assistenza residenziale e diurna, con l’obiettivo di valorizzare, ogniqualvolta possibile, la continuità della permanenza al domicilio. In questo quadro si inserisce l’obiettivo strategico, già definito con la deliberazione n. 2254/2024, di raggiungere progressivamente una dotazione di posti diurni convenzionati pari all’1% della popolazione anziana con età pari o superiore a 75 anni in tutte le Comunità di valle.
Nel corso del 2025 è stato avviato un confronto strutturato con le realtà locali, coinvolgendo Spazio Argento, gli enti gestori delle RSA e le Cure primarie distrettuali, valorizzando in particolare la capillarità e l’esperienza delle RSA. Le Direttive 2026 introducono, tra le principali novità:
  • l’aumento dei posti convenzionati nei Centri diurni già attivi (3 posti in più nella Valle di Laghi, 2 a Canal San Bovo e 2 a Cles);
  • l’incremento dell’accantonamento per finanziare ulteriori ampliamenti dei posti diurni nel corso del 2026;
  • il potenziamento dell’assistenza infermieristica nei centri diurni esterni e integrati, con almeno un accesso settimanale dell’infermiere delle cure domiciliari nonché specifici percorsi formativi;
  • il riconoscimento del Centro diurno dell’APSP di Pergine come centro esterno;
  • la modifica della modalità di remunerazione delle prese in carico diurna continuativa, basata sulla frequenza teorica e non più su quella effettiva.
Tenuto conto degli adeguamenti contrattuali intervenuti nel 2025 per il personale delle APSP, le Direttive prevedono un adeguamento del 3% della quota della tariffa sanitaria riferita al costo del personale per il 2026, quale strumento di valorizzazione del personale anche degli enti gestori diversi dagli enti pubblici.
La spesa complessiva prevista per i Centri diurni anziani nel 2026 ammonta a poco più di 10 milioni di euro, al lordo della compartecipazione dell’utenza, con un aumento di 812 mila euro rispetto al 2025.
RSA: nuove direttive 2026 e sperimentazione di nuclei a minor carico assistenziale
La Giunta ha, inoltre, approvato le Direttive 2026 per l’assistenza sanitaria e assistenziale nelle RSA pubbliche e private a sede territoriale del Servizio sanitario provinciale, definendo anche il finanziamento dei posti letto convenzionati. Il provvedimento introduce inoltre un modello di nuovo nucleo di RSA a minor fabbisogno assistenziale, elaborato da un gruppo di lavoro composto da Provincia, APSS, enti gestori e Spazio Argento.
Tra le principali integrazioni alle Direttive RSA 2026:
  • l’attivazione di un nuovo nucleo RSA di 20 posti letto convenzionati presso la Casa della Comunità di Ala, gestito dall’APSP U. Campagnola di Avio, con tariffa giornaliera specifica di 110,27 euro, riconosciuta in modalità “vuoto per pieno” fino alla messa a regime;
  • la costituzione di un budget specifico per l’ossigeno, pari a 50 euro annui per posto letto convenzionato;
  • il graduale assorbimento degli adeguamenti contrattuali del personale APSP, con un incremento del 3% della tariffa sanitaria 2026, esteso agli enti gestori non APSP quali enti accreditati e convenzionat e a sostegno della continuità e della qualità del servizio.
Il nuovo nucleo RSA a minor fabbisogno assistenziale, destinato a persone anziane parzialmente non autosufficienti, sarà attivato in via sperimentale per due anni in alcune RSA, in nuclei dedicati di almeno 5 posti letto, progressivamente estendibili ad almeno 10. La tariffa giornaliera prevista è di 53,77 euro per posto letto, sulla base dell’effettiva occupazione. La sperimentazione sarà monitorata da un team coordinato dall’Unità operativa complessa Supporto clinico organizzativo RSA dell’APSS. Per il finanziamento è previsto un accantonamento specifico di 1,3 milioni di euro.
La spesa complessiva per le RSA nel 2026 a carico del Servizio sanitario provinciale ammonta a 185.233.086,90 euro, con un incremento di 6.229.460,87 euro rispetto al 2025.

RSA, finanziati 13 interventi di riqualificazione in 12 Apsp del Trentino
La Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla salute e politiche sociali Mario Tonina, ha approvato il Piano degli interventi agevolati sugli immobili per RSA e altre strutture socio-sanitarie per la XVII Legislatura. I finanziamenti riguardano 13 interventi di riqualificazione, ristrutturazione, ampliamento o adeguamento, funzionali al miglioramento dell'organizzazione degli spazi interni ed esterni, in 12 RSA del territorio trentino. L’ammontare complessivo delle risorse previste è pari a 38.550.018,92 euro.
“Con questo provvedimento – afferma l’assessore Tonina – sono stati previsti, sulla base delle risorse disponibili e a conclusione della fase istruttoria, importanti finanziamenti per altrettanto significativi interventi promossi dalle Aziende pubbliche di servizi alla persona, per adeguare i propri spazi. L’obiettivo è quello di far crescere la qualità dell’offerta di cura e di vita a beneficio delle persone che le nostre strutture ospitano, creando le migliori condizioni di vita, di socializzazione ma anche di lavoro. Un’attenzione al settore della non autosufficienza che svolge un servizio di cura per un numero sempre più consistente della popolazione trentina, le persone anziane non autosufficienti ma anche i loro famigliari”.

Il Piano potrà essere oggetto di ulteriori aggiornamenti anche in relazione agli interventi di efficientamento energetico e di riduzione dei consumi riconducibili al cosiddetto Conto termico.
Di seguito l’elenco degli enti beneficiari, con il tipo di intervento e il relativo importo ammesso:
  • APSP “S. Gaetano” di PREDAZZO Ampliamento e adeguamento funzionale della RSA 1.790.554,50 euro;
  • APSP “S. Giuseppe di Primiero” di PRIMIERO-S.MARTINO DI CASTROZZA Ampliamento e adeguamento funzionale della RSA 1.662.438,58 euro;
  • APSP “Redenta Floriani” di CASTEL IVANO Demolizione ex RSA e riqualificazione dell’area 983.784,49 euro;
  • APSP “M. Grazioli” di POVO Ampliamento e adeguamento funzionale della RSA 2.717.800,00 euro;
  • APSP “Beato de Tschiderer” di TRENTO Ampliamento e manutenzione straordinaria dell'edificio storico della RSA 966.705,42 euro;
  • APSP “S. Giovanni” di MEZZOLOMBARDO Manutenzione straordinaria della RSA 3.716.615,09 euro;
  • APSP “S. Maria” di CLES Ampliamento e ristrutturazione del IV piano della RSA 1.710.730,64 euro
  • APSP “dott. A. Bontempelli” di PELLIZZANO Ampliamento e manutenzione straordinaria della RSA 1.357.748,52 euro;
  • APSP “Rosa dei Venti” di BORGO CHIESE Ampliamento e riqualificazione funzionale della RSA 600.000,00 euro;
  • APSP “Casa di Riposo S. Vigilio– Fondazione Bonazza” di SPIAZZO Completamento del IV piano del lotto funzionale “Ala ‘55” della RSA 1.078.425,60 euro;
  • APSP “Casa di Riposo S.
Vigilio– Fondazione Bonazza” di SPIAZZO Ristrutturazione dei piani terra, I, II e III dell’“Ala ‘55” della RSA 8.024.543,70 euro;
  • APSP “Fondazione Comunità di Arco” di ARCO Ampliamento e ristrutturazione della RSA 10.436.802,88 euro;
  • APSP “Città di Riva” di RIVA DEL GARDA Riqualificazione funzionale dell’edificio storico della RSA 3.503.869,50 euro.


  • L'Istituto "Don Milani" di Rovereto formerà nuovi Operatori socio-sanitari

    L'Istituto di istruzione superiore "Don Milani" di Rovereto attiverà in via sperimentale un percorso formativo di integrazione delle competenze per gli iscritti all'indirizzo in “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale” finalizzato all’acquisizione della qualifica di Operatore socio-sanitario (Oss). Lo ha stabilito la Giunta provinciale, che ha approvato una delibera di merito su proposta dell'assessore all’istruzione, cultura, per i giovani e per le pari opportunità, Francesca Gerosa, e dell'assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione, Mario Tonina. Il provvedimento, un'iniziativa innovativa in base a quanto previsto dalla legge provinciale sulla scuola, prevede uno stanziamento complessivo di circa 19.356 euro (di cui 10.765 euro per il 2025 e 8.590 per il 2026) a valere sul bilancio del Servizio istruzione.

    "La sperimentazione avviata presso l’istituto 'Don Milani' - ha spiegato l'assessore Gerosa - valorizza il percorso scolastico degli studenti, offrendo nuove opportunità di qualificazione professionale e di inserimento nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo, il riconoscimento di crediti formativi per i diplomati dell’indirizzo in 'Servizi per la sanità e l’assistenza sociale' rappresenta un segnale di attenzione verso le competenze già maturate durante il quinquennio. Si tratta di un’iniziativa innovativa che rafforza il raccordo tra scuola e formazione professionale, che investe sui giovani e sulla qualità dei servizi alla persona".

    "Il sistema sanitario e socio-sanitario sta attraversando trasformazioni profonde, legate all’invecchiamento della popolazione, all’aumento delle patologie croniche e alla crescente complessità dei bisogni assistenziali. A fronte di un fabbisogno in costante crescita, registriamo una riduzione delle iscrizioni ai percorsi formativi Oss. Per questo abbiamo già messo in campo diverse misure di flessibilità e di incentivo, intervenendo sull’organizzazione dei corsi, sulla durata dei percorsi e sul riconoscimento delle competenze pregresse. È ora necessario continuare su questa strada, rafforzando l’attrattività della professione e rendendo la formazione sempre più accessibile e coerente con le nuove esigenze dei servizi e delle persone", ha invece specificato l'assessore Tonina.

    Il percorso integrativo delle competenze prende avvio con l’anno scolastico in corso 2025-26 e per i successivi tre anni, e sarà rivolto agli studenti a partire dalla classe terza dell’indirizzo in “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale” dell’istituto "Don Milani". Si prevedono 814 ore complessive tra teoria e tirocinio, in coerenza con quanto previsto dall’ordinamento didattico provinciale dell’Oss.

    Al termine del percorso gli studenti diplomati potranno sostenere direttamente l’esame di qualifica di Oss presso le commissioni d’esame degli enti gestori dei corsi provinciali. Ai diplomati dell'indirizzo in “Servizi per la sanità e l’assistenza sociale” non interessati dal percorso integrativo delle competenze saranno invece riconosciuti, a seconda dell’anno scolastico di conseguimento del diploma, crediti formativi standard spendibili nel caso di iscrizione ai corsi per Oss provinciali, il cui monte ore di formazione sarà conseguentemente ridotto.

    Approvate le direttive per l'adozione del Piano investimenti dell’Azienda sanitaria

    Via libera della Giunta provinciale, su proposta dell'assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione, Mario Tonina, all'adizione del Piano investimenti dell'Azienda provinciale per i servizi sanitari (Apss), un documento che prevede l'assegnazione delle risorse in conto capitale per la realizzazione degli interventi e la riprogrammazione della linea di investimento. Il provvedimento impegna complessivamente 71.480.000 euro per l'edilizia sanitaria e 24.730.000 euro per le attrezzature sanitarie.

    "Con questo provvedimento – ha dichiarato l’assessore Tonina – rafforziamo la programmazione sanitaria, concentrando le risorse sugli interventi strategici in grado di garantire continuità dei servizi, innovazione tecnologica e maggiore sicurezza per cittadini e operatori sanitari. La rimodulazione delle risorse ci consente di accelerare opere fondamentali, riservando inoltre particolare attenzione alla modernizzazione delle strutture ospedaliere, con investimenti su grandi apparecchiature e mezzi di servizio. Si tratta di interventi concreti che guardano al futuro della sanità trentina, rendendola più efficiente, accessibile e vicina alle persone".

    La delibera prevede la completa riqualificazione per lotti dell'ospedale di Rovereto e il finanziamento per un importo di 50 milioni di euro di un primo lotto funzionale dell'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto, destinato ad accogliere le funzioni ad alto impatto tecnologico. L'intervento consentirà di dare avvio alle fasi di demolizione e ricostruzione dell’intero complesso ospedaliero, garantendo la continuità dell’attività sanitaria e portando, nel medio termine, alla realizzazione di una struttura completamente nuova al termine dei vari lotti costruttivi.

    Il piano comprende anche la realizzazione di un primo lotto funzionale di dimensioni adeguate presso l'ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto, destinato ad accogliere le funzioni ad alto impatto tecnologico. Questo intervento consentirà l’avvio delle successive fasi di demolizione e ricostruzione dell’intero complesso ospedaliero, garantendo la continuità dell’attività sanitaria e portando, nel medio termine, alla realizzazione di una struttura completamente nuova al termine dei vari lotti costruttivi.

    Tra gli altri interventi finanziati, figura poi la realizzazione di un centro per atleti paralimpici negli spazi al grezzo di Villa Rosa, un unicum a livello nazionale per la sua completezza di funzioni messa a disposizione nell'ambito della struttura di Pergine Valsugana.

    Per quanto riguarda le attrezzature sanitarie (che comprendono l'ambito tecnologico, i mobili, gli arredi e gli automezzi), la delibera prevede il finanziamento di dotazioni necessarie a garantire i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e l’allestimento delle strutture previste dal Pnrr. In particolare, sono finanziati una risonanza magnetica nucleare (Rmn) da 3 Tesla, la sostituzione della Tac/Pec dell’ospedale Santa Chiara, il finanziamento urgente di nuovi automezzi e l’acquisto di presidi protesici.

    Viene infine confermata la programmazione attualmente vigente per quanto concerne gli interventi di adeguamento tecnologico e normativo e il miglioramento della sicurezza del presidio ospedaliero Santa Chiara.

    Benessere e prevenzione, più forte l'alleanza fra Provincia, Azienda sanitaria, Università e Fbk

    Provincia, Azienda sanitaria, Università e Fbk uniscono le forze per la promozione del benessere e della salute, con l'obiettivo di garantire un adeguato livello di benessere della popolazione. Lo prevede la delibera approvata oggi dalla Giunta provinciale, su proposta degli assessori Mario Tonina (salute), Francesca Gerosa (istruzione e per i giovani) e Achille Spinelli (università e ricerca): si guarda ai sani stili di vita e in particolare alla corretta alimentazione e all’attività motoria quali fattori determinanti per la promozione della salute, oltre che a contribuire alla sostenibilità del sistema sanitario provinciale. “Con questa iniziativa compiamo un passo importante verso un modello di salute che mette al centro il benessere della comunità trentina – sottolinea l’assessore alla salute, Tonina –. Mettere a fattor comune competenze sanitarie, accademiche e di ricerca significa investire sul futuro della nostra terra di Autonomia, rafforzando la prevenzione e promuovendo stili di vita sani, anche grazie a un uso sempre più consapevole dei dati e delle nuove tecnologie, per rendere il nostro sistema sanitario più incisivo ed efficace”.
    L’assessore Gerosa, che ha voluto inserire tra i temi fondamentali di questa legislatura il benessere all’interno delle scuole come priorità, evidenzia come “la scuola è un luogo fondamentale di crescita. Promuovere il benessere, la corretta alimentazione, l’attività fisica e la consapevolezza dei rischi fin dalla giovane età significa crescere ragazze e ragazzi in modo responsabile, facendo capire loro quanto sia importante prevenire e lavorare alla cultura della cura di se stessi. Il coinvolgimento attivo degli studenti, come avviene nei percorsi di peer education, è sicuramente uno strumento educativo che può dare buoni risultati”. Il vicepresidente e assessore all’università e ricerca Spinelli, evidenzia come Università e ricerca svolgano un ruolo strategico nel trasformare la conoscenza in politiche e azioni concrete a beneficio della comunità: “Questa collaborazione dimostra come l’integrazione tra ricerca, innovazione e sanità possa offrire soluzioni importanti per la prevenzione e il monitoraggio della salute, contribuendo allo sviluppo competitivo del Trentino”.

    L’iniziativa si inserisce nel solco del Piano per la salute del Trentino 2015-2025 e del Piano provinciale della Prevenzione 2021-2025 e dà forma a una collaborazione strutturata tra quattro grandi realtà istituzionali del territorio (Provincia autonoma di Trento, Azienda sanitaria universitaria integrata del Trentino, Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler). Una sinergia che punta a rafforzare anche la ricerca scientifica, i cui risultati possono essere applicati concretamente al miglioramento del benessere, riconoscendo salute e qualità della vita come pilastri delle politiche sociosanitarie, anche in una prospettiva di contrasto alle disuguaglianze.

    La delibera definisce peraltro la ripartizione su un arco temporale triennale delle risorse finanziarie, pari a 600mila euro, per un totale di 1,8 milioni di euro. Le risorse serviranno a sostenere le attività di ricerca, anche attraverso borse di dottorato, borse di studio, oltre all’acquisto di materiali e attrezzature e allo sviluppo di strumenti informatici, quali alleati per le diverse attività. La collaborazione mira infatti a potenziare i sistemi di raccolta, aggregazione e analisi di dati, attraverso lo sviluppo di mappe interattive e piattaforme informatiche a supporto della programmazione delle azioni di prevenzione e di una comunicazione più efficace verso i cittadini. Centrale è anche l’impegno sull’educazione e sulla formazione, con particolare attenzione alle nuove generazioni, sui temi degli stili di vita, dell’alimentazione, dell’attività fisica, della mobilità sostenibile, dell’ambiente e dei luoghi di lavoro salutari, insieme allo sviluppo di tecnologie capaci di prevenire, diagnosticare precocemente e monitorare eventuali problemi di salute.

    Il modello organizzativo si fonda sulla collaborazione tra le quattro realtà istituzionali coinvolte e prevede una programmazione delle attività definita annualmente da un Comitato tecnico. Questo organismo è composto dai dirigenti generali dei Dipartimenti provinciali competenti in materia di salute, ricerca, sviluppo economico e istruzione e cultura, ed è affiancato da rappresentanti dell’Università, dell’Azienda sanitaria e della Fondazione Bruno Kessler.

    Un orientamento che si inserisce nel solco di alcune attività sulle quali si è già concretamente investito nelle scuole trentine, come dimostra l’evento che si è svolto il 10 dicembre scorso, dedicato alla rete provinciale delle “Scuole che promuovono salute”, organizzato congiuntamente dai Dipartimenti salute e istruzione e dall’Azienda sanitaria. L’incontro è stato l’occasione per condividere con i dirigenti scolastici le buone pratiche attivate a favore degli studenti e i risultati raggiunti dal programma. L’Azienda sanitaria ha inoltre avviato un percorso di formazione sulla peer education, che ha registrato un’ampia partecipazione. Parallelamente è stata avviata, in collaborazione con il Dipartimento istruzione, una campagna informativa e di sensibilizzazione sulla vaccinazione contro il Papilloma virus, con l’obiettivo di aumentare le coperture vaccinali, ridurre la circolazione del virus e prevenire le infezioni e i tumori Hpv-correlati, e numerose altre campagne, fra cui "La prevenzione ci sta a cuore" per contrastare le malattie cardiovascolari.
    Ultimo aggiornamento: 19/12/2025 19:56:09

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