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Festival dell'Economia: cronaca della giornata e gli interventi del Nobel Yunus, ministro Giorgetti e professor Tremonti

Trento - Tanti esponenti politici, imprenditori e docenti universitari a Trento al Festival dell'Economia con tanti messaggi e qualche apprensione per il futuro. Dentro le sfide del presente.


L’appello a salvare il pianeta del Premio Nobel Muhammad Yunus, il padre del microcredito, che invita a cancellare combustibili fossili, disuguaglianze e disoccupazione. È solo uno dei momenti più emozionanti della giornata odierna in cui il Festival dell’Economia di Trento è entrato nel vivo. Grazie al contributo di quattro ministri, ai numerosi eventi dedicati ai temi dell’attualità: dal PNRR alla guerra in Ucraina, dallo sviluppo sostenibile al metaverso. Un evento che coinvolge i giovani e che stasera ospita il due volte vincitore di Sanremo, Mahmood.


“Open your heart”: il sorriso, l’abbraccio ideale del premio Nobel per la pace 2006 alla sala piena del Teatro sociale aprono l’incontro su “L’impresa sociale per uno sviluppo economico sostenibile”, per il Festival dell’economia di Trento. Muhammad Yunus, il padre del microcredito, racconta com’è nata la sua esperienza virtuosa alla base dello sviluppo individuale di tante persone. “Non sono un banchiere, lo sono diventato. Ero solo un giovane insegnante in un villaggio del Bangladesh. Ogni giorno pensavo a cosa potevo fare, anche piccole cose, per aiutare le persone povere e proteggerle dagli usurai. Allora ho deciso: avrei messo io a disposizione, a tassi onesti, il denaro di cui avevano bisogno per le loro attività: creare un’impresa, vendere le proprie merci, fare il raccolto. Il microcredito funziona così: si prestano pochi soldi, a persone che hanno solo bisogno di sostegno e fiducia. Così abbiamo creato un progetto per lo sviluppo che è sorprendentemente diventato una banca nazionale”.



Il ministro Giorgetti: “Energia, tema di sicurezza nazionale: fondamentale preservare l’industria”
"La transizione energetica è un tema di politica economica. La questione dei prezzi è cominciata ben prima della guerra in Ucraina con i Paesi che hanno scelto di andare verso un mondo decarbonizzato. Oggi c'è il tema della sicurezza nazionale sul fronte dell'energia. Serve grande attenzione rispetto allo stress enorme a cui sono sottoposti alcuni settori. Sicurezza nazionale è anche preservare l'industria". Lo ha detto il ministro dello sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, intervenendo al teatro Sociale, nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento. Intervistato dalla giornalista del Sole 24 Ore Lina Palmerini, l’esponente del Governo Draghi ha parlato - tra le altre cose - anche di crisi energetica, taglio al cuneo fiscale, bonus da razionalizzare e salario minimo.
"L'Italia ha due problemi principali: la dipendenza dai mercati dell'energia e l'altro è il debito pubblico. I costi che stiamo pagando sono danni di guerra. E quindi i danni si pagano con debiti di guerra. L’Europa, come ha fatto con il Pnrr, così deve fare con l'enorme costo per la battaglia della libertà in Ucraina che stiamo facendo. Si deve pagare con un debito comune europeo” ha sostenuto il ministro. Secondo Giorgetti, resta il tema del potere d’acquisto ma, ha avvertito, “non si può mettere in carico alle aziende un ulteriore costo”. Il tema del cuneo fiscale ora potrebbe dunque tornare di attualità: “La vera anomalia del nostro Paese è che lo Stato si prende buona parte del cuneo contributivo e retributivo dei lavoratori”. Il salario minimo, infine, “non deve essere un tabù ma bisogna vedere come si fa. Oggi credo che la priorità sia il recupero del potere d’acquisto, perché i salari in Italia sono bassi: questo è un dato oggettivo”.
Il ministro dello sviluppo economico ha quindi auspicato senso di responsabilità da parte delle diverse forze politiche - portatrici di sensibilità diverse - che compongono il Governo: “L’esecutivo deve avere il coraggio di proporre una razionalizzazione di tutte queste forme di bonus”. A partire dal Superbonus energetico che “deve essere regolamentato e spalmato: andava bene per fare ripartire l’economia, mentre eravamo ancora in emergenza sanitaria. Ma non può essere distribuito a tutti”. E ancora, sul reddito di cittadinanza: “Il tema è spinoso, ma non è possibile che gli imprenditori non trovino manodopera: chi rifiuta per due volte l'occupazione deve perdere il reddito”.


L'ex ministro delle Finanze a ruota libera sui grandi cambiamenti in Europa e nel mondo
Tra globalizzazione e deglobalizzazione. Tema vasto ed affascinante quello affrontato da Giulio Tremonti col consueto piglio, in dialogo nella sala di rappresentanza della Regione con Paolo Magri, vicepresidente esecutivo ISPI. L’ex ministro delle Finanze del governo Berlusconi ha affrontato l’argomento con un ricordo, anzi una datazione del tema: “Ci ragioniamo non da ieri ma da 30 anni. Su questo ho scritto diversi libri, da allora che cosa è accaduto? La globalizzazione è stata un’utopia, l’errore è stata farla in un tempo così breve. Già nel 1988 c’è stata la crisi della globalizzazione, quella che fu definita la grande crisi economica: si è passati dal G7 al G20, una nuova entità politica. Non c’era più il codice linguistico dell’ inglese. Si sono poi confrontate due visioni del mondo, c’era chi voleva riscrivere le regole del mondo. La Bce è diventata una fabbrica del denaro ma da soluzione temporanea è diventata di lungo periodo. La svolta può essere quella di un’inflazione molto difficile da controllare”.
Magri ha chiesto un giudizio a Tremonti sugli USA di Biden: “Più giusto parlare di Occidente, di questa classe dirigente. Ci sono molti apprendisti statisti. L’Europa? Nel 2003 ci fu la proposta di un Eurobond, ora manca un'idea seria di Continente. Nella gestione passata ci sono state molte stranezze”. La Germania è in difficoltà con questa crisi? “Ha avuto un modello di economia mercantile, ora in sofferenza rispetto al passato. Con la Grecia è mancata da parte della signora Merkel la solidarietà, li si ruppe lo spirito dell’Europa. Ora per quanto riguarda la Germania chi di spread colpisce, di spread perisce. È stato inventato, purtroppo, anche il debito uomo”. Più armi o più sanzioni per la crisi Ucraina? “ La sanzione funziona se è minacciata prima, non solo comminata. Ed ora siamo al settimo pacchetto alla Russia. Credo molto che loro possano patire quelle sui rifornimenti meccanici”.
Magri ha poi stimolato Tremonti sulla Cina, come possibile fonte primaria di globalizzazione: “La Cina in realtà va valutata storicamente. In Ucraina passano le loro Vie della seta, non sono felici di quanto sta accadendo ora. Non sono loro, i cinesi, i pericoli del mondo, comunque. Sul lungo periodo credo ci sarà un mondo più internazionale che globale. Servirà un recupero dell’anima, dei valori dell’Occidente. Serve un cogito ergo sum, non un digito ergo sum”. Da Covid e guerra come esce l’Europa? “È giovane l’Europa, nel 2003 proponemmo un esercito europeo. Ci risposero no grazie.

Credo che l’esercito comune sia voluto dalla gente”.


Quale biblioteca per la comunità?
Tra il serio e il faceto, Dario Vergassola ha condotto questa sera alla Biblioteca Comunale di Trento il dialogo dal titolo “L’entropia culturale nella versatilità delle biblioteche contemporanee”, con l’intento di approfondire il tema della valorizzazione delle biblioteche trentine che intendono mettere al centro la comunità, considerandola un interlocutore privilegiato, insieme agli amministratori - gestori delle biblioteche - e i bibliotecari stessi.


A prestarsi per queste interviste “irriverenti” sono stati quattro protagonisti: Giulia Mori, bibliotecaria e archivista, Danilo Dadda, Presidente di Vanoncini Edilizia Sostenibile S.p.a, Mirko Bisesti, Assessore all'Istruzione, Università e Cultura della Provincia Autonoma di Trento, e Silvia Conotter, giornalista e ideatrice del progetto “Il Trentino dei bambini”. L'incontro è stato introdotto da Samuela Calliari, responsabile del Sistema Bibliotecario Trentino.


A condurre il gioco, non poteva che essere il comico e scrittore Dario Vergassola. Tra un applauso e una risata, si è voluto far riflettere gli spettatori sul processo di trasformazione culturale che è in grado di creare una “nuova” biblioteca aperta, accessibile e coinvolgente. I protagonisti del curioso dialogo hanno infatti raccontato il loro lavoro quotidiano e la loro ricerca legata alla promozione della cultura, della lettura e l’incentivo alla frequentazione delle biblioteche. Ognuno da un differente punto di vista. E se il ruolo delle biblioteche è posizionato nella filiera culturale prodotta da un ente locale, bisogna ancor più riflettere su un mestiere, quello del bibliotecario, che assume ancor più un ruolo di difesa della professionalità, se non di impegno civico verso quell'alta missione evocata da Federico García Lorca, in occasione dell'inaugurazione della biblioteca comunale nel suo paese natale: «Una biblioteca [che] è un convegno di libri ordinati e selezionati, a formare una voce contro l'ignoranza, una luce perenne contro l'oscurità».


“Cultura è tutto” - ha introdotto il suo discorso l’Assessore provinciale Mirko Bisesti - “La cultura si può arricchire attraverso nuove esperienze, aprendo gli orizzonti. Non solo allargando gli spazi fisici - e penso a quante opportunità ci ha dato il poter viaggiare con ogni mezzo - ma anche quelli mentali attraverso i libri. L’importante, secondo me, è ricordarsi da dove si proviene. Per questo motivo credo che uno dei compiti fondamentali di noi amministratori sia quello di alimentare la voglia di cultura anche attraverso il buon funzionamento delle biblioteche, che sono presidi culturali e sociali irrinunciabili per creare progresso e crescita economica”.


Il detto che “con la cultura non si mangia” è ormai sdoganato a fronte di molte esperienze, non da ultima quella del progetto “Il Trentino dei bambini”, un binomio perfetto tra marketing turistico e territoriale, che ha portato la giornalista Silvia Conotter a lasciare un posto fisso per lanciarsi nella libera professione. Ormai in essere da qualche tempo, il progetto ha un seguito interessante, ed è stato declinato in un programma televisivo ed in una serie di libri. Silvia è riuscita quindi nell’intento di diffondere cultura attraverso un nuovo modo di raccontare il territorio, più vicino alle famiglie.


Dal mondo imprenditoriale arriva poi l’esempio di Danilo Dadda, che durante il periodo del lockdown ha dato vita in azienda ad un “Book Club”, per condividere con dipendenti e colleghi l e conoscenze apprese, e investire quindi anche sul “piano sociale” della propria azienda, trascurando per un attimo quello del profitto. Da quell'esperienza ne è nata una "gara" a "chi più legge, più conosce". Non senza "incentivi" di lettura, quasi fossero premi di produzione. Certo è che, l'azienda di Danilo può oggi vantare un primato in cultura e conoscenza e i suoi dipendenti fanno a gara per saperne di più.


Infine, la bibliotecaria e archivista Giulia Mori, ha calato la sua testimonianza sul territorio per definire meglio il prezioso ruolo di questa professione, che deve interfacciarsi con gli utenti sempre più esigenti. “Anche la nostra professionalità si è dovuta adattare ai tempi che cambiano e alle esigenze dei lettori - dice - La biblioteca di oggi non è più quella di un tempo. I nostri 134 punti distribuiti sul territorio, ad esempio, hanno la massima flessibilità di orari per intercettare le più svariate esigenze della comunità, hanno sviluppato i servizi in digitale attraverso cataloghi online, app di messaggistica online con il bibliotecario di fiducia, organizzano mostre artistiche all’interno degli spazi pubblici si interfacciano con progetti di sviluppo culturale per tutta la comunità”.


Libia, autorità locali e sviluppo territoriale
Al centro della conferenza “REBUILD: la Libia a partire dalla dimensione locale", che si è tenuta ieri sera a Palazzo Geremia, vi era la cooperazione, basata sullo scambio tra territori, attraverso la formazione degli amministratori di 10 città della Libia.
Il dibattito ha visto la partecipazione della Provincia autonoma di Trento, con l'assessore Mattia Gottardi, della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, con il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin, e del Consiglio Supremo libico, organo centrale che rappresenta tutte le municipalità del paese, con il vicesegretario Tamim Abdul Hafeez Al Na’as. E' emersa l'importanza delle relazioni intrecciate attraverso un progetto di accompagnamento della Libia nella messa in pratica della legge sul decentramento emanata nel 2012, resa attuativa solo nel 2021. Opportunità per le autorità locali libiche ed europee di essere protagoniste nella cornice delle relazioni internazionali nell’area euromediterranea, attraverso scambi di pratiche e costruzione di relazioni “dal basso”.


“Ed è la cooperazione che parte dalla dimensione locale, attraverso la formazione degli amministratori di 10 città della Libia - ha sottolineato l’assessore provinciale agli enti locali Mattia Gottardi - il cuore di questo progetto europeo avviato un anno fa in piena pandemia”. Un’attenzione alla dimensione locale che è per altro caratteristica dei due territori italiani coinvolti, la Provincia autonoma di Trento e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia. Come poi ha aggiunto Gottardi: “Le autorità locali libiche ed europee partner hanno l’opportunità di inserirsi da protagoniste nella più ampia cornice delle relazioni internazionali nell’area euromediterranea, attraverso scambi di pratiche e costruzione di relazioni che partono 'dal basso', dai territori, dalle autorità locali".


Di relazioni storiche tra Italia e Libia ha parlato poi Tamim Abdul Hafeez Al Na’as, vice segretario generale del Consiglio supremo libico - organo centrale con base a Tripoli che rappresenta le 144 municipalità del paese - ricordando che “è risaputo che gran parte della cultura libica ha radici italiane e viceversa”. E con le relazioni intrecciate grazie al progetto è possibile mettere in pratica la legge sul decentramento emanata nel 2012. “Una legge - ha sottolineato il rappresentante del Consiglio supremo libico - che è stata resa attuativa solo nel 2021, quando il governo di unità nazionale ha espresso la volontà politica di attivare un sistema di decentramento”.


“Un partenariato avviato in realtà già dal 2016 dal Comitato delle Regioni - ha evidenziato in seguito Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e vicepresidente della Commissione CIVEX del Comitato europeo delle Regioni - con lo scopo di supportare le municipalità nel fornire servizi migliori, in aree quali assistenza sanitaria primaria, gestione dei rifiuti, amministrazione finanziaria, gestione delle acque e delle acque reflue, e molte altre”.
Zanin ha anche ricordato che con REBUILD si raccoglie l’eredità dell’Iniziativa di Nicosia, un programma di cooperazione decentrata promosso dal Comitato Europeo delle Regioni al quale il Trentino ha aderito negli anni passati, attraverso il coinvolgimento del Centro per la Cooperazione Internazionale di Trento (CCI).
Il ruolo del partner tecnico CCI è infatti quello di supportare il rafforzamento delle competenze, attraverso un sistema permanente di formazione erogata dalle università libiche alle relative municipalità. In un’ottica di scambio paritetico, come avverrà nella prossima Summer School di fine giugno che vedrà l’arrivo in Trentino di 20 funzionari delle città della Libia coinvolte. Il progetto è stato infine definito dal moderatore, il giornalista de Il Sole 24 Ore Roberto Bongiorni, “un’occasione per i cittadini libici di ottenere servizi pubblici in base ai loro bisogni e su cui poter basare un futuro di prosperità”

Ultimo aggiornamento: 03/06/2022 23:17:58
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