TRENTO - "
Il disegno di legge sull’assestamento di bilancio contiene delle misure positive, ma è indubbio che su qualità dell’occupazione, selettività degli incentivi alle imprese e famiglia si può fare di più e meglio. Soprattutto alla luce del fatto che si tratta di una manovra ricca, con 1.237 milioni di euro di risorse in dote e che le casse di Piazza Dante hanno una liquidità record di 4.658 milioni di euro, il 161% in più rispetto al 2018. Non si tratta di oculatezza, ma di inefficiente programmazione che ingessa il bilancio dell’Autonomia”, hanno ribadito questa mattina i segretari di
Cgil Cisl Uil,
Andrea Grosselli,
Michele Bezzi e
Annalisa Santin, partecipando all’audizione in I Commissione. Durante l’incontro le tre sigle hanno presentato il loro documento unitario indicando le priorità delle parti sindacali. Hanno anche stigmatizzato ancora una volta il metodo visti i tempi risicatissimi di discussione concessi alle parti sociali. “
La maggioranza comprime eccessivamente gli spazi del confronto concertativo limitando così di fatto il ruolo delle associazioni di rappresentanza. Ma con questo disegno di legge di assestamento di bilancio si è davvero superato il limite”.

A fronte di un assestamento “ricco” garantito anche grazie al gettito Irpef dei lavoratori e dei pensionati e in forza del fenomeno del drenaggio fiscale che di fatto ha aumentato il carico fiscale su queste categorie Cgil Cisl Uil hanno sottolineato, in un periodo di piena occupazione, l’urgenza di investire sulla qualificazione della forza lavoro, proponendo un piano straordinario di formazione continua “
per scongiurare il rischio o almeno ridurre l’impatto negativo dei potenziali effetti sul mercato del lavoro della rivoluzione digitale e dell’applicazione massiccia delle tecnologie dell'Intelligenza Artificiale”. E allo stesso tempo chiedono di mettere in campo azioni concrete per innalzare la qualità della domanda di lavoro delle imprese locali che oggi pagano salari più bassi in media del nord Italia. Un investimento in qualità che significa anche stabilità visto che in provincia aumenta la percentuale di occupazione precaria, e riguarda soprattutto donne e giovani.
Altra questione prioritaria, legata a filo doppio alla qualità dell’occupazione, è rilanciare crescita e produttività del sistema economico. Obiettivo che per i sindacati ha una strada obbligata: un maggiore e più selettivo sostegno agli investimenti in innovazione delle imprese. Per questa ragione Cgil Cisl Uil chiedono una maggiore e più efficace selettività degli sgravi Irap e dei sostegni pubblici alle aziende. “
Se è positivo che la Giunta nella proposta di revisione delle agevolazioni Irap intenda premiare le aziende che stipulano nuovi contratti collettivi territoriali e/o aziendali per il miglioramento dei trattamenti salariali dei propri addetti, sarebbe auspicabile aumentare la selettività complessiva degli sgravi Irap magari incentivando, accanto alla contrattazione, anche la stabilizzazione dei contratti a termine e gli investimenti incrementali in ricerca e sviluppo.
Riteniamo poi sbagliato eliminare gli sgravi Irap alle imprese che crescono a livello dimensionale e occupazionale”.
Dunque il tema famiglia e sostegno alla natalità. Per i sindacati non servono politiche improvvisate, leggi bonus terzo figlio, ma misure strutturali che rimuovano gli ostacoli che oggi molte coppie hanno davanti nella scelta per il primo e il secondo figlio. Misure strutturali che sono l’indicizzazione dell’Icef per i sostegni alle famiglie, ma anche un rafforzamento dei servizi educativi e degli strumenti di conciliazione.
Le tre sigle hanno posto l’accento anche sulla sanità, chiedendo di migliorare la risposta ai bisogni di salute dei cittadini, ed in particolare di quelli più fragili e degli anziani, e misure concrete sul fronte del bisogno abitativo, puntando non solo sulla manutenzione degli immobili Itea, ma anche sulla realizzazione di nuovi alloggi a canone sostenibile e moderato.
Di diverso avviso Confindustria, questo il commento del presidente di Confindustria Trento Lorenzo Delladio. "Possiamo ritenerci soddisfatti della manovra di assestamento che ha messo in campo delle risorse importanti nel complesso, e in particolare per il comparto industriale trentino: dai 90 milioni sul bilancio APIAE ai 35 su Trentino Sviluppo fino ai 20 milioni sulla filiera Dana.
In generale abbiamo richiamato l’attenzione su alcuni aspetti che riteniamo fondamentali per rilanciare la competitività delle nostre imprese in una fase di ciclo economico ancora fragile. Un primo aspetto su cui intervenire riguarda sicuramente la fiscalità e per questo motivo abbiamo richiesto dei correttivi alla misura proposta per l’IRAP perché andrebbe ad abrogare un’agevolazione premiale all’1,5% per chi incrementa l’occupazione, che invece era stata confermata per tutto il 2025, e introdurrebbe una nuova agevolazione al 2%, sempre riferita all’anno in corso, per chi sottoscrive contratti integrativi con incrementi retributivi, di difficile applicazione per come è strutturata.
Del resto, le retribuzioni del comparto industriale trentino, come dimostrano i dati della Provincia, sono tra le più elevate tra i settori dell’economia provinciale. Ciò vale anche per quelle aziende che non hanno contratti integrativi, ma che garantiscono in altro modo livelli salariali competitivi.
Altro tema prioritario, in questo momento, è quello degli alloggi per i lavoratori su cui apprezziamo gli impegni della Provincia, ma sollecitiamo delle soluzioni di breve periodo al fianco di quelle con orizzonte ampio.
Dal punto di vista del costo dell’energia siamo consapevoli che le soluzioni debbano arrivare in primis dall’Europa e poi a livello nazionale, ma anche a livello provinciale possiamo fare qualcosa. Incentivare investimenti aziendali in energia rinnovabile per garantirci una maggiore autonomia, riteniamo quindi sia una strada giusta su cui proseguire a puntare.
Sempre in ottica di investimenti, apprezziamo la creazione del nuovo Fondo strategico su cui abbiamo però richiesto uno stanziamento maggiore rispetto ai 30 milioni previsti, ritenendolo uno strumento importante per le imprese, come dimostrato nella precedente esperienza provinciale. In generale, stimolare gli investimenti delle imprese per renderle più produttive e competitive deve essere l’obiettivo principale della politica territoriale, a beneficio di tutta la comunità".