Chiuro (A.Pa.) - Mirco, questo è il nome in codice di Ettore Carnevale, partigiano e capo della Squadra Volante della Divisione Val Grande. Ettore Carnevale, 95 anni, originario di Premosello (Verbano-Cusio-Ossola) e dagli anni '60 residente in Valtellina e ora a Chiuro (Sondrio) ricorda gli anni vissuti al fronte e la sua attività nella "squadra volante" che lo ha portato a combattere tedeschi e fascisti, salvare Domodossola ed entrare a Milano. Poi l'attività nelle centrali idroelettriche della Valtellina.
Nato in Val d'Ossola, Ettore Carnevale frequenta le scuole superiori e prende il diploma di perito industriale - indirizzo elettrotecnico - che lo proietterà in un'attività lavorativa nell'ambito del settore idroelettrico. Oggi è un fiume in piena, racconta la storia e gli anni vissuti nella sua Val Grande, in Piemonte, da partigiano nella divisione Val Grande che combattè contro i tedeschi.
L'ATTIVITA' PARTIGIANA
Fin da giovane entra nei gruppi partigiani per combattere tedeschi e fascisti. L'8 settembre 1943 Ettore Carnevale viene avvertito che i tedeschi lo cercano in tutta la Val Grande per arrestarlo perché sospettato di aver fornito armi ai nascenti partigiani della Val Grande.
"A quel punto cerco rifugio - racconta Ettore Carnevale - e mi impegno a portare un messaggio a Luigi, capitano delle truppe partigiane in Val d'Intelvi che organizzano con gli americani l'arrivo di aerei in Val Grande dove vennero lanciati verso le nostre postazioni i mitra che ci servirono, prima per difenderci dagli attacchi tedeschi, poi salvare la grande diga che volevano far saltare e che avrebbe distrutto l'intera vallata e Domodossola". Durante i combattimenti Ettore Carnevale rimase ferito a una gamba seriamente e all'occhio destro: "E' un ricordo - dice - che mi sono portato in tutta la mia vita".
Nell'Alto Piemonte orientale c'erano tre divisioni: la Val Grande, con Mirco (Ettore Carnevale), quindi la Garibaldina Valsesia e la Val Toce.