Un risultato reso possibile anche grazie al lavoro sulla qualità fatto con il piano di valorizzazione del Bitto, alla cresciuta notorietà delle Dop e alle campagne di comunicazione effettuate che hanno portato di riflesso i frutti sperati, con un aumento della remuneratività del prodotto nel biennio 2021-2022”.
Secondo la nuova indagine di SG Marketing "Conoscenza e percepito dei formaggi Bitto e Valtellina Casera DOP nel consumatore nazionale”, è infatti cresciuta anche la notorietà dei due formaggi presso il pubblico nazionale rispetto al 2021: +5 punti percentuali per il Bitto e +2 punti percentuali per il Valtellina Casera. Oggi Bitto e Valtellina Casera sono conosciuti dal 27% degli italiani, con una penetrazione al consumo rispettivamente del 16% e del 17% (+3 e +2 punti percentuali sul 2021). Una conoscenza che aumenta tanto più ci si avvicina al Nord, con picchi del 57% in Lombardia e del 47,5% al Nord Ovest e con una penetrazione al consumo del 42% e del 34%. L'analisi identifica inoltre per entrambi i formaggi una propensione media di consumo incrementale (ovvero il saldo tra chi dichiara di voler ridurre il consumo e chi ammette di volerlo aumentare) pari al 10% per il Bitto e al 14% per il Valtellina Casera).
Chi li degusta infatti se ne innamora: dopo il primo assaggio, che in genere avviene fuori casa (al ristorante o dal produttore), la maggior parte dei consumatori dichiara infatti di aver continuato ad acquistarli (Bitto 65%; Valtellina Casera 69%) presso la grande distribuzione e nei negozi specializzati.
Tra questi, più di uno su tre è "gourmand” (acquista nei negozi specializzati, presta attenzione alla Dop come espressione di storia e territorio, tiene alla filiera e al km0 e consuma spesso il formaggio fuori casa), con una quota del 36% per il Bitto e 38% per il Valtellina Casera. Non a caso i conoscitori e i consumatori delle due Dop sono più sensibili alla qualità che al prezzo e alle promozioni, rispetto alla media: quelli del Bitto sono più attenti alle caratteristiche del prodotto (48%), alle certificazioni (41%), alla provenienza del latte italiano (40%); i conoscitori e consumatori di Valtellina Casera sono più sensibili alla provenienza del latte da allevamenti di montagna (20%).
Le modalità preferite di assaggio? Vince il formaggio in purezza (57% Bitto e 58% Valtellina Casera), nelle ricette (45% e 50%), all'interno di taglieri (41% e 42%). Un'occasione per ribadire il legame imprescindibile con il territorio e i pascoli della Valtellina. Il Bitto infatti è fortemente influenzato dai pascoli, che forniscono ogni anno profumi e sentori diversi in base all'alpeggio e alle condizioni climatiche, perfetto da degustare in purezza, sia "da giovane” quando il suo sapore è dolce, delicato e racchiude in sé i profumi dell'alpeggio; sia con il procedere della maturazione, possibile sino a dieci anni, con il suo sapore intenso; mentre il Valtellina Casera è l'ingrediente ideale per insalate e ricette locali, a partire dai pizzoccheri agli Sciatt.