Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che compromette anche le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
“In un Paese comunque piovoso come l’Italia che per carenze infrastrutturali trattiene solo l’11% dell’acqua, occorre un cambio di passo nell’attività di prevenzione”, dichiara il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “bisogna evitare di dover costantemente rincorrere l’emergenza con interventi strutturali”. Il primo passo è “la realizzazione di piccole opere di contrasto al rischio idrogeologico, dalla sistemazione e pulizia straordinaria degli argini dei fiumi ai progetti di ingegneria naturalistica, per questo – conclude Prandini – abbiamo ideato ed ingegnerizzato e poi condiviso con Anbi, Terna, Enel, Eni e Cassa Depositi e Prestiti la messa in cantiere di una rete di circa mille laghetti nelle zone di media montagna da realizzare senza cemento e da utilizzare per la raccolta dell’acqua da distribuire in modo razionale in primis ai cittadini, quindi all’industria e all’agricoltura”.
I PREZZI - In controtendenza balzano i prezzi al consumo della frutta fresca che fanno segnare un aumento dell’8% ma crollano quelli pagati agli agricoltori con quotazioni che non coprono neppure i costi di produzione. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione a luglio che registra una spinta al rialzo dei prezzi dell’1,4% per gli alimentari, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, mentre l’andamento generale su base annua vede il Paese in deflazione (-0,4%), con una situazione che non si verificava dal giugno 2016.
Nel carrello della spesa si rilevano aumenti – sottolinea Coldiretti - anche per il pesce surgelato (+3,5%), pasta (+3,2%), zucchero (+2,7%), uova (+2,4%), carni (+2,4%), formaggi (+1,5%) e latte fresco (+1%), legati agli sconvolgimenti della domanda di un mercato che non riesce ancora a tornare alla normalità pre-covid.
Una situazione che ha favorito le speculazioni al ribasso nei campi e nelle stalle con il paradosso che mentre i prezzi al consumo aumentano quelli pagati agli agricoltori e agli allevatori crollano. Casi emblematici sono quelli della Puglia dove gli agricoltori che producono meloni e angurie si vedono corrispondere pochi centesimi al chilo e dell’Abruzzo dove i coltivatori del Fucino hanno addirittura deciso di donare alle famiglie più bisognose parte dei raccolti rimasti in azienda perché sottopagati fino alla metà rispetto allo scorso anno.
Occorre dunque evitare che i comportamenti scorretti di pochi compromettano il lavoro della maggioranza degli operatori della filiera in una situazione in cui quasi 4 aziende agricole su 10 (37%) secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’ hanno registrato un deciso calo dell’attività a causa degli effetti della pandemia.
Alle speculazioni si sommano peraltro gli effetti del clima impazzito – rileva la Coldiretti – con il moltiplicarsi di eventi estremi come caldo torrido, gelo, grandine, nubifragi e siccità che compromettono le produzioni di frutta e verdura provocando la perdita del lavoro di un intero anno in molte aziende agricole.
In un momento difficile per l’economia e l’occupazione nazionale il consiglio della Coldiretti è di acquistare prodotto italiano e sostenere la campagna #mangiaitaliano, verificando sempre, laddove possibile, l’origine nazionale in etichetta.?