VILMINORE DI SCALVE (Bergamo) - La comunità di Oltrepovo compie un passo decisivo per il recupero e la gestione condivisa di un patrimonio che affonda le proprie radici nella storia del territorio: gli usi civici e i beni collettivi.

Presso il Palazzo Pretorio di
Vilminore di Scalve, si è svolta l’assemblea pubblica di presentazione e approvazione dello statuto della Comunità dei Beni Civici di Oltrepovo, segnando ufficialmente la rinascita di un’istituzione che per secoli ha rappresentato un pilastro dell’equilibrio tra comunità, ambiente e risorse. Gli usi civici sono diritti collettivi di origine antichissima che regolano l’uso, condiviso comunitariamente, di risorse fondamentali del territorio, come pascoli, boschi, acque e terreni.
Nel corso del Novecento molti di questi istituti sono stati progressivamente svuotati di ruolo, fino a entrare in una sorta di “terra di nessuno” amministrativa. Questo è quanto accaduto anche a Oltrepovo, antico comune autonomo comprendente le frazioni di Bueggio, Teveno, Nona e Pezzolo (al di là del torrente Povo che, a quote più alte, prende il nome di Gleno), oggi tutte parte del Comune di Vilminore di Scalve.
Da anni i beni e i diritti civici erano formalmente esistenti ma privi di un soggetto con la facoltà di amministrarli, valorizzarli e difenderli. La legge nazionale 168 del 2017 riconosce i domini collettivi come ordinamenti giuridici primari e componenti fondamentali del sistema ambientale e culturale nazionale, aprendo così la strada per una possibile ricostituzione. Da qui nasce il percorso che ha condotto alla costituzione della Comunità dei Beni Civici di Oltrepovo. La sua funzione principale sarà l’amministrazione dei beni collettivi e dei diritti di uso civico insistenti sul suo territorio: fabbricati rurali, risorse fondiarie e una serie di diritti su beni di terzi, documentati da fonti storiche e catastali.
L’associazione non persegue finalità speculative: ogni eventuale provento derivante dalla gestione dei beni dovrà essere reinvestito in attività di manutenzione, tutela ambientale, recupero del patrimonio e progetti a beneficio della collettività.
L’obiettivo è riattivare un modello di gestione sostenibile, partecipata e solidale, capace di generare valore nel lungo periodo. Durante l’assemblea del 20 dicembre, Riccardo Rao – professore dell’Università degli Studi di Bergamo – ha offerto un inquadramento storico e sociale del fenomeno degli usi civici, che in Alta Val Seriana e in Val di Scalve sono documentati da oltre un millennio. Nel corso dell’assemblea è stato presentato anche un caso di studio di rilevanza nazionale, quello Consorzio degli Uomini di Massenzatica (nell’area del Delta del Po), uno degli esempi più avanzati e concreti di gestione collettiva del territorio. A illustrarne l’esperienza, Carlo Ragazzi, presidente del Consorzio e figura di riferimento a livello nazionale sui temi dei domini collettivi, che ha affiancato e supportato la Comunità di Oltrepovo nel percorso di ricostituzione dell’associazione.
La ricostituzione della Comunità dei Beni Civici di Oltrepovo è stata possibile anche grazie al supporto dell’amministrazione comunale, che ha accompagnato il percorso riconoscendone il valore istituzionale, storico e territoriale e favorendo il ritorno della gestione dei beni collettivi in capo alla comunità stessa. Così racconta Pietro Orrù, Sindaco di Vilminore di Scalve: "Oggi l’Oltrepovo ritrova una parte di sé. Dopo oltre venticinque anni di silenzio e vuoto istituzionale, la Comunità dei Beni Civici torna a vivere, grazie all’impegno collettivo e alla volontà di custodire ciò che gli appartiene da secoli. Non è stato un percorso semplice: ogni passo ha richiesto pazienza, dialogo e la determinazione ad affrontare difficoltà spesso invisibili, ma reali. Abbiamo lavorato insieme per restituire memoria, radici e la possibilità di costruire un futuro fatto di cura e rispetto per il territorio.
Ho sempre sostenuto che la forza di una comunità risiede nel prendersi cura dei propri legami e delle proprie risorse, con dedizione e passione, giorno dopo giorno. Questa “sfida vinta” ne è la prova".
Con la lettura e l’approvazione dello statuto e la votazione finale dell’assemblea, la Comunità dei Beni Civici di Oltrepovo è entrata ufficialmente in una nuova fase operativa, restituendo alla comunità un ruolo diretto nella cura del proprio territorio e rilanciando un’idea di bene comune che guarda alla storia per costruire il futuro.