Il turismo montano invernale incide per una quota di circa l'11% sul totale del pil turistico nazionale, rappresentando quindi una cifra di poco superiore all'1% del complessivo pil italiano.
LOCKDOWN, BILANCIO SOCIO-ECONOMICO DEVASTANTE
Chi pagherà queste perdite miliardarie? Chi risarcirà intere zone montane per le decisioni assunte? Nonostante la catastrofe socio-economica generata dagli ultimi mesi di limitazioni per larga parte inefficaci, contraddittorie e controproducenti, l'Esecutivo non sembra voler cambiare idea per la furia di cittadini e interi territori che dopo mesi di "assuefazione" alle decisioni di Governo e Regioni, ora vedono un futuro ancora più a rischio per la tenuta socio-economica: a Natale l'idea è quella delle limitazioni agli spostamenti "non necessari", con una misura ad hoc per la chiusura degli impianti sciistici.
Medici ed esperti di Cts e Iss sostengono la decisione, si cerca la quadra a livello europeo ma l'apertura della Svizzera (Paese extra-UE che tra l'altro non mette finora nella sua 'black-list' le regioni del Nord Italia, favorendo di fatto il suo mercato turistico di importazione, allo stato attuale bloccato perché in zona rossa o arancione) e la posizione al momento attendista di Austria e Slovenia rischiano di rovinare i piani al premier Conte: nel caso di un mancato piano europeo di chiusura natalizia e di un'apertura dei confini regionali, come contromisura - per evitare la gita Oltralpe degli appassionati di sci - si pensa a quarantena e tampone per chi rientra dall'estero.