E’ il caso della Provincia di Brescia che, dal 2017, ha destinato alle comunità montane bresciane il 100%, dedotte le spese di funzionamento provinciale, delle risorse provenienti dai canoni per le piccole derivazioni, unico esempio in Italia: per la Valle Camonica significano 500mila euro all’anno; e questo accadeva mentre la Regione bocciava un ordine del giorno presentato dal PD nella scorsa legislatura per estendere a tutta la montagna lombarda il famoso 100% riservato alla sola Valtellina.
Il PD camuno e bresciano, con il sottoscritto e Michele Zanardi, aveva già espresso preoccupazione per l’assenza di un percorso di condivisione nazionale, essendo l’energia ancora una competenza concorrente tra Stato e Regioni: c’era già il ricorso della Regione Toscana, altri erano preannunciati dagli attuali concessionari: è chiaro che l’odierna impugnativa del Governo è purtroppo l’amara conseguenza della confusione generata dalla norma regionale!
Occorre ricordare che il decreto Bersani è del 1999 e che nessuno in questi vent’anni (compreso quindi, purtroppo, i diversi Governi Nazionali, di cui anche il PD ha fatto parte) - continua Mottinelli - ha emesso i decreti attuativi; la modifica del 2019 del Governo Lega-Movimento 5 Stelle ha aperto la strada alle leggi regionali, ma anche ai ricorsi; per cui da più parti emergeva la necessità di chiarimenti prima di andare avanti.
Regione Lombardia ha voluto a tutti i costi forzare la mano, approvando la legge in piena emergenza sanitaria, con l’annuncio di un rinvio da parte del Governo, ben sapendo che l’impugnativa governativa sarebbe stata un atto dovuto, come è poi regolarmente accaduto. Ancora, Regione Lombardia, dopo il fallimento del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, che avocava allo stato la competenze per l’Energia, poteva richiedere nel percorso di riconoscimento dell’autonomia al Governo la competenza sulle derivazioni idroelettriche, ma non l’ha fatto!".
L'AZIONE DEL GOVERNO
"Il ricorso del Governo alla legge regionale della Lombardia - sottolinea Pier Luigi Mottinelli - è coerente con i contenuti della mozione n. 1-00312, approvata dalla Camera nella seduta del 28 gennaio 2020, che chiede una necessaria revisione della disciplina per la riassegnazione delle concessioni di grande derivazione idroelettrica: la mozione venne votata all’unanimità, e quindi anche dalla Lega e dalle forze politiche che governano Regione Lombardia: anche qui a dire, oltre la propaganda, che tutte le forze politiche concordano sulla necessità di ben ponderare la nuova disciplina".
"In questo contesto aggiunge il segretario del PD camuno - occorre segnalare l’inserimento dell’energia idroelettrica nel cosiddetto Golden Power del DL Liquidità, che tutelerà le aziende italiane, e ciò a fronte di una pericolosa apertura, se non un incoraggiamento, allo shopping delle centrali lombarde da parte delle multinazionali contenuta nella nostra legge regionale".
LA PROPOSTA
Ma ora cosa si fa? Aspettiamo le sentenze e i pronunciamenti della Corte Costituzionale? "Abbiamo proposto al Governo, per tramite dei nostri parlamentari - precisa Mottinelli - di mantenere l’indizione delle gare entro il 2023, ma con condizioni migliorative di quelle di RL sui canoni: il Partito Democratico ritiene prioritario l’attuazione del Decreto Bersani (Dlgs. 79/99), ma questo deve avvenire nel rispetto delle competenze concorrenti tra Stato e Regioni sul tema energetico e se il legislatore nazionale riporterà alla nostra Valle e per la montagna lombarda le stesse condizioni della Valtellina, ne saremo felici!".
"Nel frattempo, non servono nuove leggi, solo volontà, chiediamo con forza che Regione Lombardia, senza farsi scudo dei ricorsi alla legge, provveda da subito – conclude Mottinelli - a ripartire i canoni al 100% a tutte le zone montane, senza distinzioni, e ad attivarsi per portare a casa i canoni aggiuntivi provvisori".