Tra aprile e giugno, con l’intensificarsi delle conseguenze connesse all’emergenza sanitaria, la contrazione nel numero delle nuove iniziative imprenditoriali si è fortemente accentuata, facendo registrare 409 iscrizioni (erano state 740 nel secondo trimestre del 2019). Contestualmente, hanno frenato anche le cancellazioni risultate 293 (contro le 421 dell’anno precedente).
Con riferimento alla forma giuridica delle aziende, le imprese individuali continuano a rappresentare oltre la metà dello stock delle attività esistenti (il 55,0%). Le società di capitale incidono per il 22,1%, le società di persone per il 20,6%, mentre il peso delle altre forme giuridiche è pari al 2,4%. La variazione rispetto al giugno del 2019 risulta negativa per le società di persone e per le altre forme (-2,4%) e, seppur in modo più contenuto, anche per le imprese individuali (-0,6%). La performance migliore, come rilevato da ormai alcuni anni, spetta alle società di capitale (+2,2%).
In termini di numerosità d’impresa, i principali settori economici si confermano l’agricoltura con 11.911 imprese, il commercio con 8.280 e le costruzioni con 7.313. Al 30 giugno il numero totale delle imprese artigiane si è assestato a 12.172 unità (pari al 24,0% del tessuto imprenditoriale locale), con un calo su base tendenziale dello 0,1%. All’interno dell’universo delle imprese artigiane prevalgono i settori delle costruzioni (5.240 realtà) e del manifatturiero (2.396) che, complessivamente, rappresentano quasi il 63% dello stock.