Il vescovo di Trento, monsignor Lauro Tisi ha lanciato un messaggio forte nell'omelia di Pasqua, in cattedrale
"Tutti conosciamo le fatiche delle donne e degli uomini nel dare credito al sepolcro vuoto e alla notizia che il Risorto abita la Storia. Su questo terreno si affollano dubbi e interrogativi, che facilmente assecondiamo. Non siamo altrettanto risoluti nel mettere sotto la lente d’ingrandimento un’esistenza che, spesso, appare più come un sepolcro, piuttosto che l’habitat della vita. Da qui deriva anche quel vero mobbing sociale che giudica e incasella, emettendo su tutto e su tutti sentenze senza appello. Sulle ragioni del disagio esistenziale si sorvola, nessuno si interroga e si fatica a dare credito a chi propone spazi di rilancio e di fiducia. Fanno impressione i dati sulle varie dipendenze, da cui nessuna età è esclusa. Ma ben poco ci si avventura nel cercarne le cause e individuare vie d’uscita.
Talvolta sembra che abbiamo più paura della vita che della morte; anche il testo evangelico presenta questa verità: le donne davanti alla notizia della Risurrezione hanno paura.
Ma “Egli vi precede in Galilea, là lo vedrete” (Mc 16,7). Il luogo primo e fondamentale dove trovare il Risorto è la Storia. Per far ripartire la vita serve andare nella Galilea che è il quotidiano delle persone.
Lì potremo trovare il Risorto. Negli angoli dell’umanità e delle periferie dove uomini e donne si assumono la fatica di frequentare la vita con senso di responsabilità.