Anche in questa seconda occasione, l’aggressione terminava grazie all’intervento della figlia della vittima che gestisce il locale e riusciva a far allontanare i due aggressori.
A tal punto la vittima, dolorante per le lesioni riportate, richiedeva l’intervento dei carabinieri. Con stupore veniva nuovamente raggiunta dalla ciclista, evidentemente non soddisfatta, in compagnia di un altro uomo, che richiedeva minacciosamente spiegazioni su quanto avvenuto, intimidendo il povero uomo.
LE INDAGINI - L’arrivo dei carabinieri faceva si che la ciclista si allontanasse frettolosamente. Una volta presa conoscenza della situazione nel suo evolversi nei tre episodi narrati. Iniziavano le attività d’indagini, da subito, l’identificazione dell’uomo dell’ultimo evento che, su due piedi, riferiva di non conoscere bene la donna, in difesa della quale era intervenuto, ma di sapere che è la figlia di un conoscente di cui non sapeva bene l’identità.
Le serrate indagini condotte dalla Stazione carabinierri di Trento in ordine all’increscioso e ingiustificabile evento ha permesso in poco tempo di identificare le tre persone responsabili. Il tutto infatti, con somma sorpresa degli stessi carabinieri, è partito dallo scoprire che il terzo uomo era poco di meno che il padre della ciclista, e non il conoscente del padre della stessa; da lì il passo è stato breve e si è riusciti a identificare la donna e il compagno convivente della stessa, quale l’uomo che ha aggredito alle spalle la vittima, che si era fatta medicare dal Pronto soccorso del Santa Chiara di Trentp che gli diagnosticava lesioni guaribili in meno di dieci giorni.
Ora la donna e i due uomini, di cui uno albanese, dovranno rispondere del reato di lesioni personali all’autorità giudiziaria di Trento.