Nel corso delle attività investigative, portate avanti dalla Squadra Mobile, sono emersi più episodi di maltrattamenti fisici e psicologici.
In particolare, in un’occasione, nel cuore della notte il cittadino bosniaco ha svegliato la moglie rimproverandola di aver baciato un amico, distruggendole il tablet, per ritorsione, nonché le ha tagliato con una forbice le borsette l’ha colpita con schiaffi e pugni, servendosi anche di un bastone, provocandole la rottura del timpano.
In altre occasioni nel mese di dicembre, l’ha prima colpita con uno schiaffo e poi l’ha minacciata con un coltello. L’epilogo di questa escalation di violenza, che ha indotto la donna ad allontanarsi dalla casa familiare trovando rifugio da un’amica, vi è stato metà dicembre dell’anno appena trascorso. Nell’occasione la donna si è vista percuotere con decisione dal marito, che le ha stretto il viso violentemente. Pertanto si è determinata nel denunciare il coniuge presso la Questura di Trento.
Allo stesso modo la Polizia di Stato ha dato esecuzione ad un allontanamento dalla casa familiare a carico di un trentino che ripetutamente ha maltrattato e molestato la sorella, provocandole un forte stato di ansia ed agitazione, determinando la consumazione del reato di stalking.
In particolare, la donna è stata costretta a cambiare le sue abitudini, rinunciando a recarsi da sola presso la casa paterna nonché a uscire in orario notturno per timore che il fratello le impedisse, come già accaduto, di rientrare nella sua
abitazione.
I due vivono in appartamenti diversi ma nella medesima palazzina. L’uomo in passato ha impedito alla sorella di rientrare a casa chiudendole dall’interno il protone di ingresso del palazzo, In più di un’occasione ha molestato la donna, ingiuriandola con epiteti offensivi nonché minacciandola di aggredirla fisicamente. Circostanza effettivamente avvenuta allorché si è scagliato contro la donna provocandole diverse ecchimosi sul braccio e sulla schiena.
Al termine delle indagini, la Procura della Repubblica di Trento ha richiesto al Giudice per le Indagini Preliminari, che ha acconsentito, l’emissione del provvedimento del divieto di avvicinamento alla vittima.