Gli agenti della Polizia Locale delle Giudicarie, visto il ripetersi del reato, hanno avviato le indagini per risalire all’autore dei fatti, grazie all’ausilio di alcune fototrappole per poter monitorare i cimiteri.
Ora sono al vaglio degli operatori centinaia di fotogrammi, una volta identificato, il colpevole dovrà rispondere di «furto aggravato su cose esposte alla pubblica fede» e “vilipendio di tombe”, reati per i quali le pene sono particolarmente severe.
Proprio l’anno scorso in questo periodo la Polizia Locale delle Giudicarie aveva denunciato alla Procura della Repubblica due donne che, a Tione e a Porte di Rendena, avevano commesso reati della medesima tipologia.