Non hanno partecipato al voto Rossi e Dallapiccola (PATT), astenuti i consiglieri di PD e Futura.
Già nella scorsa legislatura Cia aveva provato a far includere la valle nella lista dei beni patrimonio dell’umanità, tuttavia la maggioranza di centrosinistra l’aveva dichiarata, per voce dell’allora Assessore Mauro Gilmozzi, “non abbastanza unica”.
Quest’anno il consigliere Cia è tornato alla carica con una proposta più completa che richiama: le piramidi di Segonzano (ricordando che la petizione da lui lanciata nel 2015 su Change.org ha raccolto oltre mille firma in poche ore), i 708 chilometri di muretti a secco e uno dei paesaggi viticoli più fortemente identitari e riconoscibili d’Italia, le numerose Chiese antiche, la storia di questa Valle che è la culla della viti-enologia trentina, che mostra – tramite l’Urbario di Cembra e Lisignago del 1288 d.C. – le “prime e più antiche forme di libertà aziendale e personale dell’Europa Medievale”, che è stata meta di artisti come Albrecht Dürer e Joanna von Isser Grossrubatscher e teatro di invasioni napoleoniche, le molte tradizioni e feste (Cia richiama la Canta dei mesi, il “Trato marzo”, i riti dei coscritti e il Palio Raglio).
“Sono contento – commenta il consigliere di AGIRE – che il Consiglio abbia compreso l’importanza che riveste l’attivazione di questo iter per il rilancio della Valle di Cembra. E’ da notare che da secoli i cembrani vivono, amano, dissodano e lavorano la terra con grandi sforzi sviluppando modelli di gestione del paesaggio, di cooperazione e di autogoverno. Credo che un tale riconoscimento possa essere a portata di mano, anche alla luce del recente inserimento delle colline del Prosecco tra i beni dell'umanità".