Trento - I capigruppo di minoranza in Consiglio provinciale a Trento - Ugo Rossi, Giorgio Tonini, Paolo Ghezzi, Filippo Degasperi, Piero Degodenz e Alex Marini - al termine della discussione e dell'approvazione della manovra anticrisi hanno eleborato un documento, come proposta di ordine del giorno al disegno di legge 55 e inviato al presidente dell'assemblea provinciale, Walter Kaswalder.
GARANTIRE E INNOVARE LA FINANZA PUBBLICA DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
"Una crisi di inedita e straordinaria gravità L’emergenza dovuta al “coronavirus” ha già determinato, accanto alle terribili conseguenze di salute pubblica, pesantissime ripercussioni sulla situazione sociale ed economica, che stanno assumendo dimensioni e caratteristiche inedite e straordinarie, anche nel nostro Trentino.
La seconda crisi di questo secolo si presenta del resto, sia in Italia che in Europa, con caratteristiche ancora più devastanti della prima, esplosa in due fasi tra il 2008-2009 e il 2011-2012. Nel corso di quel quinquennio, l’Italia perse quasi il 10 per cento del pil. Il DEF approvato pochi giorni fa dal Governo prevede una caduta del prodotto di 8 punti nel solo 2020.
Prevedibilmente violento sarà l’impatto della recessione economica sui livelli di mortalità delle imprese, di disoccupazione e di povertà, ai quali si dovrà far fronte facendo ricorso ad una finanza pubblica che a sua volta vedrà aggravarsi in modo drammatico la sua condizione di criticità. Nel DEF, il Governo prevede per quest’anno un indebitamento che varcherà la soglia del 7 per cento del Pil e un debito che sfonderà il muro del 150 per cento del prodotto. Per far fronte al fermo dell’economia e ai problemi sociali che esso determina, il Governo propone di portare il deficit sopra il 10 e il debito al 157 per cento sul Pil.
Le previsioni sul Trentino sono, a differenza della crisi precedente, che aveva fatto registrare una migliore resilienza del nostro sistema economico e produttivo, ancora peggiori di quelle nazionali. Si tratta di un dato tutt’altro che inspiegabile, se solo si tiene conto di come sia proprio il settore turistico e più in generale quello dei servizi destinati alla vendita l’ambito più duramente e durevolmente colpito da questa crisi.
La Giunta provinciale prevede una caduta del pil attorno al 13 per cento e un impatto sulle entrate della Provincia tra i 350 e i 400 milioni di euro. Al buco prodotto dal calo delle entrate deve necessariamente sommarsi l’esplosione di domanda di aiuti alle imprese e alle famiglie travolte dalla crisi, per non parlare del necessario aumento della spesa sanitaria e più in generale degli oneri derivanti dalle misure indispensabili per prevenire un nuovo diffondersi del virus. Una combinazione di fattori destinata a condurre la finanza provinciale in una condizione di inedita difficoltà.
È prevedibile che gli effetti negativi della crisi sanitaria sul sistema economico-sociale si protrarranno nel tempo, per un periodo che potrebbe interessare tutta la durata della legislatura in corso e oltre. Il 19 marzo scorso il consiglio provinciale ha approvato un disegno di legge con primi provvedimenti urgenti a sostegno dell’economia e un ulteriore disegno di legge viene proposto oggi dalla Giunta provinciale all’esame del Consiglio.
Si tratta di primi interventi che dovranno comunque e inevitabilmente venire integrati, come del resto dichiarato dalla stessa Giunta, da azioni successive di ben più potente creatività, incisività e portata finanziaria.
Serviranno misure eccezionali, sia sul versante dell’aiuto alle famiglie e ai lavoratori (dipendenti e autonomi) che su quello del sostegno al sistema produttivo, senza dimenticare gli investimenti. Si tratterà di mettere a punto una strategia provinciale con interventi sia di breve che di medio periodo, che tenga conto di ogni possibilità normativa e finanziaria che deriverà dalle annunciate modifiche delle regole europee, e quindi nazionali, in tema di flessibilità dei bilanci pubblici e di ricorso al debito, nonché del pieno utilizzo, da parte della Provincia, di tutte le risorse potenzialmente disponibili a seguito dei provvedimenti assunti dall’Unione europea e dal Governo italiano. In questo contesto il compito della Provincia autonoma di Trento dovrà essere quello di valorizzare tali “opportunità”, esercitando al massimo livello possibile le speciali competenze della nostra autonomia e utilizzando quindi ogni strumento del nostro particolare sistema di “finanza pubblica” in un quadro di coerenza e integrazione con gli strumenti già previsti a livello nazionale ed europeo.
Una risposta straordinaria, nel merito e nel metodo La portata eccezionale degli interventi che saranno richiesti alle istituzioni della nostra Autonomia, per far fronte agli effetti economici e sociali della crisi sanitaria, determina inevitabilmente la necessità di ridefinire le previsioni e le politiche di bilancio al fine di ridisegnare le priorità. Ciò che era prioritario nell’autunno del 2019 potrebbe non esserlo più oggi.
La lettura del futuro fatta qualche mese fa non può certo coincidere con quella che dobbiamo fare oggi. Il bilancio di previsione per gli anni 2020/21/22, approvato a fine 2019, dovrà quindi essere profondamente modificato.
Peraltro anche prima della crisi attuale il contesto economico e sociale era già a un livello di criticità tale da richiedere un approccio di medio termine con interventi di salvaguardia e programmazione straordinari. Non a caso, con due ordini del giorno, approvati nel corso del dibattito sulla manovra di bilancio 2020-22, il Consiglio aveva unanimemente impegnato la Giunta di dotarsi, sin dal DEFP 2020, di una strategia per la crescita, individuando un obiettivo programmatico più ambizioso di quello tendenziale, invece che allinearsi al mediocre dato nazionale, allontanando il Trentino dal resto del Norditalia e in particolare dalla Provincia di Bolzano; e di perseguire l’obiettivo di una crescita più dinamica, attraverso una più coraggiosa politica di investimenti, da finanziarsi anche attraverso un più ampio ricorso all’indebitamento.
Gli effetti devastanti della crisi da coronavirus hanno sconvolto questo quadro politico e programmatico, conferendo alla necessità di sostenere il nostro sistema produttivo ed economico, in una prospettiva di ripresa della crescita e dell’occupazione, e di ricorrere all’indebitamento in funzione anticiclica, un carattere di drammatica urgenza.
Rivedere radicalmente previsioni tendenziali e obiettivi programmatici è sempre, e in questo scenario ancora di più, un esercizio difficile e complicato che richiede anche, da parte di tutti, governo provinciale, forze politiche di maggioranza e di opposizione, categorie economiche e sociali, istituzioni locali, mondo della cultura, della formazione e della ricerca, fino ai cittadini come singoli e come associazioni, un supplemento di responsabilità e di sforzo positivo, per individuare e perseguire obiettivi comuni e condivisi.
Serve quindi, per definire misure e azioni “eccezionali e straordinarie”, un coinvolgere e valorizzare il contributo e l’esperienza di ogni componente della comunità trentina. Un coinvolgimento allargato, non solo nella fase della lettura e definizione dei bisogni, ma da estendere al momento della messa punto delle risposte. Sono due i fattori chiave per applicare questo metodo eccezionale e straordinario.
Prima di tutto la precisa volontà politica di operare in tal senso, mettendo da parte l’attenzione al consenso immediato che spesso condiziona le scelte politiche e amministrative, per alzare lo sguardo e concentrarsi sulla reale efficacia, nel tempo medio, dei provvedimenti, a prescindere dalla ricaduta degli stessi in termini di immagine o di vantaggio posizionale di questa o quella componente, sia essa di governo o di opposizione.