Cgil Cisl Uil si sono astenuti sul documento finale, per l’assenza al tavolo di Inail, ma hanno anche messo a verbale la loro contrarietà alla riduzione della distanza minima.
"La tutela della sicurezza è un tema serio – spiegano i tre segretari provinciali Manuela Faggioni, Milena Sega e Alan Tancredi -. La scelta iniziale, condivisa da tutto il tavolo tecnico di lavoro, era stata di inserire i 3 metri, coerentemente alla circolare che la stessa Provincia aveva definito per il rientro in ufficio dei propri dipendenti. E’ assurdo che, senza alcuna coerenza, si decidano criteri diversi per chi lavora per Piazza Dante e per tutti gli altri. Così come deve essere chiaro che i criteri si possono e si devono aggiornare, ma sulla base dei dati epidemiologici, non per ragioni altre".
La marcia indietro, secondo i sindacati, è maturata dopo le prese di posizione di molti datori di lavoro, pubblici e privati, che ritenevano eccessivi i tre metri di distanza che si riducevano a due con l’uso di mascherina o di distanziatori interpersonali. “Il tema in questo caso è la Provincia: non si può comportare in modo diverso quando veste i panni del datore di lavoro e quando siede al tavolo per definire le linee guida per tutti. I lavoratori si tutelano tutti allo stesso modo”, concludono Faggioni, Sega e Tancredi.