Trento - Il comitato Sardagna ha rilanciato l’allarme sulla discarica. "Siamo qui con il cuore in mano, per chiedervi nel nome dell’autonomia speciale di difendere - tra le terre alte - anche la nostra Sardagna", hanno usato toni accorati, incontrando oggi il presidente Walter Kaswalder e i consiglieri provinciali, i volontari del comitato che nella frazione di Trento si battono contro la riattivazione della discarica nei pressi dell’abitato.
Alessandra Degasperi ha detto che Sardagna, il paese del papà di Alcide De Gasperi, è un pezzo di Bondone e che il rilancio della montagna non può partire da uno scempio ambientale. Il paese fin dal secondo dopoguerra, con la cava di Italcementi, ha pagato un duro prezzo, oggi a far paura è la discarica, che impedisce perfino di accedere alla bella cascata sulla val d’Adige.
Doveva riguardare solo materiale inerte, invece – ha evidenziato Sabrina Bragagna – ci troviamo con un sito inquietante, realizzato senza nemmeno un fondale che metta in sicurezza la falda acquifera.
Fausto Gardumi è stato esplicito: “Sardagna ha già dato. Chiediamo che la Provincia blocchi ogni nuovo apporto di materiale, acquisti l’area e metta poi gradualmente mano a una bonifica.