Non solo: come consente la legge provinciale, proponiamo che le basi d’asta non possano essere ribassate e si proceda a selezionare la migliore offerta solo sulla base della qualità tecnica del servizio e non del prezzo”. Cgil Cisl Uil ricordano che le stesse richieste erano state avanzate anche alla Giunta precedente.
C’è poi la questione degli stanziamenti in bilancio. “Con l’assestamento dello scorso luglio - spiegano Grosselli, Pomini e Alotti - la Giunta ha garantito risorse pari a quelle della scorsa legislatura. Ora però, da una parte, i bisogni della popolazione aumentano, soprattutto sul lato anziani ed invecchiamento demografico, dall’altra, dopo otto anni senza alcun aumento in busta paga, finalmente è arrivato il rinnovo del contratto di lavoro delle cooperative sociali, con un costo complessivo in Trentino di circa 6 milioni di euro. Vanno quindi trovare nuove risorse nella finanziaria di dicembre”.
Per i sindacati gli interventi socio-assistenziali non sono infatti spesa corrente, ma un investimento fondamentale nell’inclusione sociale che aumenta il benessere generale, rafforza la partecipazione al mercato del lavoro e quindi l’autonomia delle persone più deboli e riduce l’accesso ai sostegni al reddito e alle prestazioni sanitarie, contenendone quindi anche la spesa a carico del bilancio provinciale.
“Nei prossimi due anni - concludono i tre sindacalisti - Provincia, Comunità di Valle ed enti locali dovranno affidare servizi ad enti del terzo settore e cooperative sociali per oltre 100 milioni di euro. Si tratta di servizi fondamentali come i centri di accoglienza dei minori, gli interventi a favore dei disabili, i centri antiviolenza, l’assistenza domiciliare agli anziani, i laboratori per l’inserimento occupazionale. Basta questo dato per capire quanto sia importante che le regole sugli affidamenti garantiscano concretamente la qualità del servizio agli utenti, per lo più persone con gravi problematiche sociali, e reali tutele ai circa 9mila addetti del settore in provincia”.