I dati illustrati stamane: il Fondo di solidarietà del Trentino non è più capiente, intanto l’economia provinciale accusa 16 mila assunzioni in meno nei 5 mesi scorsi e quasi 18 milioni di ore di cassa integrazione nel primo semestre 2020.
Il sollecito è quindi a mettere subito in campo le risorse provenienti dallo Stato, da investire in settori strategici come la medicina territoriale, il sistema sanitario, il welfare per gli anziani, l’Uopsal (sicurezza sul lavoro), il Fondo di solidarietà del Trentino, l’Agenzia del Lavoro, la fibra ottica.
Dal sindacato anche l’auspicio che si sblocchi il fondo per la vacanza contrattuale dei dipendenti Pat e che si lavori sodo per le infrastrutturazioni in vista delle Olimpiadi 2026. Infine una richiesta al governo provinciale: rendere pubblico lo scadenziario degli appalti da affidare, indicando una via d’uscita alla crisi del settore edilizio, che da settembre in poi vede nero.
Si è parlato anche di assistenza sanitaria nelle rsa per anziani e un consigliere di maggioranza ha riconosciuto che l’autonomia delle Apsp dev’essere tutelata, pensando a nuovi e ragionevoli protocolli gestionali con Apss. Un consigliere di minoranza ha detto che il governo provinciale procede per strappi e successivi rammendi. E che i denari dello Stato spunteranno poi fuori a settembre. Dal presidente del Consiglio provinciale è venuta l’osservazione che un tema centrale è assicurare la capacità della macchina Pat di spendere rapidamente e immettere nel sistema economico le somme stanziate dai bilanci pubblici.