61/2020 del Giudice del Lavoro del Tribunale di Trento, pubblicata il 1° giugno 2020, ha condannato il Consiglio a risarcire l’ormai ex segretario particolare del Presidente Kaswalder, a causa dell’illegittimo licenziamento deliberato da quest’ultimo.
La gravità di quanto accaduto è amplificata dal fatto che il Presidente ha dichiarato che il licenziamento è giustificato dal “venir meno della fiducia reciproca” verso il dipendente a causa della partecipazione di quest’ultimo al congresso del Partito Autonomista Trentino Tirolese.
Scrive in modo inequivocabile il Giudice del Lavoro di Trento: "Recedere ante tempus dal rapporto di lavoro a tempo determinato costituito con il proprio segretario particolare perché questi ha partecipato al congresso di un partito di opposizione, rispetto al quale il presidente conosceva le frequentazioni, integra il perseguimento di un motivo illecito in quanto diretto a impedire o comunque a limitare l’esercizio della libertà personale".
La partecipazione al congresso di un partito nel corso del proprio tempo libero costituisce esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, che nessuno può mettere in discussione o addirittura porre alla base di un licenziamento.
La sentenza del Giudice del Lavoro accerta la violazione e condanna la condotta del Presidente Kaswalder, il quale tuttavia ha agito per conto del Consiglio e per questo saranno proprio il Consiglio provinciale e dunque le casse pubbliche a farsi carico – in prima battuta – delle pesanti conseguenze economiche del licenziamento per "motivo illecito".
La violazione di una libertà costituzionale, perpetrata dal Presidente Kaswalder, costituisce solo l’apice di una lunga serie di episodi che hanno inequivocabilmente dimostrato l’inadeguatezza dello stesso a presiedere il Consiglio della Provincia autonoma di Trento.
A fronte dei recenti eventi, le minoranze hanno chiesto con fermezza un passo indietro al Presidente Kaswalder, il quale ha tuttavia manifestato la volontà di non rassegnare le proprie dimissioni. Non solo, durante l'ultima sessione del Consiglio provinciale - a precisa richiesta delle minoranze di voler indicare le proprie intenzioni rispetto al caso giudiziario, il Presidente aveva garantito che si sarebbe consultato con il proprio avvocato e avrebbe poi riferito alle minoranze in merito. Nessuna comunicazione è poi arrivata. Ancora una volta, il Presidente non ha tenuto fede ai propri impegni.
Il rifiuto del Presidente di prendere atto della propria inadeguatezza a guidare il Consiglio provinciale non può restare privo di conseguenze.
Con il presente atto i sottoscritti consiglieri intendono prendere le distanze dalla condotta del Presidente Kaswalder e condannare le modalità di conduzione dei lavori d’aula portate avanti dallo stesso, in sfregio ai basilari principi di imparzialità ed equidistanza dalle parti.
Il voto sul presente atto non è solo un giudizio politico: esprime un’assunzione di responsabilità del Consiglio nella sua interezza, tesa a tutelare l’istituzione consiliare con la rimozione dell’attuale Presidente. Ogni giorno che passa con la permanenza in carica del Presidente, infatti, aumenta - oltre al danno di immagine e credibilità per le pubbliche istituzioni - il danno economico al bilancio del Consiglio provinciale causato dal suo Presidente, in relazione agli stipendi dovuti all'ex segretario. Danno quantificato nell'assestamento del bilancio triennale di previsione del Consiglio provinciale in 95mila euro per il 2020, 56mila euro per il 2021, 56mila euro per il 2022, senza contare le ulteriori somme da stanziare eventualmente per il 2023 fino al termine della XVI legislatura, per un totale di oltre 250mila euro di risorse pubbliche.
Tutto ciò premesso,
IL CONSIGLIO DELLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO
esprime la propria sfiducia nei confronti del Presidente Walter Kaswalder".
Consiglieri Paola Demagri (Garante delle minoranze )
Lucia Coppola
Michele Dallapiccola
Filippo Degasperi
Pietro De Godenz
Sara Ferrari
Paolo Ghezzi
Alessio Manica
Alessandro Olivi
Ugo Rossi
Giorgio Tonini
Luca Zeni