Per rispondere ai mutamenti epocali in atto, a cominciare dai cambiamenti climatici, serve un nuovo modello di crescita, che tenga conto del rispetto delle nostre risorse naturali, ma anche della necessità di creare occupazione, soprattutto per i giovani e sviluppo, secondo un modello che sia dunque al servizio dei cittadini e del pianeta, uno sviluppo sostenibile che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future. Dobbiamo lavorare insieme su temi come questi e lo dobbiamo fare in maniera trasversale. Grazie per la vostra sensibilità – ha concluso – il futuro è vostro e noi non possiamo essere indifferenti ai vostri richiami".
La dirigente scolastica, Laura Zoller, ha sottolineato poi l'importanza della riflessione sul fenomeno dello spreco alimentare, sia sul piano etico che ambientale, a partire proprio dalle scuole. Ha quindi sollecitato gli studenti a mettere in gioco le loro competenze tecnico scientifiche per proporre soluzioni sostenibili e solidali.
Carlo Bridi segretario di ASSFRON ha ricordato alcuni dati legati al fenomeno dello spreco alimentare. A livello domestico, in Italia, valgono quasi 12 miliardi di euro, secondo il test dei “Diari di Famiglia” curati dal Ministero dell’Ambiente /Università di Bologna Distal. A questo spreco va sommato lo spreco alimentare di filiera (produzione-distribuzione) stimato secondo gli ultimi dati in oltre 3 miliardi. In termini di peso ammonta a 700,7 grammi di cibo pro capite a settimana.
Molto interessanti anche le ricerche presentate dagli studenti delle classi 5^ e 3^ Biotecnologie Sanitarie e Ambientali. Le perdite alimentari - hanno evidenziato gli studenti - hanno effetti anche sul cambiamento climatico: buttare via il cibo, oltre a sprecare risorse preziose, è estremamente costoso in termini ambientali per le ingenti emissioni di CO2.