Trento - “La sentenza riconosce che noi legittimamente abbiamo esercitato le competenze legislative previste dalle materie statutarie, in particolare quelle connesse all’alpicoltura, con particolare riferimento alla prevenzione dei danni e alla protezione delle colture, dell’allevamento, dei boschi, del patrimonio ittico, dalle acque e delle altre forme di proprietà, nonché per garantire l’interesse della sanità e della sicurezza pubblica”.
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, commenta così la decisione della Corte costituzionale che ha dato ragione a Trentino e Alto Adige sulle leggi provinciali varate la scorsa legislatura in materia di gestione dei grandi carnivori, contro cui lo Stato ha fatto ricorso.
“La corte - aggiunge Fugatti - riconosce che abbiamo correttamente attuato la direttiva Habitat esercitando queste competenze, senza alcuna violazione del quadro normativo nazionale di riferimento (Regolamento del 1997 di attuazione della direttiva Habitat; legge sul prelievo venatorio del 1992; giurisprudenza costituzionale in materia). Tanto più che l’articolo 7 della norma di attuazione del dpr nr. 526 del 1987 (estensione alla Regione Trentino Alto Adige e alle Province autonome di Trento e di Bolzano delle disposizioni del dpr 24 luglio 1977, nr.