Brescia - Quasi 1 cooperativa su 3 (32%) prevede una mancanza di liquidità per fare fronte a spese e impegni nel 2020 a causa della difficile ripartenza nella Fase 3 dell’emergenza coronavirus dopo il lungo periodo di lockdown che ha azzerato lavoro e incassi. E’ quanto emerge da una elaborazione dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati Istat in riferimento alle misure di rilancio dell’economia italiana allo studio del Governo: dal taglio dell’Iva ai bonus edilizi e familiari. Serve subito una robusta iniezione di liquidità – spiega Uecoop – perché l’intero sistema produttivo possa ripartire in tutto il Paese. Fra le imprese cooperative in crisi di liquidità il 70% riguarda quelle che si occupano di edilizia, vigilanza e assistenza, mentre il resto è concentrato fra chi lavora con la Pubblica Amministrazione con una parte di realtà più piccole che operano nel settore agroalimentare.
Per resistere alla crisi – evidenzia Uecoop – le imprese stanno tentando di riorganizzare spazi e orari di lavoro, cercando di aprire anche nuovi mercati grazie all’o line, con negozi virtuali dove presentare la propria attività, contattare i clienti, tenere i rapporti con i fornitori e pianificare il lavoro di soci e dipendenti.