Lo storico Gianni Toniolo sosterrà che in realtà lo Stato non se ne è mai andato, non ha mai cessato di intervenire nella vita delle imprese. E la testimonianza di Romano Prodi sarà molto importante anche nel capire pro e contro dell’intervento diretto dello Stato in economia.
Lo Stato è soprattutto un arbitro e un regolatore dell’iniziativa privata, particolarmente attento ad evitare concentrazioni di potere di mercato in poche mani e a prevenire discriminazioni ed effetti distributivi indesiderabili. Oriana Bandiera tratterà di come le norme anti-corruzione possono avere effetti perversi sulle burocrazie. David Card nella sua Alan Krueger lecture discuterà dei pro e dei contro dei programmi di azione positiva nel contrastare la discriminazione di genere, etnica e razziale, un tema affrontato anche da Paola Profeta e Linda Laura Sabbadini.
Lo stato non è un monolite. Oggi, soprattutto, in Europa, lo Stato è un arcipelago di autorità a diversi livelli di governo, come ci esporrà Sabino Cassese. Durante la pandemia ci sono stati frequenti conflitti fra amministrazioni centrali e locali. Può essere il PNRR un’occasione per migliorare la cooperazione fra Stato e Regioni? Sul tema, tra l’altro, un dialogo tra Francesco Giavazzi e Mariastella Gelmini. Per attuare le grandi riforme del Piano occorre rinnovare la classe dirigente della pubblica amministrazione che spesso si è rivelata inadeguata. Franco Bassanini e Bruno Denteragioneranno su cosa fare dello spoils system e come rafforzare competenza e terzietà delle burocrazie. Pedro Gomes e Pietro Garibaldidiscuteranno delle specificità del lavoro nel settore pubblico alla luce di comparazioni internazionali. Mentre Alessandro Pajno ci racconterà, alla luce della sua esperienza di servitore dello Stato, come sono le carriere ai vertici dello Stato e attraverso quali buone pratiche la pubblica amministrazione possa riconquistare la fiducia da parte dei cittadini.
Nutrita, come sempre, la presenza istituzionale. Per il momento, ma non si escludono ulteriori presenze, hanno confermato la loro partecipazione: il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, i ministri Renato Brunetta, Roberto Cingolani, Vittorio Colao, Massimo Garavaglia, Mariastella Gelmini, Giancarlo Giorgetti ed Enrico Giovannini. Presenti anche Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e naturalmente il governatore della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e il sindaco di Trento, Franco Ianeselli.
Fra i format più attesi del Festival quello dei “Forum”. Il primo sarà dedicato alla scuola e agli effetti delle chiusure e della dad sull’apprendimento degli studenti. Fra i relatori Elia Bombardelli, giovane docente di matematica e fisica che impartisce lezioni su YouTube. Il secondo appuntamento sarà invece dedicato al tema dei nuovi modelli di assistenza sanitaria, tra i relatori Ilaria Capua e Walter Ricciardi. Nel successivo Forum si parlerà di Terzo settore con, fra gli altri, Carlo Borgomeo della Fondazione “Con il Sud”. Il tema della sicurezza in economia sarà, invece, al centro di un confronto a cui interverrà l’economista Alessia Amighini, insieme ad altri esperti. Negli altri Forum si parlerà di nuove povertà e reti sociali, del rapporto fra Regioni e Stato centrale, di politiche ambientali e giustizia sociale, del rapporto fra imprese e Stato dopo la pandemia e della nostra nuova vita in digitale, con Elena Capparelli, direttrice di RaiPlay e Digital.
Imprescindibile, come sempre, l’appuntamento “Incontro con l’autore” curato da Tonia Mastrobuoni dove si discuterà dei temi del Festival, partendo dalle novità editoriali più interessanti. Tra gli ospiti Minouche Shafik, direttrice della London School of Economics and Political Sciences, Bruna Bagnato, Marco Bentivogli, Magda Bianco, Francesco Billari, Andrea Capussela, Simona Colarizi, Enzo Cipolletta, Chiara Cordelli, Franco Debenedetti, Ferrucio de Bortoli, Andrea Fracasso, Chiara Mio, Paolo Morando, Nicoletta Parisi, Irene Tinagli, Giulio Sapelli.
La squadra del Festival
Il Festival dell'Economia di Trento è promosso dalla Provincia autonoma di Trento, dal Comune di Trento e dall'Università degli Studi di Trento. Progettato dagli Editori Laterza.
LE PAROLE DEI PROTAGONISTI
L’annuncio più atteso lo ha fatto all’inizio il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, aprendo la conferenza stampa di presentazione del programma del Festival dell’Economia di Trento 2021. “Se la situazione della pandemia in Trentino resterà come quella attuale, con i numeri del contagio in progressivo calo e seguendo un preciso protocollo di sicurezza puntiamo a realizzare un Festival con la presenza del pubblico. Vogliamo lanciare così – ha aggiunto – un segnale di speranza e di fiducia nel segno della ripartenza”. Entrando poi nello specifico del tema del Festival il presidente ha evidenziato che in un territorio a forte connotazione autonomistica il rapporto con lo Stato centrale assume un significato ancora più delicato. Siamo d’accordo che lo Stato debba in questa fase debba essere presente, per affrontare l’emergenza sanitaria e per stimolare la ripresa economica, ma non possiamo pensare che da una crisi arrivi una volontà centralizzatrice, abbiamo sentito parlare di sanità centralizzata in alcuni dibattiti politici e crediamo che non sia il percorso corretto. Le Regioni e le Autonomie speciali hanno dato il loro contributo nella gestione della pandemia fornendo protocolli e progetti di ripartenza sui quali lo Stato – ha detto Fugatti – magari avrebbe un po' arrancato, ed esempi in questi mesi ce ne sono stati”.
"È una manifestazione unica - ha detto l'editore Giuseppe Laterza - e lo è grazie all'impegno di tante persone e di tanti soggetti, a cominciare da Provincia, Comune e Università di Trento. Nei prossimi mesi siamo chiamati a scelte essenziali per il nostro futuro - ha aggiunto - e dovrebbe risultare a tutti evidente che il futuro del mondo dipende dalla collaborazione e non dalla competizione fra nazioni. Il Festival dell'economia, fin dall'inizio, è sempre stato un evento internazionale e lo sarà anche quest'anno. I temi di cui parleremo sono essenziali per scegliere quale strada imboccare nei prossimi mesi. Non c'è una sola ricetta, non c'è una sola visione del mondo e ognuna delle persone che parlerà al Festival esporrà la sua idea".
"Il Trentino e la città - ha detto il sindaco di Trento Franco Ianeselli - metteranno a disposizione tutto il "saper fare" accumulato in questi anni per poter garantire un Festival in presenza, naturalmente con le opportune precauzioni. Adesso siamo nella condizione di mettere in campo un piano di ripresa che permetta interventi pubblici molto importanti per la città. Trento 50 anni fa era una città di periferia, se oggi è una città che sta nel mondo è grazie soprattutto alla sua Università, ma anche in buona parte merito del nostro Festival. Il Festival è un terreno di riflessione e un vaccino - ha concluso Ianeselli - contro il conformismo e contro ogni forma di chiusura".
"Il ritorno dello Stato - ha detto Innocenzo Cipolletta coordinatore del comitato editoriale del Festival - non deve essere considerato come un film di avventura, come una "vendetta", ma come il ritorno dello Stato nella sua funzione essenziale, come erogatore di servizi. In questa pandemia ci siamo resi conto che uno Stato che funziona è uno Stato che ci rende tutti più liberi e più uguali. Perché le disuguaglianze si curano dando a tutti quei servizi fondamentali che li rendono liberi dai bisogni. Il ritorno dello stato, quindi - ha concluso - io lo vedo in questi termini".
"Ho sempre seguito il Festival da spettatore - ha detto il nuovo rettore Flavio Deflorian - con grande interesse. L'Università ha sempre cercato di dare il proprio contributo. Penso sia difficile immaginare Trento senza il Festival dell'Economia, ormai è un binomio consolidato e siamo certi che continuerà così a lungo. La domanda a mio giudizio fondamentale a cui spero di trovare risposta durante il Festival - ha concluso il rettore - è il ritorno di quale Stato? Quale Stato dovrà tornare dopo anni di difficoltà. Questa è una domanda aperta e sono sicuro che il Festival ci aiuterà a riflettere".