Bergamo - Oltre 30 rappresentanze di Indicazioni Geografiche internazionali provenienti da quattro continenti (Africa, Asia, America e Europa) hanno discusso e approvato la Dichiarazione di Bergamo, un documento attraverso il quale queste organizzazioni mondiali portavoce della salvaguardia agroalimentare territoriale hanno chiesto al G7 l’impegno di tutela delle produzioni locali.
La sottoscrizione è avvenuta a margine del convegno G7GI – Geographical Indication, un momento di confronto fra le maggiori organizzazioni dei produttori delle IG dei settori Food, Wine e Spirits dei Paesi aderenti al G7 e di altre nazioni, e ha visto la presenza di Giorgio Gori, Sindaco di Bergamo, Matteo Rossi, Presidente della Provincia di Bergamo, Gianni Fava, Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia e Andrea Olivero, Viceministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
Quattro i temi principali su cui verte l’accordo: la cooperazione fra distretti evoluti delle IG e le aree dei Paesi in via di sviluppo, l’investimento in ricerca per la definizione di un modello di sviluppo sostenibile, il rafforzamento della tutela di produttori e consumatori della contraffazione e un sostanziale miglioramento della trasparenza della “Internet Governance” con il coinvolgimento degli stakeholders.
Un’opportunità unica per la città di Bergamo e della Settimana dell’Agricoltura e del Diritto al Cibo, occasione in cui è stata sottoscritta una Dichiarazione che si aggiunge agli accordi internazionali TRIPs, di Lisbona, Madrid e Stresa.
LE DICHIARAZIONI
Noi, rappresentanti delle Indicazioni Geografiche agroalimentari, vitivinicole e delle bevande alcooliche:
- Sosteniamo che i prodotti agroalimentari, vitivinicoli e le bevande alcooliche ad Indicazione Geografica sono un inestimabile patrimonio economico e culturale per i territori di produzione e che sono portatori di valori preziosi per l’umanità, da trasmettere alle future generazioni. E riteniamo che la tutela delle Indicazioni Geografiche sia uno strumento fondamentale per salvaguardare la qualità, l’unicità e la specificità dei prodotti agricoli legati ai territori, nonché per conservarne i metodi di produzione tradizionali e promuovere lo sviluppo rurale.
- Ribadiamo la rilevanza economica, sociale e culturale a livello mondiale dei prodotti ad Indicazione Geografica, modello virtuoso in termini di sviluppo e sostenibilità dei territori, di freno all’esodo rurale, di massimizzazione del valore delle filiere, di contenimento della volatilità dei mercati.