Senza il sostegno degli incentivi per le ristrutturazioni ed ecobonus la situazione occupazionale delle Costruzioni sarebbe stata ancora più drammatica di quella rilevata tra il 2008 ed il 2019: nel corso di due cicli recessivi il settore ha perso oltre il 30% degli occupati.
La domanda privata sostenuta dagli incentivi fiscali ha, inoltre, consentito di attutire gli effetti della drammatica caduta degli investimenti pubblici in costruzioni: nel 2009 rappresentavano, infatti, il 2,2% del PIL mentre nel 2019 scendono sull’1,2% perdendo 1 punto percentuale di PIL, il calo maggiore tra le principali tipologie di investimenti.
La struttura imprenditoriale del sistema “casa”: imprese artigiane
La struttura imprenditoriale del Sistema casa comprende il settore delle costruzioni ed altri comparti manifatturieri e dei servizi. Nella filiera della casa il 59,6% dell’occupazione è rappresentata dalle costruzioni, di cui 39,1% è composto dall’edilizia e il 20,5% dall’impiantistica. Il segmento dei servizi include il 25,2% della filiera, mentre quello manifatturiero comprende il rimanente 15,2% degli addetti.
In termini occupazionali, l’intero sistema casa rappresenta un terzo (32,0%) degli addetti dell’artigianato nazionale, quota 2,5 volte il 12,9% osservato per il totale delle imprese.
Il bonus del 110%
Il Decreto 'Rilancio' ha determinato una manovra espansiva per 55,3 miliardi di maggiore deficit nel 2020, 26,1 miliardi nel 2021 e 34,7 miliardi nel 2022; nel triennio si tratta di 116 miliardi di euro, il triplo dei 39 miliardi di euro di maggiore deficit cumulato tra il 2020 e il 2022 dall’ultima manovra di bilancio approvata a dicembre 2019. Il Decreto, tra l'altro, rafforza gli incentivi pubblici per gli interventi di riqualificazione edilizia, introducendo un aumento della detrazione per le spese sostenute tra la seconda metà del 2020 e nel 2021 per il miglioramento dell’efficienza energetica e delle caratteristiche antisismiche degli edifici.
Lo stesso Decreto definisce nuove modalità di fruizione dell’agevolazione, estese anche alle altre spese di riqualificazione degli edifici (energetica, antisismica, di ristrutturazione, compreso il bonus facciate) sostenute nel biennio 2020-21 che non beneficiano dell’aumento della percentuale di detrazione.
Secondo i dati della relazione tecnica al provvedimento il bonus del 110% mobilita risorse per 14 miliardi di euro fino al 2026, con una media annua (2021-2026) di 2,3 miliardi di euro; si tratta di un intervento rilevante rispetto al passato, incrementando del 70,2% i 3,3 miliardi di euro all'anno (2020-2022) di spese fiscali per sismabonus ed econobonus.
In Provincia di Sondrio
"Le detrazioni fiscali in esame – afferma Gionni Gritti, Presidente provinciale di Confartigianato Imprese Sondrio - interessano in Valtellina e Valchiavenna 3834 imprese del sistema della casa – di cui 1935 nelle costruzioni, 681 nelle attività immobiliari e 864 studi di architettura, di ingegneria e tecnici - con 9089 addetti, di cui 87,6% nelle micro e piccole imprese. Per non parlare del patrimonio edilizio della provincia di Sondrio che su 67654 edifici complessivi, solamente 6175 sono edificati dopo il 2000, pari al 9,1% del totale. Il 39,4% delle costruzioni, pari a 26671 unità, risalgono a prima del 1960. In un territorio a vocazione turistica come il nostro, dobbiamo cogliere questa opportunità per riconvertire il nostro patrimonio in un’ottica di attrattività più orientata al turismo green di lungo periodo.”
Attesi i chiarimenti sul bonus 110%
“Prima di rilevare l’effettiva efficacia di tali agevolazioni – aggiunge Paolo Panizza, Presidente provinciale di Anaepa-Confartigianato Edilizia - occorre attendere i criteri applicativi dei bonus edilizi del 110%. L’eccessivo allungamento dei tempi di applicazione dei 266 articoli del Decreto legge è stata al centro delle prime valutazioni di Confartigianato. Le incertezze circa l’ambito di applicazione della norma e talune procedure burocratiche (visto di conformità e asseverazione) rischiano di minare l’operatività di tali disposizioni e rappresentano un freno per i nuovi lavori. Da ultimo ma non meno importante vi è il timore che la paventata conversione delle detrazioni in crediti d’imposta (liberamente cedibili) possano mettere in difficoltà le micro e piccole imprese.”