Del resto, i 100 milioni di euro messi a disposizione per tutta Italia rappresentano una cifra irrisoria" ha aggiunto Rolfi.
"Altro problema enorme - ha proseguito - è rappresentato dalla burocrazia: questo decreto obbliga gli organismi pagatori delle singole regioni a procedure proprie su una misura che invece è di carattere nazionale. Sono previsti obblighi burocratici per i produttori, proprio in un periodo in cui i viticoltori devono pensare alla vendemmia e non alle carte bollate".
IL GOVERNO ASCOLTI I TERRITORI DOVE SI PRODUCE - "Dalla Regione Lombardia è già partita una controproposta - ha chiarito Rolfi - per innalzare almeno a 1.300 euro all'ettaro il contributo sulla riduzione della resa Docg e per alleggerire una burocrazia che al momento appare mastodontica. Auspichiamo che il Governo centrale abbia il buonsenso di ascoltare i territori di produzione".
"I nostri viticoltori hanno bisogno di concretezza - ha chiosato Rolfi - e non di spot. Stanno passando un momento delicato, per un turismo straniero che deve ripartire, per le conseguenze della chiusura forzata dei canali ho.re.ca. e per il blocco ancora attivo di alcuni mercati esteri strategici".
"Il vino - ha concluso l'assessore - è uno dei prodotti portabandiera del 'Made in Italy' di qualità nel mondo e dobbiamo sostenere questo comparto in ogni modo".