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Audizione in Provincia a Trento degli ambientalisti su malga Lagorai

Tesero - L’audizione degli ambientalisti sulla vicenda malga Lagorai secondo i quali non va valorizzata turisticamente ma solo sistemata e conservata. Sulla petizione popolare 11 per la tutela di malga Lagorai l’organismo, che ha già effettuato alcune consultazioni, ha ascoltato i referenti dei firmatari e la Comunità territoriale della val di Fiemme.


Tiziana Vanzo ha premesso di non rappresentare un comitato ma semplici cittadini. Secondo Vanzo non è chiaro chi beneficerà del progetto di valorizzazione di Malga Lagorai: a suo avviso non saranno sicuramente né i turisti né i pastori ma solo chi assumerà la gestione dell’agriturismo. Per Vanzo sarebbe stato eticamente più sensato incentivare invece la cura della struttura integrando il reddito del pastore. Invece la Magnifica Comunità di Fiemme vorrebbe stipendiare un gestore non si sa bene con quali garanzie di reddito. Secondo Vanzo sarebbe sbagliato favorire il turismo di massa anche per proteggere l’area dall’inquinamento evitando, ad esempio, due delle novità previste dal progetto: l’installazione di un generatore di energia elettrica a motore diesel e una termo-cucina a legna. Se poi l’agricoltore a cui verrà assegnata la gestione dovesse utilizzare il trattore per trasportare la legna, si andrebbe a compromettere anche l’antica strada per la Malga.


Manca per Vanzo una visione completa del progetto che resta oscuro in vari punti. Come quelli relativi ai lavori di realizzazione, che potrebbero comportare il trasporto del materiale anche con l’elicottero. La richiesta, insomma, è di valutare con meno superficialità il progetto.


LA PETIZIONE - Luigi Casanova ha letto il documento condiviso da tutti i sottoscrittori della petizione.
"Egregio Presidente, egregi Commissari,
Vi ringraziamo anche a nome dei sottoscrittori della petizione di richiesta di tutela per la malga Lagorai , pp.edd. 1735 – 1736 in C.C. di Tesero, per l’ulteriore opportunità di confronto che ci viene offerta.
I lavori a malga Lagorai, il cui inizio, secondo l’iter procedurale, è previsto nel mese di giugno, risultano pertanto prossimi.
Nonostante abbiamo richiesto e visionato la documentazione depositata al Comune di Tesero, secondo noi rimangono ancora da chiarire ed approfondire alcuni aspetti progettuali che riteniamo fondamentali e che di seguito, dopo una breve premessa, cercheremo di illustrare.
Dal sito della Magnifica Comunità di Fiemme, emerge che la stessa “E' un ente pubblico di origine storica, che gestisce un rilevante patrimonio boschivo ed immobiliare soggetto agli usi civici"
Da altri autorevoli scritti emerge ancora…”la Comunità tutela la gente della valle e ne valorizza il patrimonio ambientale e culturale. Custode di antiche leggi e tradizioni, amministra ancora oggi una ingente proprietà collettiva di 20.000 ettari di territorio costituito da montagne, pascoli e foreste, programmando tagli di legname e rimboschimenti, e curando la viabilità forestale. Un patrimonio collettivo appartenente a tutti i “vicini” …gestito nel rispetto di rigorosi standard ambientali sociali ed economici. Quella della Magnifica
Comunità di Fiemme è infatti un’esperienza storica di sostenibilità ambientale.”
Quindi le decisioni importanti andrebbero condivise con i Vicini, salvaguardando il principio di “interesse comunitario”, di lungo periodo, che dovrebbe caratterizzare l’attività della Comunità.
Allora in primis si ci chiede:” Perché la Magnifica Comunità non abbia tutelato e non abbia vigilato sullo stato della Malga Lagorai e della Stalla? Perché non è intervenuta prima con interventi di manutenzione come invece è stato fatto per Malga Fratton o per altre malghe?
Era evidente a tutti il pessimo stato e l’incuria dei citati manufatti, incuria presente anche nel pascolo circostante.
Ora è arrivato il Progetto Transalagorai e come per incanto spunta anche il progetto di ristrutturazione (o meglio, di riconversione) della Malga e della stalla. La Magnifica nonostante disponga di molte risorse ed un patrimonio rilevante, per Malga Lagorai ha preferito beneficiare dei contributi provinciali destinati alla valorizzazione della traversata Translagorai, che non c’entra nulla con tale progetto, se non per avere i finanziamenti o per favorire gli appetiti di qualche “valorizzatore” Infatti ad oggi restano ancora sconosciuti i veri beneficiari di questo progetto.
Abbiamo appreso, per voce degli escursionisti che hanno intrapreso questo percorso e per quelli che intendono percorrerlo, che non esiste un reale interesse da parte loro al pseudo “bivacco custodito” (ndr. escamotage usato dalla SAT e dalla Sindaca di Tesero per non ammettere che la Malga verrà trasformata in una attività ricettiva), che sorgerebbe dalla ristrutturazione della malga, sia per il dislivello del tracciato che per la filosofia stessa della traversata, che implica una volontà di staccarsi dalle comodità cittadine, sicuramente con zaini più pesanti, ma con maggiore leggerezza d’animo.
Chi potrebbero essere allora gli escursionisti che frequenteranno il rifugio? Prima di ogni progetto è doveroso rispondere a questo interrogativo, non vi pare? Quelli che discenderanno dal sentiero di Bombasel, portando sicuramente beneficio all’impianto di risalita vicino e che non necessita di ulteriori forme promozionali, perché gode già di un’offerta esaustiva?.
Il Lagorai presenta già alcune zone infrasturutturate da strade, rifugi, ma presenta anche zone che grazie a percorsi difficoltosi e territorio impervio, hanno conservato quella natura che sta scomparendo. La natura dei silenzi e delle intimità, la natura delle scoperte e delle osservazioni, la natura della poesia, la natura naturale. Una natura da conservare più che valorizzare; la val Lagorai, con il suo lago e la sua malga, sicuramente con l’aumentare dell’antropizzazione perderà quella ricchezza naturale e le caratteristiche che oggi la inseriscono in un insieme di ricchezze valoriali rare.
Noi cittadini chiediamo che non sia cambiata la destinazione d’uso della malga, che non
diventi una struttura ricettiva da sfruttare ai fini commerciali.
Noi siamo favorevoli ad una ristrutturazione della malga e della stalla per le seguenti finalità:
? consentire al pastore di avere una struttura dignitosa
? offrire una zona adibita a bivacco aperto per gli escursionisti
? sistemare la stalla dove possa essere custodito il bestiame, che possa fungere da riparo per ogni evenienza.
Non capiamo quale interesse comunitario ci sia nella ristrutturazione proposta dalla Magnifica Comunità e dalla SAT: si allontana la vera pastorizia e la cura del pascolo, tramandati dai nostri avi e si investe in una futura gestione imprenditoriale – commerciale, come l’ha definita un consigliere provinciale del posto, contraddicendo di fatto quanto affermato dalla maggioranza Consiliare del Comune di Tesero. Una progettazione lacunosa, che tende ad un agriturismo e che potrà offrire solo prodotti del fondovalle riforniti dal gestore, che quotidianamente dovrà percorrere la strada, che potrebbe essere tutelata come bene storico, con conseguente usura della stessa.
Una mistificazione.
Riguardo alle osservazioni, molti punti sono rimasti ancora in sospeso, vanno chiariti, da subito, sia nel profilo tecnico che in quello dei costi previsti, in quanto sono aspetti tecnici molto critici, che non si possono banalizzare o trascurare.
Di seguito ne indichiamo i principali.
ENERGIA ELETTRICA E CONSUMO DI ACQUA POTABILE
La “Relazione tecnica approvvigionamento energia elettrica” a firma del perito industriale Massimo Vanzetta
datata ottobre 2020, allegata al progetto, prevede che l’approvvigionamento di energia elettrica sia fatto in modo primario tramite fonte solare, con l’installazione di un impianto fotovoltaico con accumulo. Secondariamente è prevista l’installazione di un gruppo elettrogeno con motore endotermico diesel, con attivazione automatica in caso di insufficiente carica degli accumulatori.
Non emerge, né dalla relazione, né in altra documentazione progettuale, una stima della produzione di energia, né dei conseguenti previsti consumi.
Sappiamo che la valle è poco soleggiata e i 14 pannelli fotovoltaici previsti per la produzione di energia non copriranno il fabbisogno necessario di energia per scaldare l’ acqua per le docce giornaliere dei 17 ospiti, più i tre che ne avranno la gestione o per riscaldare gli ambienti (le temperature notturne al Lago di Lagorai nei mesi di giugno o settembre sono vicine allo zero ndr) e pertanto il gruppo elettrogeno alimentato a gasolio dovrà essere attivato frequentemente. Dove sarà conservato il gasolio? Verrà realizzata una cisterna e dove sarà interrata? Non ci è dato
saperlo. Quello che possiamo presumere è che l’utilizzo del gruppo elettrogeno comporterà un notevole inquinamento per il quale non troviamo alcuna garanzia di rispetto dell’ambiente.
E’ previsto anche l’uso di una termo cucina; per il cui funzionamento il gestore dovrà rifornirsi anche di grandi carichi di legna. L’area di pascolo è sufficiente nel medio – lungo periodo a fornire le quantità richiesta senza incidere nella scarna vegetazione d’alto fusto presente?
Ricordo inoltre che la realizzazione di una centralina idroelettrica, sul Rio Pieroni è stata subito esclusa per la portata insufficiente del Rio.
IMPIANTO FOGNARIO
Per quanto riguarda l’impianto fognario, previsto con fossa imohff, di fronte a nostre precise richieste sulla manutenzione e svuotamento della stessa, non abbiamo avuto risposte. Ma ovviamente la fossa, dovrà essere pulita e svuotata e quindi è lecito chiedersi con quale mezzi idonei a risalire per la strada impervia, le imprese preposte a tale attività, potranno raggiungere i manufatti al lago di Lagorai, senza provocare danno alla mulattiera.
Ci preoccupiamo inoltre di quello che potrebbe succedere nel caso di una cattiva gestione o di un utilizzo improprio della fossa. Potrebbe capitare che svariate persone usino i servizi igienici nella stessa giornata. Dalla relazione geologica del febbraio 2020 a firma del geologo Marco Del Din, emerge che si dovranno smaltire le acque nere provenienti dagli edifici montani casera ed i locali annessi alla stalla, per 20 abitanti equivalenti, oltre ad altri 30 abitanti equivalenti che derivano dalla somministrazione di massimo 50 pasti al giorno Lo smaltimento continuato di questo importante flusso di acque reflue nere e grigie, potrebbe causare il superamento del limite di capacità della fossa, creando fuoriuscite inquinanti che potrebbero riversarsi nelle acque ancora incontaminate del Lago, creando danni probabilmente irreversibili all’ecosistema lacustre.
Analizzando ulteriormente la sopracitata relazione geologica, riguardo alla vasca settica Imhoff (ndr. da autorizzare in deroga al Piano Regolatore di Tesero), si riporta il punto 10 della stessa che recita testualmente:
“La struttura di Malga Lagorai necessita di un impianto di smaltimento delle acque reflue nere e grigie prodotte e per la situazione locale si opta per una vasca tipo Imhoff e dispersore. Innanzitutto si deve puntualizzare di avere individuato limi nei terreni, e che questi ostacolano e condizionano il funzionamento del drenaggio, perciò è assolutamente necessario limitare la produzione di acque da chiarificare. Questo è ottenibile utilizzando apposite rubinetterie che limitano l’afflusso idrico mescolando aria. Si devono installare rubinetterie temporizzate e utilizzati
saponi biologici in piccola quantità. E’ bene anche sensibilizzare le persone con apposita cartellonistica al fine di avere risultati migliori.

La vasca Imhoff verrà sistemata tra la casera e la stalla come da schema, mentre il dispersore viene posto a valle della casera in una fascia tra i 10 ed i 19 metri ma non oltre.” […]
La permeabilità del suolo, per le caratteristiche verificate, sembra essere perlomeno di circa 3 ordini di grandezza inferiore a quella ipotizzata.
Se il dispensore a trincea delle acque di scarico è previsto a circa 150 metri di distanza dal lago (planimetria 18 – punto 5 dei documenti integrativi) ribadiamo che il rischio di inquinamento del lago è quasi certo.
Direte che gli obblighi illustrati dal geologo saranno difficili da far rispettare in un rifugio in quota: ne siamo consapevoli; per questo motivo chiediamo ci si limiti ad una ristrutturazione ai soli fini della gestione del pascolo e dell’allevamento, con un piccolo bivacco aperto per gli escursionisti.
Alla luce di quanto sopra esposto, si auspica che venga mantenuta e non derogata la norma del Comune di Tesero contenuta nella Variante V2, al Piano Regolatore generale per la conservazione e valorizzazione del patrimonio edilizio montano esistente, V2.9 “requisiti igienicosanitari e verifica della compatibilità degli scarichi “, pag. 2 lettera A , che prevede anche per le strutture montane citate alle schede n. 33 “ stalla bovini al Lago di Lagorai” e n. 34 "casera" al lago di Lagorai, quanto segue:
“Le "baite" servite da un idoneo accesso e per le quali è garantito un sistema di approvvigionamento idrico possono realizzare un servizio igienico con l'obbligo di prevedere, come sistema di smaltimento dei prodotti reflui, una vasca a tenuta stagna di adeguata capacità.”
Ci sono inoltre nella perizia geologica alcuni riferimenti a norme che sono state abrogate ( D.M. del 14/1/2008, sostituito dal D.M. 17/01/2018), ad altre che sono intervenute successivamente alla stesura della prima relazione geologica geotecnica, come la nuova Carta di sintesi della pericolosità approvata dalla Giunta prov.le di Trento in data 4 settembre 2020 con deliberazione 1317, che forse richiederebbero un aggiornamento sia della relazione geologica più volte sopracitata che di quella integrativa “Regolarizzazione concessione prelievo acque in PP.FF. 6248
E 6253”del novembre 2020 “
Nella nostra petizione chiediamo maggiore attenzione per questa ristrutturazione, affinché non venga stravolto l’uso della malga, soprattutto per la zona, che non è paragonabile alle altre aree, grazie alle sue caratteristiche di biodiversità e ambiente integro.
Riteniamo che il progetto non sia idoneo per tale zona e che venga rivisto, ovviamente ridimensionato. L’alternarsi di zone poco antropizzate, a zone già compromesse da turismo di massa come l Alpe Cermis, varierà quella offerta turistica che garantirà un futuro anche alle nuove generazioni. Un futuro che mira all’integrità ambientale, che è di per se l’attrattiva principale per il turista che scappa dall’ urbanizzazione e dalla vita caotica delle città.
Nella scorsa udienza, le argomentazioni si sono allargate a parlare di tutto il Lagorai e del Parco; sicuramente a tanti sta a cuore l’ambiente incontaminato di tutta questa catena montuosa.
Chi negli anni scorsi riteneva che il Parco potesse togliere dei diritti si è dovuto ricredere, in Trentino non esiste una sola campana di vetro. Si è invece investito nelle regole perché è sempre più solida l’ esigenza di garantire attenzioni verso l’ambiente, il nostro bene comune. Sicuramente non si può paragonare questa esigenza di ambiente salubre con le campane di vetro ripetutamente ricordate in questa sala o in riserve indiane o peggio apostrofare con aggettivi poco consoni chi ha una specifica sensibilità tesa alla conservazione del territorio.
Noi firmatari in questa petizione, ripeto, vogliamo limitarci a chiedervi tutela per questa determinata zona, certezze definite, vista l’urgenza di questi lavori ormai prossimi. Chiedervi un occhio attento su questo progetto che guardi al valore etico del voler mantenere luoghi ancora intonsi e non compromessi.
Anche Papa Francesco lo scorso 22 aprile in occasione della “giornata della Terra” ha lanciato un ennesimo messaggio sul rispetto dell’ambiente ai leader mondiali. Ne trascrivo alcune parti che vorrei sottoporre alla Vostra attenzione:
[…] Che tutti voi, e anch’io mi unisco a voi, facciate un appello a tutti i leader del mondo affinché agiscano con coraggio, operino con giustizia e dicano sempre la verità alla gente, perché la gente sappia come proteggersi dalla distruzione del pianeta, "per farci carico della custodia della natura, di questo dono - afferma - che abbiamo ricevuto e che dobbiamo curare, custodire e portare avanti". E prendersi cura della natura affinché essa si prenda cura di noi".
[…] vivere in un pianeta sano è un diritto di tutti gli abitanti, ma anche un dovere. Sostenibilità, contrasto ai cambiamenti climatici, conservazione della biodiversità, lotta all'inquinamento e tutela degli ecosistemi sono i pilastri di questa grande iniziativa globale.
Siamo certi che le parole del Santo Padre faranno riflettere anche Voi.
Tornando alla nostra petizione, conclusivamente chiediamo pertanto che la Provincia:
? ridefinisca IL FUTURO DI MALGA LAGORAI,
? ponga maggiori VINCOLI E GARANZIE su strade e sentieri e vieti tutti gli accessi non necessari,
? garantisca una continuità dell’attività principale della pastorizia e della cura del pascolo.
Auspichiamo nella vostra comprensione e sensibilità per il nostro ambiente, promettendo ai nostri figli un impegno costante per contrastare il degrado del territorio, coscienti che il continuo consumo del suolo non corrisponda a un reddito duraturo, ma a un futuro debito ambientale che non sarà più risanabile. Ricordiamoci che la natura non perdona!!".


GLI INTERVENTI - Restano da chiarire e approfondire alcuni aspetti progettuali ritenuti fondamentali. Dopo aver ricordato la vocazione della Magnifica Comunità di Fiemme all’ecosostenibilità e alla partecipazione, la domanda è come mai questo enti non si è occupato della tutela della Malga dal progetto Translagorai. Si è preferito beneficiare dei contributi provinciali destinati al percorso della traversata che soddisfano alcuni appetiti. Secondo i firmatari del documento chi porta avanti il progetto non vogliono ammettere che Malga Lagorai verrà trasformata in un’attività ricettiva. Occorre conservare un patrimonio naturale che sta scomparendo in questa zona. I cittadini chiedono di non cambiare la destinazione d’uso della Malga perché non sia sfruttata a fini turistico-commerciali. La Malga andrebbe invece ristrutturata a beneficio solo del pastore per dare un riparo agli escursionisti. Un agriturismo costringerebbe il gestore a rifornirsi quotidianamente di prodotti acquistati nel fondovalle e non certo prodotti in zona. Le principali criticità riguardano per i presentatori della petizione l’energia elettrica, i rifiuti e l’acqua. Non emerge dal progetto una stima della produzione dell’energia e i 14 pannelli fotovoltaici previsti non copriranno il fabbisogno di una struttura che potrebbe ospitare 17 persone. Un gruppo elettrogeno alimentato a gasolio, previsto anche questo dal progetto Translagorai, dovrà quindi essere utilizzato frequentemente. Tuttavia non si precisa dove sarà raccolto il combustibile. Mentre la realizzazione di una centralina idroelettrica sul Rio Pieroni è stata esclusa per carenza di acqua. Impianto fognario: la fossa prevista dovrà essere pulita e svuotata, ma i mezzi che dovranno raggiungere Malga Lagorai potrebbero danneggiare l’antica mulattiera. Si dovranno smaltire le acque nere per 20 abitanti oltre a 30 derivanti dalla somministrazione di 50 pasti al giorno. Questo potrebbe portare alla saturazione della vasca Imhoff con conseguenti e molto probabili rischi di inquinamento del lago Lagorai, tenuto conto della permeabilità del suolo. L’auspicio dei firmatari della petizione è che non sia stravolto l’uso della Malga e che si riconosca la non idoneità dell’attuale progetto a garantire l’integrità ambientale della zona che sta a cuore a molti. Si tratta di guardare al valore etico di questa tutela. Casanova ha anche citato una riflessione di Papa Francesco che chiede a tutti di farsi carico della custodia della natura affinché essa si prenda cura di noi. Si tratta, in definitiva, di garantire la pastorizia e la cura del pascolo a Malga Lagorai, contro il consumo del suolo e il degrado del territorio. Un esempio negativo è dato dalla baita Monte Cauriol nel Comune di Ziano di Fiemme, cui è stata attribuita la qualifica di rifugio alpino. Se il progetto per Malga Lagorai rimarrà come ora è strutturato, ci troveremo in un’analoga situazione. Sta alla coscienza di tutti impedire che ciò accada.
Lucia Coppola (Misto) ha detto di condividere pienamente la richiesta conservativa di Malga Lagorai evitando una trasformazione che rischia di impattare negativamente sul territorio. La Malga è stata trascurata e va sistemata – ha aggiunto – ma questo non giustifica interventi finalizzati alla ricettività. Per Coppola non tutto all’interno del territorio provinciale dev’essere sacrificato ad un turismo di massa. Vi sono nicchie che per le loro caratteristiche di conservazione delle specie sono da adibire ad accogliere tutti i visitatori. Giusto prevedere un bivacco adeguato per gli escursionisti e un riparo dignitoso, ma senza che la ristrutturazione superi limiti e necessità di questo tipo.
Gianluca Cavada (Lega) dopo aver premesso di seguire da valligiano la vicenda di Malga Lagorai e di tenere molto all’ambiente, ha preso posizione a favore della termo-cucina alimentata a legna dal momento che questo combustibile è presente in abbondanza in questa zona, della realizzazione di servizi igienici adeguati al malgaro, al pastore e anche ai turisti di passaggio, e anche della trasformazione della struttura in un rifugio. Certo il lago va protetto dall’inquinamento ma questo si può garantire costruendo bene la vasca Imhoff. Per Cavada tutto questo allarmismo è eccessivo e ingiustificato.
Filippo Degasperi (UpT) ha plaudito ai cittadini che si sono mossi con la petizione per la tutela di Malga Lagorai e ha chiesto ai sottoscrittori un giudizio sul percorso partecipato del progetto di cui si sta discutendo. Partecipazione decantata dalle istituzioni (Provincia e Comune di Tesero) a sostegno del progetto Translagorai. Per Degasperi su questo progetto si è registrata piena continuità tra amministrazione provinciale di centro-sinistra e amministrazione di centro-destra. Giusto incalzare i responsabili con interrogativi tecnici ai quali non sono mai state date risposte puntuali ma solo politiche. Il problema è il modello di sviluppo: qui si sta andando verso una progressiva e inesorabile omologazione ad un’idea di turismo che fa della tutela dell’ambiente, della Malga e della pastorizia la classica foglia di fico. La verità è che con questo progetto il volume dedicato all’attività di allevamento viene dimezzato. Se vi sono condizioni di disagio per i pastori, occorrerebbe sistemare la struttura e dare loro condizioni decorose, ma non snaturare e stravolgere la Malga perché diventi struttura ricettiva dimezzando lo spazio per i pastori.
Pietro De Godenz (UpT), che ha detto di considerarsi uno dei residenti della zona, ha obiettato che se lo spazio della stalla è diminuito nel progetto, è perché da ambiente dedicato alle mucche è diventato ambiente per pecore. De Godenz ha poi respinto l’accusa rivolta a chi sostiene il progetto di volere un turismo di massa, perché a Malga Lagorai arriveranno poche persone e i 18 posti previsti dal progetto non stravolgeranno la struttura. Tutti sono d’accordo sulla necessità che i parcheggi restino dove sono, ma è altrettanto vero che non si può lasciare quest’area senza alcun servizio. Per dare una prospettiva anche futura a Malga Lagorai impedendone il declino, questo progetto va realizzato. Se il rifugio tutelerebbe di più l’ambiente di un agritur, si faccia un rifugio, ma si tenga conto che tutti i soggetti responsabili si sono espressi a favore del progetto.
Casanova ha replicato a De Godenz ricordando le battaglie ambientaliste ad esempio contro l’asfaltatura delle strade analoghe a quelle verso Malga Lagorai. Le aree libere sono un valore per gli amministratori. Non è un sacrificio lasciare a pastori e allevatori Malga Lagorai, ma un regalo alle generazioni future. Non tutto il territorio dev’essere valorizzato con l’arroganza degli umani. Se non vi sarà il presidio umano – ha aggiunto Casanova – vi sarà quello di altri animali. Sul valore dell’allevamento al quale l’antropologo Annibale Salsa Casanova ha esortato alla necessità di controllare l’attività degli allevatori per migliorare la qualità dei pascoli di alta quota. Non vi sono invece né controlli né formazione degli allevatori. Che se sono il cardine del presidio della montagna non devono deturpare l’ambiente ad esempio con l’uso del trattore e di mezzi inadeguati.
Vanzo ha risposto a Cavada segnalando che per approvvigionarsi di legna a Malga Lagorai sarà sempre necessario l’utilizzo del trattore. Quanto al percorso partecipativo condiviso, Vanzo ha precisato che una minima parte dei firmatari della petizione era informata circa il progetto Translagorai. Non si è visto quindi alcun percorso condiviso per i semplici cittadini. Forse c’è stato solo per le categorie economiche ma non per la gente del posto. Quanto alla mulattiera, Vanzo ha messo in guardia dal rischio di rovinare questa strada permettendone un uso diverso.
Cavada ha precisato che non vi sarà bisogno di quintali di legna. E ha negato che non siano state date risposte alle richieste di informazione dei cittadini.

Ultimo aggiornamento: 04/05/2021 23:57:02
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