Al brigadiere Cherchi il sindaco ha consegnato anche un piccolo omaggio-ricordo: un quadretto con una riproduzione artistica della città.
"L’ho conosciuto quando ancora ero ragazzo -ha detto il sindaco- e in tanti anni, specialmente da quando sono sindaco, ho avuto modo di conoscerlo e di apprezzarne le qualità, specialmente una sempre più rara: il buon senso. Per tanti anni è stato una presenza di grande umanità e disponibilità, di cui certamente sentiremo la mancanza".
Il primo giorno alla stazione di Arco dell’allora carabiniere scelto Giovanni Cherchi è stato il 22 settembre 1992; originario di Trento, aveva lavorato in precedenza in Veneto. Il trasferimento è stato favorito dal fatto di risiedere in valle di Ledro, luogo d’origine della moglie. Durante i tre decenni ad Arco, il brigadiere Cherchi ha svolto numerose missioni, anche all’estero, tra cui una, particolarmente delicata, a Nassiriya, in Iraq.
"Devo ammettere che lasciare la divisa è una cosa forte -ha detto il brigadiere- perché dopo tanti anni mi sento molto legato a questo lavoro. Ma vado in congedo volentieri e con la bella prospettiva di inaugurare a breve un altro ruolo, dato che sto per diventare nonno. Ad Arco mi sono trovato benissimo, la stazione è di una certa importanza e non sono mancate problematiche impegnative, ma al confronto di altri territori questo è un’isola felice. Oltretutto, è un luogo stupendo anche per viverci. Ci tenevo a incontrare il sindaco, dopo tanti anni sentivo il bisogno di un saluto ufficiale a un territorio che mi ha dato tanto".