Aprica - Risorgerà il Mulì di Plaz di Aprica (Sondrio). L'Amministrazione comunale, guidata da Carla Cioccarelli, ha definito un progetto di riqualificazione del mulino e area adiacente del Mulì di Plaz. Il progetto sarà presto discusso nelle sedi comunali.
LA STORIA
Il Mulì di Plaz è un vecchio mulino attualmente semi-diroccato, piccolo e malconcio. Il contesto stesso nel quale si trova inserito non aiuta del resto a porlo in una situazione di facile valorizzazione. Si trova, infatti, in una fascia inedificata compresa tra il torrente Aprica e un’altra di edifici anni '80 che rivelano un’alta densità edificatoria. Lo sviluppo edilizio che Aprica ha avuto negli ultimi cinquant’anni ha per gran parte cancellato il paesaggio tradizionale che un tempo caratterizzava la località montana, trasformandola in una cittadina la cui matrice rurale è in buona misura smarrita. Tuttavia il Mulì di Plaz è arrivato all’anno 2016, malconcio sì, rappezzato alla bell’e meglio certo, ma ancora ricco di quel valore autentico che riporta l’immaginazione a tanti anni fa, quando i ritmi di vita erano dettati dalla natura e dalle stagioni.
Il mulino è sicuramente databile antecedentemente il 1816, data in cui è stato prodotto il catasto Lombardo-Veneto, il quale riporta già sotto il comune Censuario di Ospitale (attuale frazione di Aprica) il fabbricato principale del mulino; il fabbricato secondario è probabilmente stato costruito durante il XIV secolo. Nella mappa è inoltre riportato il canale di derivazione dal torrente Aprica. Da fonti statistiche del 1865 si possono rilevare in provincia di Sondrio 523 mulini per la macinazione dei cereali, ripartiti nei 72 comuni; con una forza idraulica di 457 cavalli e con circa 800 operai. Se si escludono alcuni centri specializzati, si tratta soprattutto di mulini a macina, molti con lavoro intermittente, che servivano per il bisogno locale. Si può stimare che ogni mulino avesse un bacino d’utenza di circa 40 famiglie, che portavano i cereali alla macinazione e il mugnaio svolgeva il lavoro restituendo la farina, ma trattenendone quota-parte come compenso. Nel XX secolo i mulini tradizionali, non potendo reggere la concorrenza dei mulini meccanici, sono stati via via dismessi. Il mulino dei Plaz di Aprica è stato definitivamente chiuso nel 1977, quando e morto l’ultimo mugnaio. Fino al 1927 il Comune di Aprica era frazione del Comune di Teglio e quindi il mulino dei Plaz faceva parte dei 38 mulini censiti nel comune retico; in realtà all’Aprica vi erano 6 mulini, soddisfacevano il fabbisogno locale, oltre
che una ràsega (segheria artigianale) per la lavorazione del legname. Da un carteggio del 1532 relativo agli estimi locali vengono rilevati in Comune di Teglio addirittura 66 tra molendina et pilae. I cereali maggiormente coltivati erano la segale, il grano saraceno e il granoturco.
LA RELAZIONE DEI PROGETTISTI - architetti Fulvio Santarossa e Nadia Andreis
“Al suo interno, il buon muliné (l’ultimo fu Sciarmella Pietro fu Ferdinando) ha lasciato inconsapevolmente ai posteri tutto il suo corredo: attrezzi, vestiti, valige, suppellettili d’annata, lettere e ricordi; tutto è rimasto così com’egli l’ha lasciato nel 1977, quando se n’è andato. Ed è per questo motivo che l’attuale Amministrazione comunale di Aprica ha deciso che il relitto possa e debba diventare una risorsa per il comune di Aprica e per tutto il territorio. Attraverso il suo recupero e la riqualificazione dei terreni circostanti può essere rigenerato un "piccolo mondo antico", creando una sorta di parco tematico che rispecchi l’autenticità della montagna locale di prima del 1960; uno spazio rimasto integro, ancorché degradato, che divenga ora valore aggiunto dal punto di vista sociale, culturale, turistico e del paesaggio. Si tratta del resto di un’area del tutto eccezionale e irripetibile, poiché non esistono sul territorio comunale altre testimonianze così eclatanti del passato contadino di questo borgo di montagna. Risulta fondamentale, oltretutto, il collegamento con la vicina baita degli alpini, attraverso un’area verde terrazzata che costituirà una sorta di parco tematico. Un biglietto da visita per il territorio, a dimostrazione che Aprica ha imboccato con decisione una strada in controtendenza rispetto a processi di banalizzazione del paesaggio che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso”.
L'INTERVENTO
“Di fondamentale importanza è il recupero delle singole parti del macchinario esistenti e il completamento con la realizzazione ex-novo delle parti andate perse nel corso degli anni dell’abbandono, in modo da poter rimettere in funzione il mulino. In particolare, è necessaria la ricostruzione della ruota esterna, realizzata in legno di larice, con tipologia a cassetti, in modo da sfruttare l’afflusso idrico con un meccanismo detto a pesantore. Il macchinario del Mulino dei Plaz è un esempio di mulino tradizionale di cui viene di seguito fornita una descrizione generale sul funzionamento e caratteristiche.