Asiago – Qualche settimana fa, l’appello del presidente della Fisi, Flavio Roda, a favore della ripresa degli sport invernali. Poi lo stop governativo dopo gli scatti da Cervinia nel ponte di Ognissanti, le ulteriori decisioni di nuove chiusure e il lockdown con continue dichiarazioni molto prudenti da membri del Governo in vista del Natale, suggerendo poche aperture e solo con la massima prudenza: la situazione odierna mette in allarme tutto il settore turistico alpino italiano con una fibrillazione palpabile con l’avvicinarsi dell’inizio “classico” della stagione sciistica e interi territori che tremano per la propria tenuta socio-economica in caso di prosecuzione delle limitazioni, come voluto da esperti, scienziati e istituzioni a vario livello.
Ieri sera uno scontro esplicativo della situazione di stallo totale si è registrato su Canale 5, all’interno di Live – Non è la D’Urso, tra gli operatori collegati da Asiago e l’ex ministro della Salute, ora deputata Pd, Beatrice Lorenzin. Rappresentanti di maestri di sci, albergatori, operatori della località veneta hanno denunciato la situazione di totale incertezza: “Da parte nostra il lockdown si poteva fare prima per poi sfruttare a pieno tutta la stagione. Più in generale, i problemi vari: dalla mancanza di risarcimenti veri per i danni provocati dalle chiusura alla mancanza di programmazione che ci lascia in un’incertezza totale. Ci potete dire se la stagione partirà e quando, visto che nell’immediato avremmo un programma di innevamento artificiale da far partire? Per chi dovremo rimanere aperti se non potranno arrivare turisti?“, le accuse fatte alla gestione delle istituzioni con richiesta di prendere decisioni a medio termine, aggiungendo anche una disparità di trattamento rispetto alle stazioni sciistiche straniere che avrebbero più certezze su cosa succederà da Natale in poi.
La replica di Beatrice Lorenzin: “Per alcuni mesi dovremo avere ancora restrizioni. Richiesta di programmazione? Non si riesce a programmare la stagione con questi numeri del virus. Non possiamo sapere, vediamo come va, le misure dipenderanno dagli indici dell’Rt e dalla curva epidemiologica. Noi seguiremo l’andamento della curva e poi prenderemo provvedimenti anche sugli sport all’aperto come lo sci. Ristori? Gli indennizzi ci sono per tutti gli operatori e per l’indotto. Anche nella Legge di Bilancio ci sarà molto, capiamo che i settori sono i più colpiti ma siamo all’interno di una pandemia“.
Ad oggi si stima una perdita della stagione invernale almeno pari al 50% sull’arco alpino, nel caso si riuscisse a iniziarla. Al momento oltre al blocco della mobilità – a seconda di zona rossa, arancione e gialla – è in stand-by anche il protocollo che riguarda l’apertura di impianti e piste, che da settimane è in fase di discussione e che rimbalza tra la Conferenza delle Regioni e il Comitato Tecnico Scientifico.