Brescia – Perfezionato nel pomeriggio – contestualmente alla manifestazione di sindaci e Provincia nel capoluogo (foto) – il documento con la richiesta dell’esenzione della Provincia di Brescia dall’applicazione delle misure di contenimento in ragione dell’andamento del rischio epidemiologico.
Data la situazione, nello specifico il testo firmato dal presidente dell’Associazione Comuni Bresciani, Gabriele Zanni, e dal presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi, richiede “che sia data massima trasparenza ai dati valutati per la collocazione della Regione Lombardia in zona rossa, con l’analisi degli stessi disaggregata per il territorio della provincia di Brescia e tenuto conto delle specifiche dinamiche di alcuni dei parametri rilevati” e “che, alla luce dei dati stessi e dell’andamento del rischio epidemiologico, l’intero territorio della Provincia di Brescia venga esentato dall’ applicazione delle misure di cui al comma 4 dell’art. 3 del DPCM 3.11.2020“.
Un appello probabilmente tardivo per cambiare la situazione nell’immediato. I cittadini sperano il contrario, ma in questo senso il presidente Fontana è stato chiaro nel primo pomeriggio. Vedendo l’aria che tira da mesi sulle scelte più populiste che razionali – per larga parte inefficaci e controproducenti nonostante l’auto-esaltazione del modello italiano – a danno dei lombardi nello specifico, qualcosa poteva essere fatto prima a tutti i livelli per evitare la stangata dell’Esecutivo. In questo senso, le ordinanze locali all’interno della regione, i continui appelli e divieti (dal coprifuoco serale dato come ‘segnale’ dalla Regione alle chiusure comunali di molti cimiteri lo scorso weekend), hanno nei fatti rifocalizzato e rialimentato l’attenzione sulla Lombardia, rivelandosi di fatto un boomerang col Governo che ha agito, osservato i dati e introdotto il lockdown minacciato già da diversi giorni.