Ne sono state scelte nove che sono diventate il materiale su cui gli artigiani hanno lavorato con gli apprendisti.
Qui i significati in breve, approfonditi in una apposita scheda: Anshim, sentirsi in armonia con se stessi e con il mondo (coreano); Balikwas, abbondonare la propria confort zone (filippino); Dadirri, quieta contemplazione e ascolto profondo della natura (aborigeni australiani); Friluftsliv, connessione con l’ambiente e ritorno al legame biologico tra uomo e natura (norvegese); Gurfa, l’acqua che si riesce a tenere nel palmo di una mano come metafora di qualcosa di molto prezioso (arabo); Ohana, La famiglia che comprende anche gli amici e non lascia indietro nessuno (hawaiano); Orenda, la capacità umana di cambiare il mondo contro un destino avverso (indigeni nordamericani); Sisu, la determinazione nella ricerca del benessere nella quotidianità (finlandese); Ubuntu, sono chi sono in virtù di ciò che tutti siamo (Africa meridionale).
Nello specifico la mostra si compone di: un raffinato ricamo bianco su bianco a “punto intaglio” con tre parole, montato come un quadro; due legni di noce sapientemente intagliati che presentano due parole; cinque manufatti di legno nocciolo intrecciato, realizzati con la tecnica utilizzata per la creazione di cestini e gerle, che insieme compongono una sola parola; tre pezzotti, tappeti fatti con tessuti lavorati a telaio manuale, ciascuno dei quali riproduce una parola.
La Comunità Montana di Valle Camonica è l’ente territoriale che dal 2009 gestisce il primo Distretto Culturale lombardo, promosso con il sostegno di Fondazione Cariplo. Un progetto per trasformare il patrimonio culturale del territorio in occasioni di crescita e sviluppo reale. Da allora il Distretto Culturale di Valle Camonica ha lavorato incessantemente per far crescere la consapevolezza dell’importanza delle risorse locali, promuovere nuovi percorsi creativi, creare opportunità di occupazione e nuova impresa in campo culturale. Con l’obiettivo di porre al centro la preminenza del dato culturale – connesso ai segni tangibili del patrimonio e a quelli immateriali della vita sociale – come dimensione specifica di comunità, come valore imprescindibile per ogni possibile processo di sviluppo del territorio. Per questo anche i progetti artistici sono defluiti in un confronto serrato con la tradizione culturale e artigiana della Valle Camonica, intesa come capacità di fare ed agire nel mondo in piena coerenza con le caratteristiche e i valori identitari delle comunità abitanti.
Così è stato ancor di più nell’incontro tra il Distretto Culturale e Stefano Boccalini dove il lavoro artigiano della Valle Camonica si è tradotto in campo di ideazione e sperimentazione artistica, ma anche in spazio di lavoro e scambio professionale, fino all’ideazione a Monno, piccolo borgo di circa 500 abitanti, di un Centro di comunità per l’arte e l’artigianato di montagna dove incubare e far crescere una nuova modalità di fare arte e artigianato insieme, di connettere il senso della località con la dimensione internazionale, con il coinvolgimento dei più giovani in percorsi formativi e di interazione con la tradizione e la contemporaneità, per favorire nuove direzioni di crescita del territorio e nuove economie sostenibili e rispettose della biodiversità.
È in relazione alla nascita di questo nuovo Centro - chiamato Ca’Mon - di cui Stefano Boccalini è stato individuato quale Direttore Artistico - che si è intensificato il legame tra l’artista e il territorio della Valle Camonica, fino alla condivisione del progetto artistico La ragione nelle mani promosso dalla Comunità Montana di Valle Camonica attraverso il Distretto Culturale di Valle Camonica, e da ART for The World Europa, con la collaborazione sul
territorio del Comune di Monno, e sostenuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Il progetto La ragione nelle mani e l’attività che Ca’Mon porterà sul territorio in modo stabile e continuativo rilanciano le istanze che la Comunità Montana sostiene da tempo tramite il Distretto Culturale.