In crescita il numero dei bovini, attestato sui 435 mila capi nel territorio dell’Ats Brescia, mentre sono stabili i suini (1,3 milioni), comparto sul quale però pesa, da fine 2021, lo spettro della peste suina africana, rinvenuta sul alcune carcasse di cinghiali in Piemonte e Liguria.
Dopo i record del 2020, le produzioni vegetali hanno registrato medie produttive più basse e una nuova contrazione delle superfici a granturco da granella. Solo la soia continua a godere di una crescita esponenziale. A non passarsela bene è, di nuovo, l’olivicoltura bresciana: dopo il boom del 2020, nel 2021 la produzione è stata di nuovo azzerata per una serie di fattori sia climatici sia fitosanitari, così come accaduto nel 2019. D’altro canto la viticoltura può brindare a una buona annata, con un deciso recupero nelle vendite e nelle bottiglie prodotte, con produzioni più nella norma rispetto al 2020.
I NUMERI - Prosegue il trend in discesa delle imprese agricole iscritte alla Camera di commercio (sono 9.587 nel 2021, erano 9.662 l’anno precedente), facendo segnare, nell’ultimo decennio, quasi un meno venti per cento totale. In realtà lo scorso anno si è assistito a una frenata nel numero delle chiusure, dimezzato rispetto al biennio precedente. Il comune agricolo per eccellenza è Montichiari, con 339 aziende, seguito da Brescia con 290 e da Lonato con 255. È inesorabile pure il calo delle aziende montane.
“Il periodo che stiamo vivendo continua a essere complicato - dichiara il presidente di Confagricoltura Brescia Giovanni Garbelli -: gli effetti della pandemia non sono ancora cessati, la tensione sui mercati è conclamata, con i costi della materie prime in corsa, quelli energetici alle stelle e l’inflazione in continua ascesa, oltrE alla situazione internazionale sconvolta dalla guerra in Europa. Nonostante tutto il settore agricolo non smette di crescere in termini produttivi ed economici e noi imprenditori agricoli manteniamo saldo l’obiettivo principale di fare impresa. Questo per noi è il momento di affrontare le grandi sfide, che ormai sono imminenti: la transizione ecologica, l'avvio del Pnrr, la nuova Pac, che si sta concretamente delineando con il Piano strategico nazionale e con la definizione della nuova programmazione dello Sviluppo rurale. E poi ancora la sostenibilità, con lo sforzo per coniugare la sostenibilità ambientale con quella produttiva, e l’innovazione. A Brescia stiamo già applicando da tempo modelli produttivi orientati alla sostenibilità e proiettati all’innovazione, due fattori che vanno di pari passo con la redditività e che si sposano con la necessità di fare sistema”.